Il variopinto tributo di ADARTE a Elsa Schiaparelli

Sguardazzo/recensione di "Elsa"

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Cosa: Elsa
Chi: Francesca Lettieri, Paola Vezzosi
Dove: Siena, Teatro dei Rinnovati
Quando: 29/04/2015
Per quanto: 60 minuti

Un vero e proprio omaggio quello che la compagnia ADARTE allestisce per celebrare l’opera della stravagante italiana che rivoluzionò la moda degli anni Trenta del Novecento dalla sua maison parigina. Alla Schiaparelli è dedicato non solo uno spettacolo: sotto il titolo di Elsa sono infatti riunite due coreografie, Tra le braccia le pelli di un’orchestra e Body Shock, firmate rispettivamente da Paola Vezzosi e Francesca Lettieri, precedute a loro volta da un incontro di approfondimento e un aperitivo; tutti eventi opportunamente pubblicizzati tramite un volantino rosa shocking, ennesimo tributo all’arte della stilista che di questo colore ha fatto uno dei suoi segni distintivi.

Fresche, vitali, effervescenti, le due performance si compenetrano e contengono molti elementi in comune: entrambe traggono infatti spunto principalmente dal contesto storico e culturale che fa da cornice all’operato della Schiaparelli, in un percorso che attraversa il Novecento sia nelle scelte musicali (una selezione di brani che va dai componimenti di Schönberg al punk dei primi anni Settanta, passando per le più celebri canzoni di Edith Piaf), sia in quelle dei costumi e degli accessori (curati da Alessandra Mura), il cui cambio frequente nel corso dello spettacolo diventa emblematico e costituisce, di per sé, un chiaro richiamo all’universo della moda.

elsa4Lunghi abiti da sera e cappelli floreali dalle grandi tese ma anche paillettes, slip leopardati, parrucche fuxia: i costumi non assolvono qui solo funzioni estetiche o citazionistiche, ma aprono finestre sull’immaginazione e sembrano informare le stesse coreografie, in un succedersi di quadri spesso ironici ma di gusto assai differente: si passa da una sequenza dalle movenze marionettistiche su musica atonale, reminiscenza delle sperimentazioni espressive degli albori del ventesimo secolo, a momenti di follia collettiva, con tanto di pogo, sulle note dei Sex Pistols; da balli di sala in occhiali da sole a duetti segnati da una gestualità minimale; dall’imitazione di uno sparuto branco di cammelli indolenti – con un chiaro richiamo, negli abiti scamosciati, all’interesse della stilista per l’arte africana – a trascinanti e dinamiche coreografie di gruppo.

AdArte-Elsa-di-Francesca-Lettieri-e-Paola-Vezzosi-3-304x458Carta vincente di questa variopinta sfilata di stili e modalità espressive è senza dubbio la carica energetica dei cinque performer, cui si associano leggerezza e una buona dose di ironia.
L’esibizione dei corpi tipica del mondo delle passerelle (richiamate esplicitamente nel ripetuto incedere tra il fondo del palco e il proscenio, esibendo le vesti) diventa infatti puro gioco, e, riproposta più volte nel corso dello spettacolo, giunge al suo apice nello sfrenato spogliarello di gruppo, che conclude la serata all’insegna della spensieratezza. Gli applausi serbano l’ennesima sorpresa, con il rientro dei danzatori coperti solo da minuscoli asciugamani. Rosa shocking, s’intende.

VERDETTAZZO

Perché:
Se fosse... una manifestazione popolare sarebbe... un vivace e chiassoso gay pride

Locandina dello spettacolo



Titolo: Elsa

ideazione, regia e coreografia Francesca Lettieri, Paola Vezzosi
interpreti Luca Campanella, Ramona Diserafino, Francesca Lettieri, Ulisse Romanò, Paola Vezzosi
costumi Alessandra Mura
assistente alla produzione Silvia Muratori, Giada Volpi

con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Autonoma della Sardegna, Regione Toscana


A più di dieci anni dallo spettacolo ispirato a Frida Kahlo, Francesca Lettieri e Paola Vezzosi si confrontano con un’altra importante figura femminile, stavolta italiana, che nella Parigi degli anni ’30 rivoluzionò col suo anticonformismo la storia della moda e del costume, contrapponendosi nelle scelte di stili e di colori a Coco Chanel: Elsa Schiaparelli. Aristocratica di origini, la stilista italiana intravedeva nella moda un mezzo artistico per esprimere le sue idee originali e stravaganti. Lo spettacolo renderà omaggio a questa grande donna, maestra di provocazione e ricercata raffinatezza, mostrando al pubblico il rapporto di complicità che negli anni si è instaurato tra la danza, la moda e le arti figurative. 
Un vestito non può semplicemente stare appeso alla parete come un quadro o rimanere intatto e vivere a lungo ben protetto come un libro. Un vestito vive solo se lo si indossa e, appena ciò accade, un’altra personalità si sostituisce e lo anima -o almeno ci prova- lo esalta, lo distrugge o lo trasforma in un canto di bellezza (Elsa Schiaparelli)

Anna Solinas
Sulla soglia dei 30, si interessa di teatro e danza contemporanea, che frequenta da interprete oltre che da spettatrice. Pecca d'ingenuità, nutrendo un'ingiustificabile fiducia nel genere umano: per porvi rimedio, ha iniziato a cimentarsi nella critica. Prendendoci gusto.