Un pubblico insolito gremisce la platea e i palchetti del Teatro del Giglio: bambini con un’età media di dieci anni. Siamo nel vivo della nuova edizione del Lucca Junior Opera con la messa in scena di Lo scoiattolo in gamba, opera in un atto, frutto del sodalizio fra Eduardo De Filippo e Nino Rota, qui con regia e adattamento di Emiliana Paoli. La rassegna, nel suo complesso, si compone di tre spettacoli in cui i ragazzi possono vivere, sia come protagonisti sia come spettatori, un’esperienza quasi unica in cui il teatro si fa a loro misura. Per il giovane pubblico è coinvolgente vedere sul palcoscenico una nutrita schiera di coetanei, impegnati come ensemble vocale (curato da Nicoletta Fiori) e come corpo di ballo, con gli allievi di Art&Danza Arabesque e Fuoricentro Spazio Danza e Teatro.
Il primo livello di narrazione vede impegnati due personaggi: la piccola Luisella, interpretata da Sofia Donatelli, disinvolta e spigliata, e suo padre Eduardo, l’attore Massimo Viganò, che sfoggia un accento napoletano poco credibile. La loro presenza funge da mediazione per il secondo livello, quello della favola che la stessa Luisella ha scritto a proposito di un piccolo scoiattolo rimasto senza denti (interpretato dal soprano Giorgia Giulio). Il Re Pappone (il basso Massimiliano Galli) e il suo Ciambellano (Stefano Marchisio, baritono) chiedono, in cambio di una dentiera, la preparazione di un pranzo luculliano che, infine, lo scoiattolo consumerà, scoprendo che i denti gli sono ricresciuti. Naturalmente sarà anche costretto a darsi alla fuga per evitare la decapitazione.
La vocalità è ben bilanciata: la voce del giovane soprano si identifica con la chiarezza e l’ingenuità del personaggio, in contrasto con quella dei due personaggi cattivi, caratterizzati dal registro grave. La dimensione fiabesca è arricchita grazie alle proiezioni scenografiche, curate dalla stessa Emiliana Paoli, e dall’orchestra con giovani musicisti diretta da Paolo Biancalana. I numerosi personaggi in scena circondano il Re e lo scoiattolo, richiamando con i loro costumi e con gli interventi corali un mondo incantato: la guida abile evita l’effetto dilettantistico.
Interessante la varietà coreografica di Elisabetta Fiorini con il corpo di ballo assai eterogeneo sotto il profilo anagrafico. I numerosi gruppi hanno arricchito la performance, sfruttando gli intermezzi musicali originali di Marco Cattani. La presenza di un pianoforte verticale a ridosso del proscenio dà quasi la sensazione di un laboratorio.
Lo spettacolo, per durata e costruzione, riesce a coinvolgere emotivamente i bambini, avvicinandoli a una forma artistica per sua natura complessa e impegnativa. Inoltre, è lodevole anche la partecipazione di numerose realtà del territorio (scuole, enti artistici pubblici e privati) nell’allestimento. Il teatro è vivo e davvero in rapporto con il suo pubblico: una strada che ci si augura venga percorsa sempre più spesso.