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Coppia d’autore

Sguardazzo/recensione di "Edipo Re / La voix humaine"

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Cosa: Edipo Re / La voix humaine
Chi: Anna Caterina Antonacci, Giuseppe Altomare, Emma Dante
Dove: Pisa, Teatro Verdi
Quando: 03/03/2019
Per quanto: 117 minuti

Si nota, nelle ultime stagioni, una crescente predilezione per i dittici e la stagione lirica del Teatro Verdi di Pisa si chiude proprio con una coppia di atti unici, a confermare la tendenza. Questo tipo di proposta permette ai direttori artistici di mettere in dialogo autori, temi e stili, offrendo al pubblico uno spettacolo vario e con titoli poco frequentati. È il caso di Edipo re, ultima opera di Ruggero Leoncavallo, che incontra La voix humaine, il monologo di Jean Cocteau messo in musica da Francis Poulenc.

Il primo titolo è un doppio tributo: non solo per il centenario della morte del compositore, ma anche per il baritono pisano Titta Ruffo (al quale il Verdi ha dedicato il ridotto davanti ai palchi) per cui questo atto unico fu scritto da Leoncavallo. L’allestimento in forma semiscenica ben si adatta all’agilità della partitura che, pur ripercorrendo passo per passo la tragedia di Sofocle, procede spedito e inesorabile verso l’agnizione finale.

Protagonista dell’allestimento è il lucchese Giuseppe Altomare, ancora una volta a proprio agio nel vestire i panni del potere (lo ricordiamo, nello stesso teatro, come Macbeth e, altrove, come Francesco in I Masnadieri). Sarà sempre lui il fulcro di un palco spoglio: ad eccezione di un trono, coro e cantanti in borghese creano lo spazio mediante l’azione. Sulla sinistra, sempre in luce, incombe la presenza del costume originale indossato da Ruffo per la prima dell’opera a Chicago, nel 1920.

Scritto una decina d’anni più tardi rispetto all’Edipo, La voix humaine di Poulenc fissa nel pentagramma una lettura della piece di Cocteau diventata una pietra miliare dell’interpretazione teatral-cinematografica e, grazie a quest’opera, anche musicale. Nomi illustri di dive di ogni tempo si sono cimentati con la disperazione di Elle, donna sola che viene abbandonata mediante una conversazione telefonica. In questa occasione, la protagonista è Anna Caterina Antonacci, soprano di affermata esperienza e amatissima dal pubblico (seppur estranea a un certo star-system della lirica). Grandi applausi per lei al termine di un’interpretazione magistrale, in cui ha unito la solida e sfumata espressività vocale a un evidente savoir-faire scenico.

La regia di questa seconda parte (importata da Bologna) è firmata Emma Dante, con la vicenda svolta in una sorta di ospedale per il mal d’amore, che si rivela gradualmente: quell’ambiente che prima potrebbe sembrare una camera da letto rosa, pian piano si spoglia e si riduce all’essenziale, fino a somigliare a una camera imbottita da ospedale psichiatrico. Antonacci in scena è affiancata da sei ballerini/attori, a interpretare il personale medico e le visioni di un uomo e di una donna che tormentano la protagonista. L’evoluzione psicologica della protagonista abbandonata procede verso la presa di coscienza scivolando dalla paranoia alla disperazione, dalla tendenza suicida ai ripetuti tentativi di mostrare serenità nei confronti dell’uomo che la sta lasciando. Emma Dante evidenzia il percorso verso la follia, portandolo all’estremo di una sorta di eutanasia conclusiva: il testo di Cocteau ha un finale aperto, in cui la protagonista lascia solo cadere la cornetta; la regista, introducendo la morte, riporta l’atto unico in una tradizione propriamente melodrammatica, di cui la morte (femminile) per pazzia è un topos spesso frequentato.

Un pubblico entusiasta di queste nuove scoperte lascia ben sperare che anche la prossima stagione possa essere ricca di appuntamenti in cui (ri)scoprire tesori nascosti o perduti.

VERDETTAZZO

Perché:
Se fosse... un accessorio sarebbe... un paio d'occhiali

Locandina dello spettacolo



Titolo: Edipo Re / La voix humaine

EDIPO RE
opera in un atto
di
Giovacchino Forzano
da Sofocle
musica Ruggero Leoncavallo
(in forma di concerto)

Edipo Giuseppe Altomare
Giocasta Paoletta Marrocu
Creonte Max Jota
Tiresia Francesco Facini
Un Corintio Tommaso Barea
Un pastore Antonio Pannunzio

LA VOIX HUMAINE
tragédie lyrique in atto unico
libretto Jean Cocteau
musica Francis Poulenc

con Anna Caterina Antonacci

direttore Daniel Agiman

regia Emma Dante
scene Carmine Maringola
costumi Vanessa Sannino

Orchestra Arché

Coro Ars Lyrica
Maestro del Coro Marco Bargagna

allestimento del Teatro Comunale di Bologna


Nella prima parte si rende omaggio al centenario della morte di Ruggero Leoncavallo (1857 - 1919) proponendone la sua ultima opera, ed insieme ricordiamo Titta Ruffo. L’Edipo Re di Ruggero Leoncavallo fu infatti il tipico esempio di opera scritta a misura di interprete, in questo caso per uno straordinario cantante-attore com’era appunto Titta Ruffo: a lui furono riservate le pagine più significative, come il toccante monologo conclusivo. Composta su libretto di Forzano, che si attenne scrupolosamente alla vicenda narrata da Sofocle, Edipo re, rimasta incompiuta per la morte del suo Autore, e completata da Giovanni Pennacchi , andò in scena postuma a Chicago, il 13 dicembre 1920, protagonista Titta Ruffo. Per i critici americani, quest’opera fu «un’impressionante riproduzione del vecchio spirito nei termini della musica moderna». Leoncavallo aveva centrato solo in parte l’obiettivo che lo aveva mosso a comporre questo suo ultimo lavoro, quello di mostrare di poter andare oltre l'ispirazione verista e di dar vita a un nuovo linguaggio musicale. Da notare che la prima esecuzione europea in forma scenica si tenne soltanto nel settembre 1958, all’Accademia Chigiana di Siena. Di tutt’altra natura La voix humaine. Nata nel 1930 come piéce teatrale frutto dello straordinario genio di Jean Cocteau, fu messa in musica nel 1957 da Francis Poulenc e debuttò il 6 febbraio 1959 all’Opéra-Comique di Parigi. Cocteau ne rimase colpito e gratificò il compositore sottolineando come quegli avesse fissato una volta per tutte il modo di rendere i suoi testi. Monologo che tiene avvinto lo spettatore dall’inizio alla fine, La voix humaine ha in scena un’unica protagonista, una donna e il suo dialogo telefonico con l’amante che l’ha lasciata, in un flusso continuo di stati d’animo. Un atto unico per grandi cantanti-attrici. Non a caso il ruolo è stato appannaggio di grandi dive della lirica, da Magda Olivero a Jessie Norman, da Renata Scotto a Gwineth Jones; anche nella cinematografia l’interpretazione della sofferenza dell’abbandono ha visto brillare  stelle come Ingrid Bergman, Sophia Loren e soprattutto Anna Magnani.

Andrea Balestri
Non è il Pinocchio di Comencini. Apparentemente giovane, studia teatro (non solo) musicale tra Pisa e Roma. Serie tv, pulizie e viaggi in treno occupano il resto della sua vita. Archivia i ricordi in congelatore e si lava i capelli tutti i giorni.