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Eneide, un racconto mediterraneo Troia Espugnata
21/07/2016 21:30 - 23:00
Pontile Marina di Pietrasanta
ENEIDE UN RACCONTO MEDITERRANEO
LIBRO II – Troia espugnata
MASSIMO WERTMULLER
La poesia di Virgilio appare come una drammatica cronaca attuale: città in fiamme, profugo, esule, barca, mare.
Sono parole che, nude e scarne, creano un ponte tra la distanza altrimenti astratta tra noi ed Enea.
I Troiani in fuga dalla città in fiamme raggiungono Cartagine e qui vengono accolti da Didone.
Durante il banchetto, Enea racconta la sua storia e le sue vicende e i fatti che hanno provocato il fortuito arrivo della sua gente da quelle parti, a partire dalla caduta di Troia.
L’astuto Ulisse aveva trovato il modo di riuscire ad entrare nella città facendo costruire un enorme cavallo di legno, che avrebbe racchiuso, nascosti al suo interno, lui e alcuni dei migliori guerrieri greci.
I Troiani, all’oscuro di tutto, ingannati dal greco Sinone che aveva millantato loro la partenza dei greci (poi rivelatasi falsa) e incuriositi dal cavallo, avevano deciso di trasportarlo dentro le mura della città, incuranti delle profezie di Cassandra e di Laocoonte.
Usciti nottetempo dal cavallo, i guerrieri greci mettono Troia a ferro e fuoco. Enea, svegliato all’improvviso dal fantasma di Ettore vede con orrore che cosa sta succedendo. Radunati alcuni guerrieri, organizza la fuga dalla città.
Enea racconta quindi la sua fuga con il figlio Iulo e il vecchio padre Anchise caricato sulle proprie spalle: sua moglie Creusa non riesce a fuggire con loro e muore nella città che brucia: appare come ombra a Enea, raccomandandogli di vigilare sempre sul loro figlio.