L’attualità nella fiaba

Sguardazzo/recensione di "La bella e la bestia"

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Cosa: La bella e la bestia
Chi: Sara Allevi, Giulio Canestrelli e Matteo Pozzobon
Dove: Porcari (LU), Auditorium Vincenzo da Massa Carrara
Quando: 11/03/2018
Per quanto: 60 minuti

A ognuno di noi, da bambino, è stata raccontata qualche fiaba. Da un genitore, un nonno, un parente o un amico. Siamo cresciuti con questi racconti che, fin dalla tenera età, ci hanno dato “lezioni” di vita, che ci hanno creato una prima idea del mondo dei “grandi”. Gli stessi grandi che, spesso e volentieri, poi dimenticano o sottovalutano quelle parole, quelle immagini che nelle loro menti giovanili hanno generato sogni, desideri, aspirazioni.
Ogni tanto, quindi, è bene tornare a vivere quelle emozioni.

La compagnia Stivalaccio Teatro mette in scena La Bella e la Bestia, spettacolo ovviamente indirizzato a un pubblico di bambini, ma che, a dire il vero, può dilettare e interessare anche spettatori adulti.  
L’allestimento si apre con una prima scena, molto efficace, ambientata all’interno del castello della Bestia, personaggio interpretato da Giulio Canestrelli. Eleonora Marchiori, nei panni di Bella, sta sognando, anzi, sta avendo un incubo. Mani pelose e artigliate si muovono intorno al viso della fanciulla e con la loro cattiveria fanno riempire la bocca della ragazza di urla e grida di spavento. 

La trama è fedele a quella della storia originale; ma non nell’ordine in cui vengono raccontati i fatti. A partire dalla scena citata, collocabile già al centro della storia: per rendere credibile l’escamotage narrativo, i due attori creano, dunque, un teatrino sul palcoscenico. La scenografia, costituita da una serie di mobili, permette agli interpreti di modellare nuovi spazi e nuove ambientazioni da modificare velocemente. Grazie all’impiego delle luci e all’alternarsi calibrato dei momenti di buio, Canestrelli e Marchiosi disegnano uno spazio in cui giostrare una marionetta, il padre di Bella.
Il sogno iniziale è, così, il frutto di un incantesimo, la ragazza, infatti, parla con la Bestia nelle sue sembianze umane.

Ben riuscita l’interpretazione di Matteo Pozzobon nelle vesti del servo la cui goffaggine fa spesso ridere il pubblico, a prescindere dell’età. La sua figura è importante per “alleggerire” alcune parti dello spettacolo, quelle che, altrimenti, sarebbero risultate un po’ troppo dilatate, ripetitive e, a volte, pure scontate. Nella scena del ballo scandisce il passare del tempo con sfogliando, via via, un calendario. Bella risulta, tuttavia, un po’ troppo intimorita, e il suo continuo urlare è a volte esagerato. La Bestia, anziché incutere paura, con la grossa maschera pelosa a ricoprire il viso per intero, fa sorridere.

Nonostante tutto, la storia può far riflettere su tematiche attuali, come, per esempio, la xenofobia, la paura del diverso, sentimento che ormai risulta molto diffuso tra la gente. Dovremmo ricordarci del bambino che è in noi, andare oltre le differenze e porre alla base dei nostri comportamenti tolleranza, comprensione e amore.

Lisa Casati

VERDETTAZZO

Perché:
Se fosse... frutta sarebbe... macedonia

Locandina dello spettacolo



Titolo: La bella e la bestia

Testo: Marco Zoppello
Produzione: Stivalaccio Teatro – Anno di produzione: 2016
Con: Sara AlleviGiulio Canestrelli e Matteo Pozzobon
Musica dal vivo: Friedrich Micio – Ideazione e Creazione figure: Ariela Maggi
Costumi: Antonia Munaretti – Scenografia: Alberto Nonnato – Disegno luci: Matteo Pozzobon
Locandina: Chiara Baglioni
Regia: Marco Zoppello


Un fitto bosco di alberi alti e scuri, i cui rami ricurvi, carezzati dai raggi della luna, formano ombre intricate sul terreno. Laggiù, in fondo, ancora più in fondo: una Luce. Un Castello e, in alto, una finestra. Dorme una fanciulla dai biondi capelli, dorme e sogna. Sogna artigli e peli ispidi, ma anche splendidi principi e luoghi fatati. Esistono sogni più veri del vero, verosimili come uno specchio..ecco, lo vedo! Sembra che Lui ci sia, ma non c’è. Dov’è? Chi c’è dentro lo specchio? Lei è Bella. Così bella che tutti la chiamano soltanto: Bella. Ma il castello non è certo il suo, è di Lui. No, non del Principe, ma della Bestia. Così bestia che tutti lo chiamano soltanto: Bestia. Anzi, lo chiamerebbero, se qualcuno lo andasse mai a trovare. Non è cattivo, non è incivile, maleducato, stupido, è semplicemente...Bestia. E come tutte le bestie fa paura. Come fa paura il bosco, come fanno paura le ombre intricate su di un terreno brullo e i castelli sconosciuti. Come fa paura l’amore.