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Cinzia, quando il teatro supera la fantasia (ossia il fumetto)

Sguardazzo/recensione di "Io sono Cinzia (ovvero l’amore non si misura in centimetri)"

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Cosa: Io sono Cinzia (ovvero l’amore non si misura in centimetri)
Chi: Nicola Zavagli, Nicola Sorrenti, Francesco Petruzzelli, Giuseppe Sartori, Cristina Poccardi, Francesco Giordano, Teatri d'Imbarco
Dove: Lucca, Teatro del Giglio
Quando: 30/10/2019
Per quanto: 100 minuti

I fumetti a teatro, più che il teatro a fumetti.
Idea, in sé, non originale, anzi: entrando nella platea gremita da spettatori sui generis come i frequentatori di Lucca Comics & Games, sospettavamo di trovarci di fronte un lavoro supino all’idea sorgente (la graphic novel Cinzia di Leo Ortolani, spin-off dalle celebri strisce di Rat-Man), ruffiano e banalotto. Non che la stima per il pubblico teatrale in sé (quello che applaude sempre e comunque) sia soprana, tutt’altro; la diffidenza non è(ra) neppure da ascrivere alla difesa d’un orticello (l’arte scenica) che faticheremmo a individuare, piuttosto alla presunzione (sempre da combattere) di conoscere i propri polli.

La traslazione formale è operazione sempre complessa: se è vero che fumetto e cinema son rapportabili sia per l’uso del quadro come selezione della realtà sia per possibilità di ambientazioni fantasticamente verisimili, è altrettanto vero che il teatro, non potendo contare su effetti speciali, richieda strategie diverse, ove l’ingegno ha una parte rilevante.
Peraltro, il libro di Ortolani si contraddistingue per umorismo rapido, aguzzo, in chiave sia ludica sia sociale, col massiccio impiego di paradossali a parte, ove gli inserti immaginari traducono il pensiero dei personaggi (come nei Simpsons, per intenderci) con la funzione d’autentica punteggiatura al discorso comico. In tal senso, la traduzione scenica di questa storia a due livelli (riflessione sul genere e vaneggiamento biblico: la vicenda dell’Arca di Noè segue il dipanarsi della narrazione) pareva davvero impresa complessa.

Nicola Zavagli, regista e adattatore, risolve il tutto con un uovo di Colombo: se la potenza della scena è simbolica, e non mimetica, inutile provare qualcosa che non potrebbe funzionare; così, in un’ambientazione scientemente indefinita, vengono drammatizzate le tavole al completo, senza mutar quasi nulla del dettato originale, con l’ausilio (non rilevante) del proiettore.
Gli a parte sono dunque affidati alla pura e semplice recitazione degli interpreti: Nicola Sorrenti è Paul/Cinzia, protagonista in cerca d’una non piana ridefinizione di genere; Francesco Petruzzelli è Tamara, incontenibile e risolta travesta, sua amica intima; Giuseppe Sartori interpreta (prevalentemente) Tomas, collega d’ufficio di cui Cinzia s’innamorerà, innesco per la trama successiva; infine, Cristina PoccardiFrancesco Giordano sono i due jolly, abili a slittar di carattere in carattere, secondo l’esigenza.
È l’attore a fare il teatro.

All’opera troviamo una macchina ottimamente in assetto, commedia divertente, polifonica, che conquista subito la platea per la sinuosa verve interpretativa: Sorrenti esce alla distanza, ma è talmente bravo che ci si interroga a lungo se sia maschio o femmina; Petruzzelli debordante, frivolissima, irresistibile [si veda la foto a lato, N.d.R.]; ognuno, invero, vive il proprio momento di gloria. Tutto potrebbe pure migliorare: il piano luci da sviluppare maggiormente (“ritagliando” gli inserti, la potenza aumenterebbe non poco); benché non si tratti (meno male) d’un musical, le parti di canto potrebbero essere microfonate, risultando coerenti dal punto di vista sonoro; Mirko Fabbreschi, il cui vivace commento musicale segue tutta la storia, deve stare in scena; e certi lazzi potrebbero pure acquisire maggior calibro e scioltezza. Cose minime, rispetto alla giustezza dell’idea. Tanto che, la Cinzia teatrale, fedelissima al fumetto, supera quest’ultimo di numerose spanne, per efficacia, forza, vita: nel libro, la morale suona un po’ telefonata, qui no, ché il cuore del lavoro è altrove, nella performance stessa.

Per una volta, il teatro fatto bene, con cura, ingegno e sapienza, ha la meglio.
Applausi e ancora applausi.

VERDETTAZZO

Perché:
Se fosse... un'azione sarebbe... una capriola (ben riuscita)

Locandina dello spettacolo



Titolo: Io sono Cinzia (ovvero l’amore non si misura in centimetri)

direttamente ispirato a Cinzia, graphic novel di Leo Ortolani
adattamento teatrale e regia Nicola Zavagli
collaborazione Leo Ortolani e BAO Publishing
interpreti Nicola Sorrenti (Cinzia), Francesco Petruzzelli (Tamara), Giuseppe Sartori (Tomas, et al.), Cristina Poccardi (vari) e Francesco Giordano (Mosé, et al.) 
musiche originali Mirko Fabbreschi
costumi Cristian Garbo
luci Alice Mollica
assistente alla regia Cristina Mugnaini
scene digitali Cosimo Lorenzo Pancini
autori della canzone originale Trenta centimetri in più Leo Ortolani, Michele Bettali, Stefano Carrara, Fabrizio Castania
progetto Graphic Novel Theatre by Lucca Crea
a cura di Cristina Poccardi e Nicola Zavagli
organizzazione Cristian Palmi 
produzione Lucca Comics & Games
realizzazione Teatri d’Imbarco
adattamento Nicola Zavagli


Nella sua continua ricerca di collisioni di linguaggi Lucca Comics & Games tornerà a teatro con una nuova produzione: “Io sono Cinzia (ovvero l’amore non si misura in centimetri)” tratto dall’acclamato graphic novel di Leo Ortolani sul tema della transessualità. Una storia sull’accettazione e sull’omologazione, raccontata con rispetto e ironia da uno dei principali storyteller italiani, che ha ricevuto il plauso della critica e del pubblico ed è stato promosso dal movimento trans.

Uno spettacolo teatrale prodotto da Lucca Comics & Games e realizzato in esclusiva per i giorni del festival da Teatri d’Imbarco, adattato dal premio Nastro D’Argento Nicola Zavagli, con la collaborazione di Leo Ortolani e BAO Publishing. Ancora una volta il teatro come medium che abbatte la barriera fra attore e spettatore, e che riprende il rapporto tra festival e pubblico, chiamato a partecipare attivamente.

Igor Vazzaz
Toscofriulano, rockstar egonauta e maestro di vita, si occupa di teatro, sport, musica, enogastronomia. Scrive, suona, insegna, disimpara e, talvolta, pubblica libri o dischi. Il suo cane è pazzo.