La quarta edizione del festival I Teatri del Sacro si apre con Chi Sei Tu? Vangelo dell’Asino Parlante di Antonio Panzuto e Alessandro Tognon.
In un’atmosfera fiabesca e quasi onirica si sviluppa la narrazione del Vangelo dell’Asino Parlante, la storia di Cristo narrata dal vero protagonista: l’asino che gli farà da compagno e guardiano.
Marionette dal carattere primitivista (lo stesso Gesù ha tratti minimali, indistinguibile dagli altri burattini se non per le dimensioni), un asino di legno grezzo, ferracci e stoffe, un tendone, qualche casetta cubica. In questa scenografia essenziale si muovono i personaggi, o meglio vengono mossi, poiché sul palco, a dar vita al tutto, vi è un uomo.
Ma procediamo con ordine…
Narrazione, musica e voci
La storia già la conosciamo: Gesù diffonde la “buona novella”, i miracoli, le difficoltà, lo scetticismo, la condanna, la crocifissione, la resurrezione. La narrazione è lineare, focalizzando l’attenzione su particolari episodi, e affidata a voci esterne, spesso alternate a musiche: esclusa quella dell’asino (prestata da Giuseppe Panzuto, fratello di Antonio), le altre appartengono agli abitanti di Laurito, paese natale della madre dell’artista. Trattandosi di non-attori, si gioca sull’effetto che prevede la “stonatura”, la calata dialettale paesana (il pensiero va al cinema di Pasolini e al massiccio impiego di attori non professionisti). La musica svolge un ruolo di primo piano ed è presente durante buona parte dello spettacolo, alternando generi e sonorità: si apre con una versione di Knockin’ On Heaven’s Door di Anthony & The Johnsons a brani di matrice etnica, benché i passaggi non sembrino gestiti in modo ordinato, al solo scopo di caricare le scene di espressività ed emotività.
L’asino
In quanto Vangelo dell’Asino Parlante, la bestia è guida per lo spettatore attraverso i ricordi del viaggio con il Messia. Parlante, senziente e dotato di intelletto è l’asino guardiano che si fa carico di trasportare e vegliare Gesù nella sua avventura. Sulla schiena dell’animale grava non solo il peso fisico del padrone: ben più pesante è ciò che egli rappresenta, la grande verità che il Messia porta con sé. L’asino ricorda il protagonista del film Il Cavallo di Torino (Béla Tarr, 2011) nel mostrare l’immane fatica provata nel portare l’uomo: la bestia è appesantita, arrancante… Ma c’è grande differenza fra i due casi: l’asino sopporta la soma grazie alla fede e all’amore verso il suo padrone, lo sforzo è percepito come niente, se paragonato al valore e alla responsabilità della missione; il cavallo al contrario, smette di mangiare, di muoversi, lasciandosi morire, conscio dell’apocalisse di un’umanità ormai giunta a un’impasse senza via d’uscita. Nel film, il destino dell’uomo è di essere spazzato via (o lo spazzarsi via da solo), in Chi Sei Tu?, al contrario, prevale il messaggio d’amore del vangelo.
Gesù
Una marionetta dai tratti semplici, nera e vestita di bianco. Non ha pretese, non vuole essere niente e nessuno, intende solo diffondere la sua verità, che è spesso vissuta come un fardello. Si percepisce Cristo come un umile umano, fragile vittima di tentazioni, tormentato da insidie e difficoltà, ma allo stesso tempo leggero e sacro.
L’uomo
Il “burattinaio” sta là, sul palcoscenico a muovere le sue marionette, silente. Sebbene, all’inizio, l’idea sembra quella di doverne dimenticare la presenza, concentrando lo sguardo solo sulle marionette, l’uomo è anch’egli una figura chiave nell’economia dello spettacolo. Il muovere e far volare le marionette diventa una danza d’amore che pare dello stesso amore di Gesù verso i suoi fratelli uomini – vive, dorme, soffre, gioisce assieme alle sue creature di legno e ferri, come un Dio buono, umano.
Adatto a qualsiasi audienza, col sacrificio della complessità narrativa a favore di un unico e semplice piano di interpretazione, Chi Sei Tu? propone la storia del Cristo Re in un mondo di incanto, sospensione, sacralità.
Lorenzo Monteiro Martins