Venerdì 28 ottobre, alle ore 21 il Funaro presenta il primo studio di “Exil”, a seguito della residenza artistica della Compagnie Sans Père presso il Centro pistoiese, in programma dal 21 ottobre. Progetto francese fra teatro e musica, che vede coinvolti grandi musicisti del panorama internazionale e un gruppo di giovani attori impegnati a riflettere sul tema dell’”esilio”, questione di scottante attualità eppure da sempre presente nella storia di tanti popoli, di tanti paesi. Scegliere un cast composto da giovani artisti insieme a talenti affermati vuol dire da un lato tentare di mantenere un distacco emotivo che permetta di affrontare con rigore e spontaneità questioni delicate (il senso di isolamento, di alterità, del confronto con l’altro), dall’altro creare uno spettacolo che si arricchisca continuamente di diversi sguardi e di nuove spinte emotive
“In tutti i tempi e in tutti i luoghi, popoli oppressi sono fuggiti. Spinti dalla guerra, la fame, l’estremismo, la follia omicida di altri uomini. Che fossero cacciati, deportati, strappati dalle loro vite. Che venissero dall’Asia, dall’Africa, o dall’Amercia. Che appartengano oggi al mito, alle leggende. Che sembrino sopravvissuti alla Storia o scorticati vivi dalla nostra attualità. In ogni caso sono tornati, ci hanno detto, hanno scritto la storia dell’uomo che da sempre fa male ad altri uomini. Queste parole compaiono, queste lingue sono sopravvissute al tempo e all’oblio. A noi il compito, oggi, di ascoltarle, di impararle”, dice Sonia Wieder-Atherton. Dalla Bibbia al genocidio ruandese, che si tratti di un intero popolo in fuga o di una donna cinese perseguitata che scappa nella campagna: sono le stesse voci di “resistenza” e sono quelle che stanno al centro dello spettacolo.
Lo spettacolo nasce da un’idea della carismatica violoncellista Sonia Wieder-Atherton, nel 2015 nominata Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere, e la cui biografia è già un’esplorazione della condizione di “esule”: nata a San Francisco da una madre di origine rumena e un padre americano, cresciuta fra New York, Mosca (per studiare con Natalia Chakhovskaïa al Conservatoire Tchaïkovski) e Parigi, si distingue per un repertorio musicale, una ricerca e collaborazioni internazionali ad ampio spettro. Molti compositori contemporanei, tra cui Georges Aperghis, Pascal Dusapin e Wolfgang Rihm, scrivono per lei e di particolare rilievo è anche la collaborazione con la regista belga Chantal Akerman. Con Akerman infatti Sonia Wieder-Atherton non solo aveva già approfondito il tema della migrazione (in “Histoires d’Amérique”, ad esempio) ma la stessa sua figura è stata al centro di tre film che raccontano l’atipicità di una musicista che “cerca, cerca ancora e sempre (…) che cerca la breccia, il suono, il respiro delle origini” (così la descrive Akerman). Negli ultimi anni è stata impegnata nella creazione di spettacoli da lei ideati: “Chants juifs”, “Chants d’Est”, concepito come una viaggio fra Russia e Mitteuropa, “Vita”, “Odyssée” e tra questi anche “D’Est”, in cui è particolarmente evidente l’espolarazione di territori multidisciplinari (qui sono presenti ad esempio immagini del film “D’Est” di Chantal Akerman), “Danses Nocturnes”, con Charlotte Rampling, dove ritroviamo l’opera di Benjamin Britten e di Sylvia Plath, “Navire Night”, de Marguerite Duras, con Fanny Ardant.
Insieme a Wieder-Atherton, Sarah Koné della Compagnie Sans Père, il cui nome dichiara l’importanza di costruire un percorso individuale, “senza padri”, senza patria intesa come vincolo culturale inamovibile. Con loro contribuisce alla nuova creazione il pianista pluripremiato Laurent Cabasso, allievo di Magaloff e di Sandor, di cui Le Monde dice: « Cabasso cammina sulle orme di Kempff, Haskil, Nat, Schnabel, con un istinto poetico, una libertà di andamento che lo fanno distinguere all’interno di una generazione già ricca di talenti di primo piano”. Completano la formazione sul palco del Funaro otto giovani attori, Anna Gianforcaro, Eliott Appel, Jeanne Pollacchi, Léontine Maurel, Ludmilla Bouakkaz, Manon Iside, Matthieu Louis-Marie, Violette Clapeyron che lavoreranno su un brano per violoncello e pianoforte della compositrice russa, l’intensa allieva di Shostakovitch, Galina Ustvolskaya. Alternando strutture ritmiche violente a lunghi canti di speranza, il brano lascerà spazio ai testi recitati che si intrecceranno ad esso come in un oratorio. Attorno a questa struttura verranno presentate melodie per violoncello e voce. Purcell, Bach, canti ortodossi e siriani, un’elegia di Stravinsky sono alcune delle scelte fatte fino a questo momento della creazione che si completerà nel corso della residenza creativa.
Ingresso € 12, ridotto € 10, € 8.