Ed ecco che oggi siamo pronti a rivivere la nostra infanzia: quando da bambini i nostri sguardi erano accesi, brillanti, le risate spontanee e sincere, la voglia di curiosare ed esplorare il mondo attiva al 1000%. Queste caratteristiche purtroppo crescendo si disperdono nello spazio cosmico, abbandonandoci così.
Ma bando alle ciance… Diamo inizio allo spettacolo.
Sul palco ecco che subito si presentano gli attori, o meglio vengono presentati dall’unico, grandissimo ed inimitabile BGC (non vi svelo nulla vi dico solo che è interpretato da Riccardo Festa) il quale presenta i personaggi in scena in quel momento: Valentina, una piccola bambina, purtroppo rimasta orfana (interpretata da Valentina Vandelli) e un’altra figura che subito cattura l’attenzione dei bambini: cupa, vestita di nero, si staglia imponente sui trampoli… proprio lei, Chiara Spoletini che di lì a poco interpreterà gli altri del mondo… Quale mondo sarà?
Adesso sì che finalmente inizia lo spettacolo vero e proprio.
Valentina viene fortunatamente rapita, portata via dall’orfanotrofio dal BGC (Buono Gigante Confuso), e condotta sull’Isola dei giganti. Inizialmente è impaurita perché non sa cosa aspettarsi da questo gigante (solitamente i giganti sono figure raccapriccianti, orribili, sanguinarie nell’immaginario dei bambini). Successivamente però tra dialoghi e convivenza i due sono legati da un forte legame d’amicizia.
Valentina si diverte nell’ascoltare il gigante poiché spesso questo si annoda e crea delle parole insensate che però ovviamene fanno sbellicare tutti dalle risate. Ed eccone un esempio: lui “logicamente” essendo un gigante molto particolare si nutre di snocomeri e lampogna.
Il loro obbiettivo (di Valentina e del Buono Gigante Confuso) è quello di proteggere i bambini dagli incubi ed evitare il genocidio; come tutti noi sappiamo infatti fa parte dell’ indole dei giganti nutrirsi di bambini. Riusciranno i nostri amati beniamini a compiere la loro impresa? Ve lo dico io? NOOO! SPOILEREREI SE NO. Quindi se non vi dispiace cari amici lascio il finale a voi.
Il tutto è reso in modo semplice ed efficacie: la presenza di pochi attori sulla scena, pochi oggetti ma essenziali nella narrazione e un pizzico di fantasia quasi come se fosse magia rende il tutto veramente molto apprezzabile.
Un gesto molto strano fatto dal protagonista principale che di sicuro ha lasciato tutti a bocca aperta: è sceso in platea facendo sì che il pubblico (composto in prevalenza da bambini delle elementari) fosse coinvolto al 100%. Si è fatto lanciare la loro merenda per far sì che potessero essere partecipi dello spettacolo.
Al ritorno da questo spettacolo dopo che i figli avranno raccontato la trama ai genitori, questi ultimi se ne staranno proprio tranquilli e beati grazie alla morale dello spettacolo che tradotto in pensiero vagherà nella testa così: ” Mio figlio di certo non agirà come un ladro, non sarà mai un truffatore, non mi mentirà mai e poi mai…” (tutte cose che purtroppo oggi sono all’ordine del giorno)
Oltre al divertimento questo spettacolo mi ha fatto ricordare che non bisogna mai smettere di essere bambini: la voglia di scoprire, sorridere, guardare tutti con occhi sinceri ma soprattutto… immaginare.
Chiara Di Muro