Ci vediamo (a) Kobane

Sguardazzo/recensione di "Kobane Calling on Stage"

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Cosa: Kobane Calling on Stage
Chi: Zerocalcare, Teatri d’Imbarco
Dove: Fucecchio (FI), Teatro Pacini
Quando: 21/12/2019
Per quanto: 140 minuti

Talvolta, si va a ritroso: così ci è capitato con il fumetto a teatro, gagliarda operazione lanciata da Lucca Comics & Games e presa al volo dalla compagnia Teatri d’Imbarco.
A fine ottobre, siamo partiti dal terzo e sinora ultimo episodio di questo ambizioso progetto,
Io sono Cinzia, realizzazione convincente a tal punto da indurci ad accorrere in quel di Fucecchio per la rimessa in scena di Kobane Calling on Stage, precedente cimento del gruppo con una graphic novel, successivo al primo tentativo, il Corto Maltese del 2017. 

Anche in questo caso, prima dello spettacolo ci siamo procurati l’oggetto del riadattamento, notando subito che se Cinzia è, ipso facto, una commedia brillante, quella di Zerocalcare ha i tratti di un’opera più articolata: alle caratteristiche del reportage di guerra, infatti, somma quelle d’una narrazione spiccatamente personale; il tutto, al servizio di un’encomiabile, coraggiosa opera d’informazione circa questioni assai lontane dalle prime pagine dei giornali, dai servizi dei tg, nonostante l’indiscutibile importanza.
Un
oggetto strano, dunque, sicuramente necessario e, pure nella sua natura di fumetto, assai complesso da traslare su un palco.

La regia di Nicola Zavagli opta anche qui per una sorta di calco diegetico e segue passo passo le strisce: si parte da dove ha inizio il volume, collocandone i personaggi e le storie in un’ampia e scura scenografia, sormontata da un telo ove si riproducono ingrandimenti delle vignette originali.
Lo sdoppiamento scena/schermo è qui stringente, cooperando fattivamente alla messa a fuoco delle vicende rappresentate. La narrazione
calcarea è mossa, ricca di spunti, digressioni, commentacci umoristici, secondo una strategia consolidata: le presenze “aliene” dei fumetti (oltre al celebre armadillo, un mammuth e altre figure assortite) sono tradotte fisicamente mediante grossi mascheroni sorretti a braccio dai rispettivi interpreti; gli attori si trovano a recitare “sovrastati” dalle fattezze dei peculiari personaggi, soluzione palesemente brechtiana a impedire qualsiasi tipo di immedesimazione.
Gli spettatori si sintonizzano subito sul ritmo rapido, costantemente ravvivato dalla recitazione vibrante d’un cast numeroso, tra cui si distinguono Davide Paciolla (nei panni del protagonista), la felice esuberanza di Francesco Giordano e l’eclettismo di Cristina Poccardi

L’impressione è, però, d’una macchina teatrale meno fluida rispetto a Cinzia, riferimento ingombrante quanto inevitabile.
I motivi potrebbero risiedere nella natura stessa della fonte, il suo essere (anche) diario che, forse, avrebbe richiesto un’impostazione diversa, più ritagliata su una dimensione
intima, foss’anche un monologo, magari con un creativo impiego della tecnologia.
Nel fumetto si entra presto
in comunicazione col protagonista-narratore, la cui voce ha una doppia valenza: illustrare il viaggio e parlare, spesso umoristicamente, di sé. In scena, questa dinamica muta di senso, e il Calcare attore tra gli attori appare tecnicamente (non per demeriti del suo interprete) impossibilitato a tracciare quel peculiare legame affettivo col singolo spettatore (si legge da soli, mentre a teatro si è in molti). Pure la scelta di far recitare come stranieri gli interpreti dei personaggi via via intervistati ci pare rischiosa, giacché l’effetto caricatura è sempre in agguato: optare per l’italiano non sarebbe stato, forse, nocivo. Elementi che certo non rovinano il risultato finale, comunque assai gradevole, ma rendono lo spettacolo meno abrasivo e urgente del fumetto, in chiave sia poetica e sia politica: quest’ultimo è un capolavoro, la versione scenica “soltanto” un lavoro ben fatto. Non che sia poco, tutt’altro, ma Kobane l’abbiamo vista meglio sulla carta.

VERDETTAZZO

Perché: Sì, oppure no
Se fosse... una manovra in strada sarebbe... una derapata

Locandina dello spettacolo



Titolo: Kobane Calling on Stage

tratto da Kobane Calling di Zerocalcare edito da Bao Publishing
produzione Lucca Comics&Games e Teatri d’Imbarco
in collaborazione con Bao Publishing 

Graphic Novel Theatre è un progetto di Lucca Crea a cura di Cristina Poccardi e Nicola Zavagli 

con Massimiliano Aceti, Luigi Biava, Fabio Cavalieri, Francesco Giordano, Carlotta Mangione, Alessandro Marmorini, Davide Paciolla, Lorenzo Parrotto, Cristina Poccardi, Marcello Sbigoli
e con i giovani attori della Compagnia Teatri d’Imbarco Andrea Falli, Martina Gnesini, Jacopo Lunghini, Francois Meshreki, Niccolò Tacchini, Gabriele Tiglio, Matilde Zavagli

assistente alla regia Cristina Mugnaini
musiche originali Mirko Fabbreschi
maschere Laura Bertelloni
video design Cosimo Lorenzo Pancini
adattamento e regia Nicola Zavagli
direzione artistica Beatrice Visibelli
organizzazione Cristian Palmi
distribuzione e progetti collaterali Antonella Moretti


Un atto d’amore del teatro al mondo poetico e comicissimo di Zerocalcare, ma anche un atto di solidarietà a chi ogni giorno in Siria mette a rischio la propria vita in una terribile guerra senza fine. Kobane Calling, il capolavoro di Zerocalcare con oltre centoventimila copie vendute in Italia, debutta per la prima volta in scena, dando vita a un atipico documentario teatrale che restituisce il senso del viaggio di un gruppo di giovani volontari partiti per Kobane, la città simbolo della resistenza curda, con l’intento di portare aiuti umanitari e raccogliere testimonianze per una cronaca alternativa della situazione siriana. Il risultato è una grande narrazione corale, con tredici giovani attori in scena, che alterna il dramma alla commedia, il basso e l’alto, il pop e il civile. Uno spettacolo che non spettacolarizza la guerra, ma racconta con spietata leggerezza la verità brutale di un conflitto troppo spesso dimenticato, cercando pericolosamente di mantenersi in bilico tra cronaca del nostro tempo e immaginario fumettistico. L’adattamento e la regia sono del regista e drammaturgo Nicola Zavagli che da anni persegue, con l’attrice Beatrice Visibelli e la compagnia Teatri d’Imbarco, un teatro popolare d’arte civile. In scena, a dar vita a questa entusiasmante e inedita opera corale, i talentuosi Massimiliano Aceti, Luigi Biava, Fabio Cavalieri, Francesco Giordano, Carlotta Mangione, Alessandro Marmorini, Davide Paciolla, Lorenzo Parrotto, Cristina Poccardi, Marcello Sbigoli, affiancati dai giovani attori della compagnia Teatri d’Imbarco. «Trasformare Kobane Calling in uno spettacolo è stato un processo difficile ma entusiasmante. Mi ha consentito di toccare contemporaneamente le corde del grottesco e dell’impegno. Per un mese ho studiato con attenzione il materiale. Sono partito da una sceneggiatura con flashback e spostamenti, ricostruendo la linearità dei due viaggi e inserendo poi le citazioni pop e i siparietti surreali: elementi fondamentali per restituire la commistione di piani che rende così ricco e dinamico il fumetto. Il risultato è una grande narrazione corale, con tredici giovani attori in scena, che alterna il dramma alla commedia, il basso e l’alto, il pop e il civile. In passato ho lavorato molto sui drammaturghi inglesi e irlandesi, che spesso riescono a fondere comicità e violenza, come raramente avviene nel teatro contemporaneo italiano. Qui ho avuto l’opportunità di giocare su più registri: un’occasione preziosa». (Nicola Zavagli)

Igor Vazzaz
Toscofriulano, rockstar egonauta e maestro di vita, si occupa di teatro, sport, musica, enogastronomia. Scrive, suona, insegna, disimpara e, talvolta, pubblica libri o dischi. Il suo cane è pazzo.