Tutti gli spettacoli meriterebbero un manifesto – un’affiche, per fare i raffinati – che, pur rimanendo fisso, incollato a un pannello in doppia o quadrupla copia, riesca ad eccitare la fantasia del passante affaccendato, a incuriosire l’automobilista inchiodato al semaforo, a sorprendere il passeggero distratto sul filobus.
Non tutti ne hanno uno, ahimè, e gli spettacoli che hanno la fortuna d’essere reclamizzati per via di affissioni pubblicitarie ne hanno forse più svantaggi che benefici.
Io, che sono Arlecchino, sono vagabondo per natura. E quando passeggio, ciondolando tra le vie che si svuotano all’imbrunire, mi fermo a guardare i manifesti dei teatri. E giudico.
So che molti tra i miei pochi lettori strumentalizzeranno questo mio pezzo, sostenendo che mi sono rammollito, che non faccio più neanche la fatica di girare per strada in cerca di locandine, che sono un pusillanime. Ma che vi aspettate da Arlecchino? Onestà, spirito di iniziativa, prestanza fisica?
Come ne venimmo fuori, così Sabina Guzzanti ha intitolato il nuovo attesissimo spettacolo teatrale, per il quale si prevede una lunga tournée. E come ogni produzione mainstream che si rispetti, l’evento è accompagnato da un manifesto pensato con rigore: font futuristico con effetto bagliore, scelte cromatiche essenziali, la protagonista in primo piano, collo allungato come una vaticinante divinità primitiva, capelli di medusa e una tunichetta bianca e blu. Su uno schermo laterale i profili di Silvietto e Matteino, gli immancabili totem del nostro mostruoso presente televisivo [a lato, la locandina dell’anteprima presentata a Cascina]
Niente di che, in fin dei conti.
Se non fosse che circa un mese fa Sabina ha presentato al suo largo bacino di seguaci (followers) due differenti versioni della locandina [qui sotto, affiancate]. Identiche in tutto e per tutto, fatta eccezione per il collo, che in una delle due immagini aveva proporzioni regolari. «Quale preferite?», ha domandato la sorella minore di Corrado (o la sorella maggiore di Caterina, fate voi), e anche: «A cosa vi fa pensare?».
Una straordinaria profusione di commenti ha risposto all’appello.
E io, che sono Arlecchino, vigliacco e spia per mestiere più che per indole, ho deciso di riportarne alcuni, testualmente ma in forma anonima e con le risposte della Guzzanti, per riderne con voi.
Nessuna correzione né omissione; mi sono permesso solo di aggiungere dei titoletti, in rosso.
Romagna mia
PP Io preferisco quella col collo allungato che in alcune regioni ha un significato di lunga attesa.
SABINA Che regioni?
PP Per esempio in Romagna si usa dire, quando ti fanno aspettare, che ti hanno fatto fare il collo lungo. Sai quando guardi di continuo nell’attesa … che ne so … del cameriere che ti deve portare una portata? Ecco, quello!
Aho, te stimo Sabbi’! (sottotitolo: ma tu’ fratello è mejo)
FN Vabbè ce stanno a fa allungà er collo, deve esse carino, che fai racconti dar futuro quello che succederà? ma io me sarvo?
[…]
FN Comunque er vero senso è che dopo tutto sto tempo è rimasto tutto come prima meno che er collo che nel frattempo si è allungato, immagine fica, ma io avrei messo solo Berlusconi sulla prima, se ho centrato il senso, sennò il passare del tempo si evince solo dal collo, invece lo potenzi con l’artro particolare, se poi ce metti tu’ fratello che fa la settimana enigmistica da vecchio col trova le differenze e non trova un cacchio….. sarebbe una cosa da tu fratello e non da te in effetti….. siete diversamente surreali e te lavori sempre da sola….. però potresti finire con l’ufficiale giudiziario che je pignora la settimana enigmistica….
Credimi
SP Quello che vuoi, ma se ho immaginato bene l’idea dello spettacolo e’ stupenda, devo dire che mi fa impressione il collo lungo, mi sa che ti presti a stupide battute da parte di chi non ti ama.
SABINA Tipo?
SP Ti presti, credimi.
Postumi di una sbronza (sottotitolo: o bevuto troppo)
FC La prima e’ futurista, la seconda simpatica, la terza mi piace molto, poi mi sono stracciato i cuboni e o smesso… qualunque cosa fai, Sabina, va bene, perché sei nel giusto!
SABINA Caro, ma la terza qual è?
Piero Angela
CF Collo lungo, fa pensare alla teoria evolutiva che citava le giraffe come esempio.
SABINA Davvero?
CF Sarà che sono un po’ secchione, ma sì. Non era Darwin bensì un collega… Lamarck, “la funzione crea l’organo”.
Alberto Angela
FG Il secondo, da un punto di vista darwiniano, è corretto. È un adattamento all’ambiente futuro; un’evoluzione necessaria della specie.
Erotomania
GM Venimmo, erotismo al passato?
SABINA Ognuno è libero di vederci quello che vuole.
GM E fallo un sorriso, no? (Fallo si può scrivere?)
Modello numero 4, Giuditta.
GB Collo lungo… ma ti attozza un po’ il corpo, dovrebbe essere più slanciato.
SABINA Questo è quello che ho.
Storia del teatro greco
SP Collo corto: Medusa che uccide i suoi figli?
SABINA Si chiama Medea quella.
Quasi stalking
AG Alla Modigliani! E poi rende bene l’idea di una che non nasconde la testa dentro la sabbia.
SABINA Giusto:)
AG Se avessi 98 anni di meno ti avrei fatto la coooorte.
SABINA Ahahahah.
AG Però nessuno ti fa i complimenti per il vestito inindossabile stile giappanesa.