Archiviato maggio, ci affacciamo su un mese ricco di appuntamenti (per voi) e lavoro (per noi): il centro gravitazionale è ancora Firenze, con Fabbrica Europa che, con i suoi cinque spettacoli, costituisce la parte maggioritaria dell’offerta, in attesa che I Teatri del Sacro, a Lucca dall’8 al 14 giugno, contribuiscano a un primo spostamento di asse.
Lunedì 1, martedì 2 giugno – Nella casa c’è un pino che brucia, Tenuta dello Scompiglio, Vorno (Lu)
Dopo il debutto di sabato scorso, ancora due repliche per Leonardo Delogu e gli altri performer coinvolti in Nella casa c’è un pino che brucia, presso la Tenuta dello Scompiglio, a Vorno, poco distanti da Lucca. Nel bosco circostante la Tenuta, ci si immerge in una dimensione altra, legata al fluire continuo dell’inorganico, nella ricerca del Tempo Profondo, secondo un’intuizione che risale a Charles Darwin.
Come avvenuto nella scorsa occasione, in attesa di vedere personalmente (cosa che accadrà domani, martedì), meglio affidarci alle parole dell’artista medesimo per cercare di capire meglio il progetto in questione, nell’indagare «la lotta che emerge quando proviamo a ristabilire un contatto, un accordo, con ciò da cui ci siamo allontanati». La relazione tra uomo e cosmo viene quindi filtrata mediante la pratica performativa: «più sentiamo di essere parte di una casa più grande più la nostra s’infiamma e brucia». Ne scriveremo.
Giovedì 4, venerdì 5, sabato 6 – Fabbrica Europa, Firenze
Si parte giovedì, alle 22, nello spazio esterno del Cortile di Palazzo Strozzi, approfittando, magari, dell’apertura serale (l’orario di visita per le mostre si estende sino alle 23) dello centro espositivo.
Allora, dopo un’immersione in Potere e pathos, dedicata ai bronzi dell’epoca ellenistica, e al peculiare progetto Anche le sculture muoiono, ispirato ai nuovi e vecchi rapporti tra scultura e materiali di lavoro, sarà possibile assistere a Cicatriz, di Aline Correa e Paulo Azevedo. La prima è una danzatrice hip hop al debutto come coreografa, l’altro è stato direttore della compagnia Membros: l’unione dei due darà vita a un confronto serrato sul tema del silenzio, dell’oblio e, soprattutto, del corpo, che non ha mancato di suscitare l’interesse di critica e pubblico.
La sera dopo, venerdì alle 19, ci si sposta verso Le Murate per Sa Prière, articolato progetto di Malika Djardi: un solo intenso, dedicato alla madre dell’artista, alla sua pratica di preghiera, al suo rapporto con la fede islamica. Dialogo intimo tra due donne, delicato e stringente, rielaborato in forma coreografica, quasi a «interrogare le due pratiche, quella della preghiera e quella della danza, seguendone i ritmi, i pieni e i vuoti». In questo senso, Sa Prière si carica di sovrasignificati, diventando «riflessione sui meccanismi rituali e sul concetto di impegno».
Subito dopo la rapida esibizione di Malika Djardi, sarà la volta di Claudia Catarzi e del suo Sul punto: si riflette, performativamente e quindi in chiave artistica, sulle relazioni tra conscio e inconscio, nel rapporto tra abbandono e controllo, nell’inesausta ricerca di uno «splendido equilibrio tra immobilità e movimento». Una danza che parte dal silenzio, nel porgere allo spettatore l’occasione di sintonizzarsi con la profondità della performer, per poi calarsi nel confronto con un linguaggio ineffabile e, al contempo, intraducibile, come quello del corpo e del gesto. Consigliamo e speriamo in uno sguardo arlecchino, che pure non possiamo assicurare.
La sera dopo, non tutti, ne siamo certi, s’incolleranno dinanzi alle televisioni per assistere alla finale di Champions League (chi scrive, però, sta già lucidando la MaxiPeroni…) e, quindi, confidiamo in una solida presenza, ancora a Le Murate, per un’altra accoppiata di performance. Peraltro, gli orari delle due performance non sono neppure in gran conflitto rispetto al pallone, tema che, come vedrete, è evocato (benché la disciplina sportiva sia un’altra) dalla seconda proposta…
Partenza alle 19 con Gung Jii – Dilemma, di Son Hye Jeong, danzatrice coreana che affronta il tema della gabbia, quella rappresentata dal mondo che contribuiamo a creare, tracciare intorno a noi. Sostiene l’artista: «Sono in un’agonia che non è dolore, sono in un’estasi che non è eccitazione, provo una tristezza che non mi fa piangere. L’eterno dilemma da cui non trovo via d’uscita, lotto per allontanarmi, accecata per riuscire a vedere qualcosa… Fin dall’inizio, dove tutto ha avuto inizio; come l’inizio, dove tutto ha avuto inizio; cadendo di nuovo all’inizio, dove tutto ha avuto inizio, gridando». Il suo corpo, illuminato in rosso, appare sospeso, a testa capovolta, per innescare una danza acuta, sconnessa, di grande intensità.
A seguire (19.30), Rest, con Lee Jae-young (autore della coreografia) e Shin Jeaho. Come anticipato, si parla di palloni, di rimbalzo e gesto reiterato, anche se, invece del cuoio da pelota calcistica, la sfera in questione è quella a spicchi del basket. Jea-young fonde, come d’abitudine, teatro, musica e mimo nella realizzazione di una coreografia assai insolita, ispirata alla pallacanestro. Interessante come idea, e ci spiace un po’, personalmente, di perdercela, sperando di poterne leggere anche da queste parti.
Sabato 6 giugno – Teatri in Piazza, Pisa, luoghi diversi
Un’iniziativa particolare, e che ci sentiamo di consigliare, si svolgerà sabato 6 a Pisa, non in un luogo definito bensì attraversandone più d’uno, in un percorso che da Logge dei Banchi condurrà fino al Piazzale della Stazione. A guidare l’itinerario storico-teatrale – in cui ad ogni sosta corrisponderà un’azione performativa e musicale, come in uno Stationendrama medievale – saranno alcune compagnie pisane ben note al pubblico toscano e non solo: I Sacchi di Sabbia (che coordineranno l’evento), Marco Azzurrini, Teatro del Tè con Elena Farulli e Giorgio Monteleone, i Pesopiuma, i Teatri della Resistenza e La Ribalta Teatro. Esperimento curioso e invitante, cui parteciperemo in qualche modo.
E anche questa volta, è tutto.
Anzi: That’s All Folks!