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Oscurità e vagheggiamenti

Sguardazzo/recensione di "Molly E Marion"

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Cosa: Molly E Marion
Chi: Simona Generali, Lara Panicucci
Dove: Valdottavo (LU), Teatro Cristoforo Colombo
Quando: 28/12/2017
Per quanto: 60 minuti

In poesia, c’è chi ha compiuto una differenziazione tra testi difficili e oscuri, considerando i primi decodificabili anche se con fatica, i secondi di per sé non decodificabili, resistenti a qualsiasi forma di parafrasi, e tuttavia, nonostante non li si possa spiegare, questi possono risultare comprensibili, magari a livello non completamente razionale.

Venendo quindi all’allestimento firmato da Simona Generali, dichiaratamente ispirato a un testo complesso e quasi delirante come Ulisse di Joyce, è innegabile come questo sia caratterizzato da una certa oscurità, che rende difficile parlarne in modo compiuto senza ripiegare, almeno in prima istanza, nella descrizione di scene, movimenti e parole, per poi cercare di rintracciarne significati più reconditi.

Sul palco, dominano i colori scuri: le luci tagliano misuratamente la scena, creando finestre apparentemente luminose e dotate di senso, che, però, si perdono in una narrazione che sembra chiudersi, più o meno coscientemente, alla comprensione.
Generali, interprete principale nonché regista del lavoro, è affiancata da Lara Panicucci, musicista e, per l’occasione, attrice. Lunghi lisci capelli corvini, sottoveste di seta nera: le due possono sembrare la stessa persona, «due facce di una stessa donna, o una faccia di due donne diverse» come riportato dalle note di regia. Entrambe si muovono sul palco, con gesti quotidiani: accendono e spengono la lampadina che galleggia sulla scena, si legano e sciolgono i capelli, si truccano…

Simona Generali comincia subito a parlare, e il flusso di parole non sarà interrotto che da brevi momenti di buio. Prende forma, così, un lungo monologo alienante: cogliere il senso delle frasi e ricondurlo a una struttura mentale superiore è quasi impossibile, forse neppure richiesto. L’unico modo per apprezzare la rappresentazione è lasciarsi inondare da questo flusso continuo, che parla di femminilità, vita di coppia, sesso, noia, senza ricercare il significato letterale di ogni sintagma, ma cogliendo quello che si riesce. Insoddisfazione e voglia di vivere si fondono in questo lungo soliloquio, in cui gli amanti non hanno nome né volto, e si sovrappongono.
Uno spettacolo tanto parlato diviene, però, stancante, e non è facile entrare nel ritmo concitato delle parole e dilatato delle immagini, movimenti lenti che paiono dipingere quadri in una penombra asfissiante. Panicucci è per lo più silenziosa, spesso esce dall’azione scenica effettiva, e il suono del suo clarinetto, che esegue linee melodiche scritte da Silvio Bernardi, accompagna scene desolanti.
Vestiti e acconciature che cambiano sembrano suggerire diverse situazioni, ma nel flusso verbale non si riescono a cogliere interruzioni che indichino drammatici cambi di scena.

Il teatro Colombo di Valdottavo è un buon ambiente per uno spettacolo di questo tipo, la cui comprensione richiede la partecipazione emotiva dello spettatore, ma non sempre le voci delle attrici sono riuscite a raggiungere tutta la platea: tuttavia, per l’interpretazione che ne abbiamo fatto, l’assimilazione cosciente di ogni parola va in secondo piano, rispetto a un significato complessivo che si lascia appena intravedere.

VERDETTAZZO

Perché: Sì, oppure no
Se fosse... una matita sarebbe... marrone

Locandina dello spettacolo



Titolo: Molly E Marion

soliloquio liberamente tratto da Ulisse di James Joyce
regia Simona Generali
con Simona Generali
Lara Panicucci clarinetto
musica di Silvio Bernardi
disegno luci Silvio Bernardi
una produzione Teatro Colombo Valdottavo e Spazio Leopoldo
in collaborazione con Dryas Teatro Natura


Molly siamo noi, noi donne, tutte noi, che sorridono alla vita, che sognano un incantesimo, che immaginano lidi dorati e emozioni inaspettate. 
Molly siamo noi, noi tutte che si deprimono rinchiudendosi in casa con l’eccesso di paura di vivere quello che le aspetterebbe fuori, con l’ansia di doversi preparare a quel futuro che temono. 
Molly sono io. Molly sei tu. 
Che non riesce a vivere come avrebbe desiderato. 
Molly sono loro e siamo noi. 
Che abbiamo un passato ricco di forti esperienze, così pieno che potrebbe bastare per il resto della vita. 
Molly e Marion, due facce delle stessa donna, o una faccia di due donne diverse.

Sara Casini
Sedicente studentessa universitaria, apparentemente giovane: nella realtà ha almeno il doppio degli anni e il triplo della malvagità dimostrate dagli occhioni azzurri e il sorriso inoffensivo.