L’appuntamento è per le 18.30 alla chiesa di Sicelle, piccolo borgo sulle colline di Castellina in Chianti. Si lasciano le auto e si prosegue a piedi scendendo verso una valle che ospita l’antico Mulino di Rudi. La performance si svolgerà nei campi attorno al casolare. Sappiamo che il gruppo dei performer, guidato da Marco Sodini, si è preparato nell’arco degli ultimi 6 mesi sui testi di Dante, Pasolini, san Francesco, e con lo sguardo rivolto a Giotto. Ma gli ultimi 10 giorni li hanno passati ad allestire lo spettacolo condividendo la mancanza di luce elettrica e di acqua corrente. Esperienza cui sono ormai abituati e che rinnovano da alcuni anni. E, infatti, è un’esperienza quella che viene fatta vivere anche a chi dovrebbe essere un semplice spettatore teatrale. Molti sono tornati dopo esserci stati gli anni passati, e passeggiando si scambiano i ricordi delle “altre volte”. Altri lo hanno saputo per passaparola da amici o conoscenti.
Paradiso è il titolo scelto quest’anno per l’evento. Gli attori hanno gli stessi abiti degli spettatori. E, disegnando diverse coreografie, recitano a turno, e a più voci, versi poetici in lingua antica. Ci guidano invitandoci a seguirli. Lo spazio e la natura circostante non aiutano l’ascolto. Ma pare che non sia necessario comprendere tutte le loro parole. I gesti, i timbri delle voci, l’accenno di un canto, le azioni che compiono fanno risuonare il “paradiso” del titolo nelle menti e negli occhi di chi li segue, lasciando spazio a diverse suggestioni e significati. Ma attenzione: il clima che si vive non è da mistici iniziati, piuttosto quello schietto e scarno dei dipinti giotteschi.
Bambini ruzzano tranquillamente tra le diverse sequenze. E i cani portati da alcuni di noi non disturbano per niente. L’ascolto e l’attenzione sono alti e compiaciuti. Il teatro si mescola alla natura delle cose, armonicamente, svelando la verità che sta dietro a ogni finzione teatrale ben fatta.
Intanto il cielo minaccia pioggia. Il vento aumenta. Il suono delle foglie agitate si mescola mirabilmente con le voci degli attori. E dopo aver attraversato una grande fossa, dove è stato tracciato un confine blu come se fosse un fiume (o il cielo giottesco caduto a terra?), ci ritroviamo sotto un grande albero. Un grande cerchio, diviso a spicchi, fatto di erba e petali di rosa ci aspetta. Veniamo invitati a sdraiarci, accompagnati da altri versi. Quando tutti siamo nel cerchio, le nostre guide si ritrovano al centro e iniziano un canto corale proprio mentre comincia a piovere. Davvero un gran finale! Corriamo a rifugiarci nel casolare applaudendo e complimentandoci con i performer, ormai davvero confusi con gli spettatori. Poi vino, pane, formaggio, salame, prosciutto e acqua di fonte, aspettando che spiova, mentre fa buio. Sembra davvero un paradiso, anche se le nuvole in cielo non lasciano vedere la luna.