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Amami mostro: lo strano Frankenstein degli Eccentrici Dadarò

Sguardazzo/recensione di "I love Frankestein"

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Cosa: I love Frankestein
Chi: Rossella Rapisarda, Davide Visconti, Marco Pagani
Dove: Lucca, Auditorium del Suffragio
Quando: 27/03/2015
Per quanto: 60 minuti

Il teatro, più di altre discipline performative, può comportare una forma di grande libertà espressiva, in grado d’avvalersi di una potenza che il pubblico non esperto riconosce solo all’indubitabile comodità (produttiva e distributiva) del cinema e della televisione. Càpita, invece, che certi spettacoli, e segnatamente allestimenti destinati a un pubblico di bambini o ragazzi, riescano a mettere in scena autentiche macchinerie favolistiche, composite bizzarrie di sicura suggestione. Lo abbiamo visto con Bleu!, e ce lo conferma un altro allestimento, diverso per esecuzione e intenti, ma di non minor impatto come I Love Frankenstein presentato da Eccentrici Dadarò.

L’Auditorium del Suffragio non lesina luminosità esterna: ciò non compromette l’impressionante effetto d’una visione di raffinata matrice gotica. Campeggia in scena un’ingombrante carrozza settecentesca, alla cui sommità non s’agitano cavalli, bensì un cocchiere (Marco Pagani) di tratti e movenze grottesche.
Eccentrici Dadarò, 'I Love Frankenstein', particolare Visconti (ph sito ufficiale compagnia)Rombi, sussulti e tuoni contribuiscono all’effetto, accompagnati da lampi di luce provenienti sia dall’interno sia da sopra la carrozza. Potrebbe essere una rappresentazione horror, se non fosse che, dall’abitacolo, spuntano due personaggi dal trucco vampiresco (pallida biacca in viso, occhi evidenziati dal nero), ma troppo buffi per esser veri. Sono i coniugi Frankenstein (Rossella Rapisarda e Davide Visconti) costretti a un secolare ininterrotto pellegrinare sotto una pioggia incessante: li vediamo comparire e sparire dalla finestrucola della carrozza mentre gli elementi infuriano. Quando la bufera sembra placarsi, i due escono: eccoli, dunque, spiazzati e maldestri, rivolgersi al pubblico, dicendo e non dicendo quel che li ha condotti in tale precarissima soluzione. Di certo, si sa solo che l’incrollabile maledizione (guai a pronunciare la parola a voce alta) della pioggia potrà sciogliersi dinanzi a un grande gesto d’amore. Peccato che i due già s’amino davvero, e sinceramente: coppia eccentrica, non c’è che dire, tra Addams e l’ovvio riferimento cinematografico di Mel Brooks, che buona parte dei ragazzi in sala sembra saper cogliere.

Eccentrici Dadarò, 'I Love Frankenstein', Rapisarda Pagano (ph sito ufficiale compagnia)A impreziosire il tutto, l’elemento musicale: il cocchio è, in pratica, una batteria elettronica e il “mostro” che guida il calessino impugna bacchette, non redini. Dopo le prime sequenze dominate da una confusionaria sorpresa (parliamo dal punto di vista dello spettatore), ben presto si capisce che squassi sonori e botti sono diretta conseguenza del tambureggiante intervento dell’improbabile cocchiere. Il quale impugna pure la chitarra, a commento dei sentimentali flashback in cui lady Frankenstein ricorda il passato o agogna il miglioramento dell’insopportabile condizione.

Va da sé che tutto si risolverà (è evidente che il “peccato originale” sia la sfida intrapresa dal dottor Frankestein nel volersi sostituire a Dio), che l’amore sia destinato a prevalere, ma questa ci pare la porzione meno interessante d’uno spettacolo la cui forza sta nel grande ingegno rappresentativo e, se pensiamo al pubblico di destinazione, in un gusto citazionistico non alieno da certe atmosfere di Tim Burton (su tutti Il mistero di Sleepy Hollow, ma non solo). La conclusione, con l’immancabile «Si… può… fare!» scatena, infatti, l’ilarità del pubblico filmicamente più preparato.

VERDETTAZZO

Perché:
Se fosse... un libro sarebbe... una riduzione per ragazzi del capolavoro di Mary Shelley

Locandina dello spettacolo



Titolo: I love Frankestein

di Fabrizio Visconti, Rossella Rapisarda, Davide Visconti
con Rossella Rapisarda, Davide Visconti, Marco Pagani
musica dal vivo Marco Pagani
voce narrante Saverio Marconi
scene Francesco Givone
costumi Mirella Salvischiani, Alessandro Aresu


dai 6 agli 11 anni Frankenstein è una bellissima storia d’amore. Piena di passione, di suspence, di colpi di scena, di momenti di commozione, di spunti per parteggiare per uno o l’altro dei protagonisti. Di tutti quegli elementi, insomma, che caratterizzano una storia d’amore ben scritta. Poi è anche una storia inquietante, certo, con quel po’ di sfondo macabro che serve a tenere incollato il lettore alle pagine, ma, soprattutto, si tratta di una storia d’amore. Un amore necessario, negato, desiderato fino alla follia da parte della creatura per il suo creatore, che, innamorato della conoscenza, si spinge al di là di ogni logica, per scoprire l’inesplorato. Là dove finisce il conosciuto, inizia la conoscenza. E così il Dottor Frankenstein, innamorato del sapere e del mistero, arriva a superare quei limiti di fronte ai quali poi tremare. Arriva a creare l’inimmaginabile, salvo poi rifiutarlo appena raggiunto. Peccato che il prodotto del suo viaggio al di là del possibile sia una creatura umana. Peccato che questa creatura nasca con sentimenti profondi. Peccato che un figlio non può fare a meno di un padre. E allora qui nasce tutta la vicenda, da un bisogno infinito, e inappagato, d’amore. Un classico della letteratura riletto per i ragazzi, giocando con l’avventura del testo nelle sue diverse sfaccettature. Una storia modernissima, in cui si alternano colpi di scena a rotazione, momenti di suspance, momenti commoventi, comici, temi importanti come la fame di conoscenza, il bisogno di amore e di comprensione, la necessità di non essere giudicati dalle apparenze, la responsabilità per le proprie azioni.

Igor Vazzaz
Toscofriulano, rockstar egonauta e maestro di vita, si occupa di teatro, sport, musica, enogastronomia. Scrive, suona, insegna, disimpara e, talvolta, pubblica libri o dischi. Il suo cane è pazzo.