ARCHIVIO SPETTACOLI
Nuvole. Casa, C. Guidi (2014)
Titolo: Nuvole. Casa
di Elfriede Jelinek
traduzione Luigi Reitani
di e con Chiara Guidi
musiche di Daniele Roccato eseguite al contrabbasso dall’autore
e Filippo Zimmermann
Socìetas Raffaello Sanzio e Festival Focus Jelinek
Chiara Guidi, anima del ritmo drammaturgico e della composizione vocalica della Socìetas Raffaello Sanzio che ha fondato assieme a Romeo e Claudia Castellucci nel 1981, allestisce Nuvole.Casa della scrittrice tedesca Elfriede Jelinek premio Nobel per la letteratura nel 2004. Nell’opera della Jelinek le parole si accumulano, strati su strati, come mattoni per la costruzione di una casa. Sono parole tratte da Hölderlin, Heidegger, Fichte, Kleist e da lettere della RAF del 1973-1977 che la scrittrice prende, solleva e sposta dal libro nel quale si trovano per collocarle nel suo libro. Al pubblico non resta che lasciarsi andare alla musicalità delle frasi dense di significato ma spesso oscure che arrivano da una voce sotterranea, grave come quella del contrabbasso che conferisce coesione all’intero corpo dell’opera.
Jelinek entra nel linguaggio come se entrasse in una casa e lì, provocatoriamente, eleva un inno al sacro suolo tedesco e ribadisce quel ‘noi’ che ricorre insistentemente come un metronomo, scandendo i flussi e riflussi della storia e dell’umanità. “Nuvole.Casa è una favola del potere” afferma Chiara Guidi “Ne conosciamo le vittime, gli orrori dettati dall’emblema dell’atroce ‘purezza’, ancor prima di leggere il libro. La storia ci è nota a priori. Eppure, nel libro della Jelinek ciò che conosciamo prende la forma di un enigma che è la promessa di un mutamento. Per scrivere il suo libro Jelinek strappa le pagine di alcuni libri e le affida al ritmo della composizione. Strappa anche la parola che forma il titolo che originariamente indica il ‘Paese della cuccagna’: Wolkenkuckucksheim. Ne esclude una parte: kuckuck che significa cuculo, mentre la prima parte e l’ultima significano rispettivamente nuvole e casa. Un Wolkenkuckucksheim è il luogo della fantasia, ma nuvole e casa senza il cuculo non si armonizzano e restano in tensione. In questa tensione c’è l’attesa di una promessa: la bellezza di un mondo ideale che l’arte cerca sia rielaborando ciò che è realmente accaduto, sia riconsegnandolo alla forza concreta del presente attraverso la disarticolazione di parole e gesti della memoria”.