Impagliato. Tradimenti. Sigarette. Figli non voluti. Sono alcune delle parole proiettate sul fondale dell’Auditorium Caruso di Torre del Lago dove va in scena BoomErlang. Come da titolo, siamo a Erlang, un piccolo paesino nelle lande americane, in seguito al boom economico, dove desperate housewives instaurano litigi e dibattiti con i rispettivi uomini in carriera, impegnati in una fiorente azienda di tabacco. Potrebbe sembrare la classica commedia, ma il tutto è accresciuto ai limiti del brillante grazie all’escamotage di porre le attrici nei panni dei ruoli maschili e viceversa, realizzando così una vera e propria commedia en travesti.
Non è una novità, siamo avvezzi da tempi immemori a gioiose messinscene sul genere: a teatro, con il maestro Paolo Poli e il più recente Filippo Timi, al cinema con Jack Lemmon e Tony Curtis in A qualcuno piace caldo (1959) e Dustin Hoffman nel celeberrimo Tootsie (1983). È coraggiosa l’idea del crossdressing applicato a giovani attori – il più grande ha ventuno anni – un rischio che il regista Davide Moretti ha voluto correre con meritato successo. Frivole e taccheggianti “donne” si confrontano con tabagisti e gangster “uomini” a proposito di problematiche quali matrimonio, figli, tradimenti e tradizioni, sulle note di brani assai noti come I just call to say I love you (Stevie Wonder), I am happy (Soerba) e Angel (Robbie Williams). Si parla del sogno di una donna di tornare nella sua amata Napoli, terra natìa dove una maglia bianca per mangiare la pizza co’ ‘a pummarola ‘n coppa era improponibile; di una frizzante casalinga che instaura dialoghi con Lady, la propria cagnolina impagliata, ennesimo frutto delle violenze del marito; e di Miss Eleganza nella sua ineguagliabile mise rosa a pois bianchi, che non appena si infervora si tramuta in uno scaricatore di porto.
La scenografia è praticamente inesistente, se non per qualche sedia ricoperta da un telo a simulazione di un divano, ma l’intera ambientazione è data dalle luci e dalle proiezioni sul fondale. Alcuni filmati ci offrono il ricordo dei personaggi all’esterno delle mura domestiche, ma anche viaggi onirici e clip musicali; per gli interni, viene simulata la carta da parati che, a causa della bassa risoluzione, somiglia agli screensaver del computer. La predominanza attoriale maschile è netta rispetto a quella femminile, probabilmente anche a causa del viril ruolo in cui le giovani si sentono “costrette”; non è il caso di Allegra Cassina, che interpreta il ruolo della “sprovveduta” Charlotte, dondolando da una parte all’altra della scena a regalare vere e proprie “perle” di tontezza.
I trucchi del comico sono applicati in toto: il crossdressing, la battuta tormentone (lo sproloquio di parolacce, sempre nel medesimo ordine, di Miss Eleganza), la ripetizione ( il “Cosa?” di Wendy), le gag riprese da celebri film, come la sequenza del Rocky Horror Picture Show in cui i protagonisti in sequenza ripetono il nome di un altro personaggio.
La compagnia è formata da ragazzi dell’Accademia Teatro Rumore, ma ha poco da invidiare agli esperti del settore, e regala due ore di puro divertimento. Con un lavoro di limatura drammaturgica, una riduzione del cast e un finale meno guerra dei due mondi (l’arrivo degli alieni sancisce l’epilogo), questo spettacolo potrebbe avere un seguito professionale. Ci si augura quindi che questo Boomer(l)ang torni indietro ricco di grandi opportunità.