Se ci state leggendo, è probabile che siate interessati al teatro. E se siete lettori, più o meno occasionali, dei nostri consigliazzi è assai probabile che possiate rientrare in quella peculiare porzione di pervertiti che a teatro vogliono persino ANDARCI. Ecco: avete notato che, contrariamente al cinema, essere informati sull’offerta teatrale di un’area più o meno vasta è un’autentica impresa? Il cinema, non lo scopriamo noi, è arte industriale, con una distribuzione monitorabile e monitorata, al punto che persino il piccolo cineclub d’essai, solitamente, viene considerato dagli organi d’informazione. Il teatro, per contro, è arte legata a una dimensione artigianale, lo si può dare in maniera strutturata, ufficiale, ma anche in forme semi-clandestine, precarie, resistenti e così via. E non ci riferiamo al possibile equivoco tra la scena professionistica e quella amatoriale, ambiti spesso antipodici, benché esistano, per vari motivi, formazioni e artisti che abitano una sorta di zona grigia tra questi.
Manca, lo sappiamo da tempo ma adesso iniziamo a pensarci sopra cercando di farci venire qualche buona idea, uno spazio d’informazione che dia conto, puntando alla completezza, di tutto il teatro toscano. Ecco, l’abbiamo detto. In tal senso, il nostro parabolico Calendazzo non può certo risolvere la questione appena esposta, ma, di certo, per le province di Lucca e Pisa, si pone in termini di esaustività, aggiungendo pure qualcosa d’altro. Detto questo, vediamo cosa ci ispira per questa settimana.
Pisa e provincia – Danza, disegni e risate
È ancora Pisa la provincia più attiva di questi giorni. S’inizia mercoledì, nella bella ex chiesa che è il Teatro Sant’Andrea: Von, performance di danza ideata da Daniele Albanese, affiancato in scena da Marta Ciappina e Giulio Petrucci, per una coproduzione massiccia, a leggere i promotori. Una «riflessione sulla danza intesa come continua mutazione e trasformazione in rapporto con le forze che agiscono sui corpi e sullo spazio in una coreografia di movimento, luce e suono». Interessante. Come sarebbe interessante capire perché uno spazio come il Sant’Andrea sia, sotto il profilo spettacolare, ormai quasi inutilizzato (le “aperture” all’anno si contano sulle dita d’una mano mutilata). Misteri.
A Pontedera, venerdì e sabato arriva Daniel Pennac: il Teatro Era ospita, infatti, Un amore esemplare, peculiare messinscena che unisce tre personalità artistiche quali il celebre romanziere transalpino, la fumettista Florence Cestac e la regista Clara Bauer. L’idea originale, dello scrittore, è ridisegnata dall’illustratrice e messa in scena dalla teatrante: vi saranno anche gli attori Massimiliano Barbini e Ludovica Tinghi, per un lavoro che incuriosisce e sembrerebbe porsi in relazione agli spettacoli (La prossima stagione e Leonardo da Vinci) che hanno visto la collaborazione tra Cristina Gardumi e Michele Santeramo (qui, l’ultima recensione in proposito). Ricordiamo, inoltre, che Un amore esemplare è il frutto d’una residenza artistica svolta da Cestac e Pennac a Pistoia, presso il Funaro, un paio di anni fa e che lì, domenica pomeriggio, l’autore francese, sempre sotto la regia di Bauer (attori Massimiliano Barbini e Pako Ioffredo) sarà impegnato in un altro reading scenico, Il caso Malaussène.
La sera di venerdì, spettacolo anche a Santa Croce sull’Arno: torna in scena Moni Ovadia con Il casellante, drammaturgia ricavata dall’omonimo romanzo di Andrea Camilleri, per una messinscena diretta da Giuseppe Dipasquale che prevede l’utilizzo di musica (due strumentisti dal vivo) e di un “coro” d’attori composto da Valeria Contadino, Mario Incudine, Sergio Seminara e Giampaolo Romania.
Tra sabato e domenica, segnaliamo, la sera del 10 a Cascina (La città del teatro), Radio Trieste, spettacolo sul tema delle foibe, rispetto al quale abbiamo opinioni un filo discordanti dalla comune sensibilità diffusasi negli ultimi anni. Non è in questa sede che si può dire molto altro. L’allestimento è di e con Martina Benedetti, la regia di Francesco Tammacco, per una produzione Fondazione Sipario Toscana.
Sabato e domenica, a Pisa (Teatro Verdi), Father and Son, ossia Claudio Bisio alle prese con un testo di Michele Serra per la regia di Giorgio Gallione. Dettaglio autobiografico senza importanza: la prima stroncatura mai prodotta da chi scrive fu proprio rivolta a uno spettacolo del glabro comico lombardo, diretto sempre da Gallione: si trattava di Grazie! (testo di Pennac), e, riassumendo, la critica verteva sulla conformistica prevedibilità di certe operazioni. Ecco, siamo convinti che la questione sia identica.
Si chiude con il “Teatro Liquido”, spalmato tra Bientina e Casciana Terme: sabato sera alle Sfide e domenica al Verdi, si ride con Paolo Migone e il suo one man show dal titolo MigonealNapalm. Anche qui, poche sorprese, ma, in questo caso, non va male.
Lucca e provincia – Pupi, tipi e La panne
Gran bella tentazione, per la serata di mercoledì a Camaiore (Teatro dell’Olivo), con Pupi siamo, lavoro firmato da Gianfranco Pedullà, con Marco Natalucci e Gianfranco Quero (il progetto è di quest’ultimo). Idea intrisa di Pirandello, come si evince dal titolo: due teatranti, prima di andare in scena con I giganti della montagna, si confrontano, parlando dell’autore girgentino. Perché no?
La sera dopo, mercoledì, di tutt’altro tenore l’offerta a Pietrasanta (Teatro Comunale): Tipi – Roberto Ciufoli, altro one man show, la cui locandina ci incuriosisce, più che altro, per le vocalizzazione di David Barittoni. Cosa saranno?
Prosegue la bella stagione teatrale del Colombo di Valdottavo, e anche questa volta (ci stiamo metaforicamente cospargendo il capino di cenere), chi scrive si perderà La panne (Die Panne) di e con Valentina Bischi, da un testo del drammaturgo elvetico Friedrich Dürrenmatt. Su questi schermi ve ne abbiamo già parlato, ma ci piacerebbe davvero poter vedere questo lavoro. Chissà, magari qualcuno lo farà per noi (e voi), magari potremmo proporre un questionazzo arlecchino a un’artista tanto spericolata da essere pure una nostra lettrice. Prendete esempio.
Oltreconfine – Firenze, Prato, Livorno, Massa e Carrara
Sconfiniamo, segnalandovi che Firenze riabbraccia il “suo” Stefano Massini, dato che alla Pergola, da martedì a domenica, andrà in scena Vincent Van Gogh, senz’altro legato al vecchio testo Il rumore assordante del bianco. In locandina troviamo Alessandro Preziosi protagonista, Alessandro Maggi alla regia, e Giacomo Vezzani (James, del Teatro Del Carretto) come autore delle musiche.
Doppia proposta a Prato: da giovedì a domenica, il Fabbricone ospita Il giocatore; da
venerdì a domenica, il Magnolfi vede Saverio La Ruina impegnato nel nuovo Masculo e Fiammina, monologo dedicato al tema dell’omosessualità e dell’identità di genere. Non si escludono sguardazzi.
Segnaliamo, infine, domenica sera a Livorno, presso il caparbissimo Teatro della Brigata, Perlasca. Il coraggio di dire no, traduzione scenica di una storia veramente accaduta e per anni rimasta ignota all’opinione pubblica. Scrittura e interpretazione sono di Alessandro Albertin, assistito da Michela Ottolini, produzione Teatro de Gli Incamminati e Teatro di Roma – Teatro Nazionale. L’incredibile vicenda di Giorgio Perlasca, commerciante, cittadino “ordinario” che, nel 1943, riuscì a salvare oltre cinquemila persone di religione ebraica dalla deportazione nazista diventa, così, racconto scenico. Non potremo andare: invitiamo voi a farlo.
Breve aggiornamento dalla provincia di Massa Carrara, che ha il record di due capoluoghi su due che stanno alle pezze per quel che concerne i rispettivi spazi scenici istituzionali: a Massa, hanno tirato su in frett’e furia un teatro tenda ribattezzato Guglielmi al Tenda, dove, sabato e domenica, andrà in scena Franco Branciaroli con Medea, nella versione a suo tempo diretta da Luca Ronconi. A Carrara, inizia una nuova stagione presso la Nuova Sala Garibaldi, in attesa che si riapra agli Animosi: ecco quindi, mercoledì e giovedì, il già citato Moni Ovadia con Il casellante.
La lirica – Il Giappone in scena a Lucca
Per quanto riguarda il melodramma, sabato e domenica, a Lucca, il Teatro del Giglio propone Iris, di Pietro Mascagni, su libretto di Luigi Illica: sul podio, Daniele Agiman, per la regia di Iroki Hihara e le scene di Sumiko Masuda (ecco il resto del cast), a testimonianza del carattere internazionale dell’iniziativa, che vede collaborare il Kansai Nikikai Opera Theater di Osaka, il Teatro Goldoni Livorno, il Teatro del Giglio Lucca e quello di Pisa. Iris è titolo di fine Ottocento, ed è a quest’opera che si deve il primo interesse nei confronti del mondo orientale da parte del teatro musicale italiano, ambito che vedrà quale risultato più celebre nella Butterfly pucciniana.
Questo è tutto, ed è ancora carnevale. Buon teatro e fate per bene.