Li avevamo lasciati in Servo per due con Pierfrancesco Favino e li ritroviamo con piacere nel foyer della Sala Garibaldi di Carrara a intrattenere il folto pubblico, accalcatosi all’interno per la copiosa pioggia.
Stiamo parlando del piccolo ensemble Musica da ripostiglio, irriverente gruppo che fa dell’intrattenimento e dell’improvvisazione la sua caratteristica principale e che nell’allestimento di Paolo Sassanelli è il vero protagonista in scena.
Signori in carrozza narra la divertente vicenda di due compagnie in competizione per un ingaggio da intrattenitori durante il viaggio a bordo della valigia delle Indie, la nave che da Brindisi giunge sino a Bombay. Gli scontri tra le rivali comitive si svolgono a tempo di musica e il repertorio oscilla da Amado mio di Pink Martini alla canzone napoletana (Mm’ ‘aggi ‘a curà è uno dei tanti esempi). L’antagonismo lascerà il posto al comune amore per l’arte e per la musica, che si celebra con l’intersezione dei migliori numeri e canzoni da parte di entrambi i gruppi.
Nonostante la performance sia ambientata negli anni ’50, non mancano i riferimenti alla contemporaneità, di cui il promotore è il personaggio interpretato dal bravo Giovanni Esposito che prevede probabili hit future degne di salire in vetta alle più importanti classifiche musicali, puntualmente scartate dai compagni di scena che le ritengono poco coinvolgenti. Da Perdere l’amore di Massimo Ranieri a Perdono di Tiziano Ferro, dalla versione italiana di Strangers in the Night all’imitazione, con gesto pelvico annesso, di Adriano Celentano con Prisencolinensinalciusol.
E’ l’intera Sala Garibaldi di Carrara a fare da scenografia, magicamente identificata con il teatro di Brindisi, dove sia sotto il palcoscenico sia sopra sono adagiati apparati scenici appartenuti a precedenti allestimenti. Un vero inno all’amore per il teatro, in cui è possibile richiamare alla memoria celebri messe in scena: la Anna Magnani nel ruolo della fioraia del Pincio di Quando meno te lo aspetti (di Michele Goldieri) e Carosello Napoletano (di Ettore Giannini), che debuttò proprio in terra toscana nel 1950, alla Pergola di Firenze.
Superfluo è l’utilizzo tecnologico del proiettore che su un sipario in tulle retroproietta due video: uno, a metà performance, per mostrare alle compagnie l’agognata nave La valigia delle Indie; l’altro, come epilogo finale, dove si mostra una carrellata di immagini con i grandi attori, registi e protagonisti del cinema e del teatro sia italiani che stranieri, sulle note della canzone, molto probabilmente originale, “ma questi artisti che regalano dei sogni da ballar”.
La recitazione è calcata e molto macchiettistica, specialmente per alcuni personaggi; oltre al già citato Giovanni Esposito, si fanno notare il capocomico della compagnia napoletana Ernesto Lama, la giovane dalla delicata e soave voce Margherita Vicario, il divertente Ivano Schiavi con le sue memorabili performance en travesti.
In definitiva, la serata scorre piacevole fra una risata e l’altra, benché alcune battute siano reiterate fin troppo insistentemente, ma del resto è ciò che una stagione da teatro di provincia richiede e vuole: ridere, ridere, ridere ancora …. musica di tamburelli fino all’aurora.