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Il delirio di onnipotenza di Shakespeare

Sguardazzo/recensione di "Dopo la tempesta. L'opera segreta di Shakespeare"

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Cosa: Dopo la tempesta. L'opera segreta di Shakespeare
Chi: Armando Punzo, Compagnia della Fortezza
Dove: Volterra (PI), Carcere di Volterra/Fortezza Medicea
Quando: 26/07/2016
Per quanto: 105 minuti

Dopo la Tempesta. L’opera segreta di Shakespeare. Ultima fatica della Compagnia della Fortezza, seconda e definitiva tappa del percorso iniziato l’anno scorso, con lo studio Shakespeare Know Well, da queste parti recensito e documentato fotograficamente.

Uno spettacolo non di facile lettura, problematico, se si vuol restare legati a una terminologia politicamente corretta. Come nella passata edizione, l’intera rappresentazione è incorniciata dal rettangolo assolato del cortile carcerario destinato all’ora d’aria. La scena si sposta e il suo centro scivola a destra di chi guarda destinando lo spazio restante al dedalo di croci arroccate sulle sbarre.

Armando Punzo di nuovo nelle vesti di poeta/autore/scrittore/bambino torna a tormentarsi inseguito dai suoi libri antropomorfi, creature afone cui viene concesso il privilegio della parola solo mediante il corpo dello stesso regista/attore che dona e toglie la voce nascondendo il viso tra le pieghe della carta.
Tornano le donne e, con esse, si riconferma la suggestione di un Fellini nascosto dietro qualche angolo.

13692875_1062592087121296_6588605616653811653_oGli spettatori accampati per terra, circondati dalla sabbia che copre la superficie dell’isola-carcere, assistono alla processione incessante di personaggi che entrano ed escono di scena. Lo scorrere del tempo, filtrato attraverso l’immaginario concesso da gorgiere di carta e maschere di trucco, è quello che, in definitiva, caratterizza l’intera messinscena.

Qualcosa, nonostante tutto, sembra venire a mancare. Non avviene con necessaria forza quel salto che si attende per concludere uno studio portato avanti per due anni. La rappresentazione si arricchisce di suoni, voci e se, nel caso di Shakespeare Know Well, quella di Punzo mista al rumore delle pagine strappate riempiva il silenzio, in questo Dopo la Tempesta acquistano spessore i brani interpretati dai detenuti; non quanto basta, forse, per completare una messa in scena sin troppo ricca di riferimenti, citazioni, ammiccamenti.

È un succedersi di quadri che si rincorrono con regolarità perdendo gradualmente la loro forza o13735521_1062591260454712_839262543166153158_originaria, un ritmo capace di risultare accattivante, ma che, nel suo ripetersi, svela alcune fragilità e mancanze: che sia, questa, una sfida troppo imponente da affrontare?

La voce off di Punzo tira le fila dell’allestimento: corpo e spirito si separano, si perdono tra le coperte di broccato nell’eco di argenti caduti a terra, rincorrono l’idea su scale sospese e la fuggono tra armature di cartapesta sino a ritrovarsi terribilmente frammentati e dissolti nell’aria.

Torna a concludere il bambino dai pantaloni a quadri e dalle scarpe con le stringhe: con lui, il simbolo di una purezza istintuale non ancora venuta a patti con la vita.

Dopo la Tempesta. L’opera segreta di Shakespeare si presenta così come una lunga processione di bellissimi costumi che sfilano immersi in una scena esteticamente impeccabile. Ci ritiriamo sul pianto di donna, sulle pagine accartocciate, con la consapevolezza che l’appetito acceso dalla Compagnia della Fortezza a proposito di Shakespeare possa non venire mai del tutto saziato.

[Sullo stesso spettacolo, leggi lo sguardazzo di Giacomo Verde]

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VERDETTAZZO

Perché: Sì, oppure no
Se fosse... un baule sarebbe... pieno di vecchi vestiti da donna

Locandina dello spettacolo



Titolo: Dopo la tempesta. L'opera segreta di Shakespeare

regia e drammaturgia Armando Punzo

musiche originali e sound design Andrea Salvadori
scene Alessandro Marzetti, Silvia Bertoni, Armando Punzo
costumi Emanuela Dall’Aglio
aiuto regia Laura Cleri
movimenti Pascale Piscina
assistente alla regia Alice Toccacieli
video Lavinia Baroni in collaborazione con VaiOltre!
aiuto scenografo Yuri Punzo
collaborazione drammaturgica Giacomo Trinci, Lidia Riviello
collaborazione artistica Adriana Follieri, Daniela Mangiacavallo, Pier Nello Manoni, Marco Mario Gino Eugenio Marzi, Debora Mattiello, Francesco Nappi, Marta Panciera, Luisa Raimondi, Francesca Tisano, Carolina Truzzi
assistenti stagisti Marta Fasulo, Gabriella Indolfi, Azzurra Lochi, Eleonora Risso, Edoardo Trentini

direzione tecnica Carlo Gattai
light designer Andrea Berselli
suono Alessio Lombardi

con Armando Punzo
e gli attori della Compagnia della Fortezza Salvatore Altieri, Sebastiano Amodei, Vincenzo Aquino, Mohammad Arshad, Andrey Ayala, Saverio Barbera, Nikolin Bishkashi, Pellumb Brhama, Rosario Campana, Maxwell Caratti, Roberto Cecchetti, Ivan Chepiga, Giuliano Costantini, Ismet Cuka, Pierluigi Cutaia, Gianluigi De Pau, Luigi Di Giovanni, Amar Papa Diouf, Oktavian Dumitru, Nicola Esposito, Mohammed Essalmi, Vincenzo Fagone, Alban Filipi, Pasquale Florio, Heros Gobbi, Arian Jonic, Ibrahima Kandji, Nasser Kermeni, Kujtim Kodra, Giuseppe Lamacchia, Carmelo Dino Lentinello, Hai Tzen Lin, Matteo Macchiarelli, Domenico Maggio, Antonino Mammino, Massimo Marigliano, Paolo Marino, Gianluca Matera, Gaspare Mejri, Edmond Parubi, Bledar Peskura, Marian Petru, Ciprian Putanu, Hamadi Rezeg, Vincenzo Rubino, Tip Saiw Sai, Alvaro Sapana, Mario Serban, Vitaly Skripeliov, Lucian Tarara, Massimo Torre, Fabio Valentino, Alessandro Ventriglia, Sinan Wang, Tony Waychey, Qin Hai Weng

e con Elisa Betti, Eva Cherici, Gillo Conti Bernini, Giulia Guastalegname, Francesca Tisano

e i giovanissimi Gregorio Mariottini, Marco Piras, Andrea Taddeus Punzo de Felice, Tommaso Vaja

produzione VolterraTeatro/Carte Blanche

con il sostegno di MiBACT Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Regione Toscana, Provincia di Pisa, Comune di Volterra, Comune di Pomarance, Comune di Castelnuovo V.C., Comune di Montecatini V.C., Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra, Ministero della Giustizia C.R. Volterra


Quattrocento anni dalla morte di William Shakespeare, secoli di esercizi sulla sua opera, di traduzioni, trasposizioni, di diatribe filologiche, di regie critiche, di adattamenti monologanti, di letture psicanalitiche, postmoderniste, destrutturaliste; “tradire per rispettare”, “ridurre per enfatizzare”: secoli di teatro come corpo a corpo ossequioso, sempre e comunque, con quell’affresco perfetto dell’umanità che il massimo autore inglese ha consegnato nei suoi testi, un travasare perpetuo da una forma all’altra un essere umano che si immagina scritto per sempre nelle pieghe meravigliosamente complesse di quei personaggi.

Con Dopo la tempesta. L’opera segreta di Shakespeare, Armando Punzo prova invece a mandare definitivamente all’aria ogni forma, ogni esercizio, dispositivo, e a dare vita a uno spettacolo liquido, un’opera monumentale che si confronti con tutto Shakespeare e con l’eredità filosofica che rappresenta. Un’opera totale che stravolga il canone occidentale di cui anche l’autore inglese è stato inventore, che stravolga il tempo, lo spazio, il ritmo, per mettere in discussione l’uomo, la sua forma rigida, la sua storia ingessata: l’apoteosi di quella utopia della libertà di poter sempre riscrivere tutto, anche quello che sembra impossibile da cambiare e da reinventare.

Di buchi neri, d’altronde, è disseminata l’opera di Shakespeare. Dentro quei testi Punzo cerca allora con la Compagnia della Fortezza il grande testo segreto, l’antidoto, il mistero che si nasconde nello spazio vuoto tra le parole, nelle maglie degli indugi di Macbeth e dei dubbi di Amleto. Tra quei fatti, tra quelle azioni e parole che vogliono rappresentare l’uomo c’è infatti uno spazio infinito da indagare, interrogare, che promette altro.

Gemma Salvadori
Nata a Volterra nell'inverno del 1992, vive lì, studia a Pisa. Sogna di vivere in un attico con un cane e quattro gatti: tutto molto bello ma davvero poco interessante. Fuma e scrive su un' agenda bancaria più vecchia di lei rivestita con la carta da parati della nonna del suo vicino di casa.