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Punzo-Shakespeare dà voce ai suoi detenuti-personaggi

Sguardazzo/recensione di "Shakespeare. Know well"

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Cosa: Shakespeare. Know well
Chi: Armando Punzo e i detenuti-attori della Compagnia della Fortezza
Dove: Volterra (PI), Carcere di Volterra/Fortezza Medicea
Quando: 23/07/2015
Per quanto: 80 minuti

Prende in mano. Soppesa. Guarda. Scarta.

Nei gesti di Armando Punzo, all’ingresso degli spettatori nello Spazio Artaud, immaginiamo di intravedere il processo di costruzione di Shakespeare. Know well, il nuovo studio presentato dalla Compagnia della Fortezza durante il festival VolterraTeatro 2015. Il drammaturgo e regista è seduto ai piedi di un letto, semplicemente con una camicia e dei pantaloni neri. Continua a guardare delle pesanti stoviglie, che lascerà cadere a terra: l’amplificazione li fa riecheggiare come tuoni nel carcere volterrano. Probabilmente è nato così lo spettacolo: prendendo l’opera del Bardo, leggendola e selezionandola, non tanto con un criterio razionale, ma più per risonanza interiore.

La scenografia sembra richiamare l’iconografia della Deposizione di Cristo: croci di legno di ogni dimensione sono alternate a scale a pioli, fino a riempire tutto il cortile. Anche la sabbia che copre il lastricato, pare una citazione del desertico Golgota dove avvenne la crocifissione del Figlio dell’Uomo. Lo spazio scenico è ben delimitato: il pubblico è disposto un po’ seduto, un po’ in piedi in una sottile striscia di legno o su sulle gradinate poste ai lati di quella che, comunque, ci pare una scena frontale. Una scelta inaspettata, considerando che tale separazione è sempre deliberatamente elusa negli spettacoli della compagnia. Non è certo una scelta casuale, così come quella di far passare il pubblico, per arrivare nel cortile, dal corridoio con le celle, dalle porte strette e soffocanti.

Shakespeare. Know Well, Volterra Teatro 2015 (A. Punzo), ph. Valentina Pierucci (23)Punzo (o forse è Shakespeare stesso?) si aggira nello spazio, tormentato dai suoi personaggi muti; è assediato da questa massa minacciosa, ma, a uno a uno, si avvicina, volto contro volto, per permettere loro di parlare nel suo microfono: il dar voce attraverso una vicinanza intima, per quanto necessità della tecnica, è certamente la suggestione più forte che ci portiamo a casa.

La moltitudine di detenuti-attori recita, con la propria emozione e il proprio peculiare accento, un brano scespiriano: non si tratta, però, di un banale succedersi di monologhi, ma di un vero percorso ascendente in cui il testo conta sempre meno. Se, fino a un certo punto, può aver senso riconoscere un Calibano o un Otello, più si procede e meno è fondamentale il legame con la fonte: è il sentire, non l’ascoltare che viene richiesto allo spettatore. Complice anche la componente musicale, curata e eseguita dal vivo da Andrea Salvadori: la tastiera (che spesso ha il suono di un organo) lascia il posto a dei bicchieri di cristallo riempiti d’acqua, ma tutti gli strumenti concorrono alla creazione di un trascinante crescendo emotivo. Lo studio è ancora ai primi passi, ma promette, per il prossimo anno, un grande spettacolo per il ritorno di Armando Punzo ai testi del Bardo.

Potrebbe essere una buona idea, per i teatri, adottare il modello del carcere: all’ingresso si ritirano i cellulari e per un tempo indefinito si fa anticamera prima di vedere lo spettacolo. Come avviene nelle sale di compensazione che precedono la visita ad antiche opere d’arte, si perde il contatto con il tempo nella sua concezione scientifica (per dirla con Bergson) e si entra in sintonia con il tempo interiore, preparandoci alla bellezza.

Shakespeare. Know Well, Volterra Teatro 2015 (A. Punzo), ph. Valentina Pierucci (13)

VERDETTAZZO

Perché:
Se fosse... uno sbocco sul mare sarebbe... roccioso e inaccessibile

Locandina dello spettacolo



Titolo: Shakespeare. Know well

drammaturgia e regia Armando Punzo
con gli attori della Compagnia della Fortezza


Shakespeare ci consegna una umanità persa nelle sue trame, inconsapevole di questa condizione e impossibilitata a trovare una via d'uscita. Se il Bardo è uno tra gli autori più rappresentativi del canone occidentale e ci ha creati per quello che siamo, vale la pena mettere tutto in discussione. La Fortezza Medicea, ancora una volta, si fa crogiuolo di rivolta radicale per stravolgere l'affresco dell'umanità inventata da Shakespeare e interromperne il meccanismo, sospendere il flusso, sottrarre l'uomo dallo scacco dell'operosità, dell'obiettivo da raggiungere, del fine da realizzare.

Andrea Balestri
Non è il Pinocchio di Comencini. Apparentemente giovane, studia teatro (non solo) musicale tra Pisa e Roma. Serie tv, pulizie e viaggi in treno occupano il resto della sua vita. Archivia i ricordi in congelatore e si lava i capelli tutti i giorni.