ATELIER

Nel paese di Tarot le parole si sono rimpicciolite, le persone incontrandosi non si guardano  più, gli sguardi sono fissi dentro piccoli schermi azzurrini, nessuno più racconta.  Poi, un giorno, arriva un Saltimbanco a risvegliare memorie dimenticate. All’inizio nessuno lo nota, poi una donna si accorge di una parola portata dal Saltimbanco: Bicicletta. Una parola bella, rotonda, che sa mettere in moto pensieri arrugginiti. E la donna si mette a ricordare e a raccontare. Da molto tempo nessuno lo faceva più.
Per nascere le parole hanno bisogno di silenzio e di qualcuno pronte ad ascoltarle. Arrivano altre persone, un bambino, un vecchio. Una parola tira l’altra, chiama altre parole.
La piazza si rianima, ascolta e racconta di nuove parole: Amore, Musica, Felicità, Tesoro, di bocca in bocca disegnano un Gioco dell’Oca in caselle di vita, un gioco antico come il tempo che tesse memoria e immaginazione e ha per traguardo la parola Nascita, come dire che le storie camminano sempre e la fine è solo un inizio.

Il laboratorio prevede una serie di incontri intorno alle suggestioni delle parole proposte fino a una dimostrazione finale l’ultimo giorno del Festival.