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Eva Marinai, Antigone di Sofocle-Brecht per il Living Theatre

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La settimana scorsa, a 88 anni, è morta Judith Malina, fondatrice insieme con il marito Julian Beck del Living Theatre, tra le compagnie più significative dell’avanguardia teatrale novecentesca.
Coloro i quali non sono mai sazi di lacrimosi coccodrilli ed etichette dalla fantasia acciaccata (robaccia tipo «poetessa della rivoluzione», «una vita tra scena e protesta»), navigando in rete avranno solo l’imbarazzo della scelta.
LSDA sceglie invece di pubblicare per l’occasione un breve estratto da una delle pubblicazioni più recenti, e di migliore qualità, sul teatro del Living: Antigone di Sofocle-Brecht per il Living Theatre, di Eva Marinai. Non solo il racconto della genesi e della messa in scena di uno degli spettacoli più potenti del gruppo, ma un’operazione di ricerca sui motivi (nella doppia accezione: ragioni e temi) del loro agire artistico.
Lo stralcio qui riprodotto [pp. 98-99] valga da “invito alla lettura”, nonché da postremo commiato.

La storia dell’Antigone del Living […] è costellata da contraddizioni e antinomie, a partire proprio dall’interpretazione attoriale di Malina, la quale sembra non essere mai morfologicamente conforme al personaggio della giovane vergine disobbediente e che, rivestendo un ruolo politicamente scomodo, è costretta a spiegare e giustificare costantemente all’opinione pubblica le ragioni profonde delle proprie scelte di donna “spericolata” (in un’epoca di rivendicazioni sulla parità sessuale) e di teatrante nomade, sempre in bilico “fra disciplina e libertà”.
All’epoca del debutto di Antigone, la quarantunenne Judith Malina è in attesa di Isha Manna Beck ed è costretta, il 30 maggio 1967, ad interrompere la tournée europea (che riprenderà il 24 settembre a Belgrado), poiché la gravidanza non le permette più di curvarsi in avanti per caricare il corpo di Polinice sulle proprie spalle, oltre a percepire un certo scollamento tra la condizione personale e quella di Antigone, nel momento in cui pronuncia la battuta: «Io, vergine tebana…».
Una sovrapposizione tra la propria vita e quella dell’eroina greca che Malina ha sempre sentito come determinante, anche durante la traduzione del testo, nei mesi di prigionia alla Passaic County, quando metteva in relazione la sentenza pronunciata dalle autorità nei suoi confronti con quella di Creonte nei riguardi di Antigone: la prigione come la caverna-sepolcro. Nelle pagine del proprio diario, nel periodo immediatamente successivo al carcere, Malina annota alcuni versi dell’Antigone e, in alcuni casi, gli Anziani di Tebe sono sostituiti con il Governo degli Stati Uniti.

Di seguito il sommario dei contenuti del volume:

cover evaEva Marinai, Antigone di Sofocle-Brecht per il Living Theatre, Pisa, ETS, 2014, pp. 252

Il Living Theatre incontra Antigone
La riscrittura della materia mitica
Antigone fra tradizione e trasgressione
L’arco ‘Sofocle-Hölderlin-Brecht-Malina’
Una produzione artaudiana di un testo brechtiano
Racconto dello spettacolo
Il corpo sonoro
La matrice figurale nel processo creativo
Antologia di testi
Cronologia della vita e delle opere del Living Theatre
Bibliografia essenziale

Carlo Titomanlio
È una persona serissima.

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