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Per Gioele Dix, la malattia è la terapia più infallibile

Sguardazzo/recensione di "Il malato immaginario"

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Cosa: Il malato immaginario
Chi: Andrée Ruth Shammah, Gioele Dix, Anna Della Rosa
Dove: Lucca, Teatro del Giglio
Quando: 8/3/2015
Per quanto: 135 minuti

Seduto sulla sua poltrona rossa, affondato nei cuscini, Argan (Gioele Dix al suo secondo approccio con Il malato immaginario, il primo lo aveva visto nel ruolo di Cleante accanto a Franco Parenti nel 1982) tiene il conto di ciò che deve assumere e dei soldi che vale la pena spendere perché la sua condizione di “malato” possa continuare ad esistere. Un cereo salotto, un pallido obitorio dai pesanti lampadari di cristallo, quello voluto dalla regista Andrée Ruth Shammah, che sceglie di far vivere il suo malato immaginario in un ambiente dal profumo di miasmatico trapasso.

Una veglia funebre per Argan, scandita dal tintinnare delle bottiglie di vetro, miracolosi rimedi per mali inesistenti, eppure il protagonista è vivo: invecchiato con sembianze da allettato David Ottolenghi, in arte Gioele Dix, sembra divertirsi e diverte nel portare in scena il protagonista dell’opera di Molière. Cinico e scontroso, riverso sul suo trono scarlatto, gioca a fare la parte del malato bizzoso lasciandosi coccolare dall’amore ipocrita della moglie così come dalle diagnosi di una medicina tutt’altro che illuminata. Rinchiuso tra fitte pareti di velo nero, il protagonista se ne sta solo in una sorta di rasserenante quarantena autoindotta lasciando che il cancro, in questo caso non fisico ma puramente psicologico, finisca di divorarlo. Argan è l’antagonista dell’autore, è tutto ciò che Molière non è.

IL MALATO IMMAGINARIO 4 (A.R. Shammah), Gioele Dix , Anna Della Rosa (ph teatrofrancoparenti.it)A fronteggiarlo nei suoi deliri, la domestica-infermiera Antonia, Anna Della Rosa, ieratica e sfacciata al contempo, che difficilmente, e fortunatamente per il protagonista, non riesce proprio a stare al proprio posto. Manifesto del pensiero dell’autore seicentesco, controcanto razionale in lotta aperta contro il sistema che il datore di lavoro ha scelto per eludere la morte, Antonia si rivela, tra i due, la reale padrona, l’unica figura capace di illuminare di ridicolo la medicina, svestirla del fascino che Argan le attribuisce, svelandone la natura imbonitrice.

Attorno ai due protagonisti (vincolati da un legame che li obbliga a una stretta dipendenza lui, a una forzata convivenza lei) si muovono, tra intrighi amorosi e sospettosi traffici di denaro, gli altri personaggi. Grotteschi e tipizzati, entrano in scena disturbando il capo famiglia intento a baloccarsi con il proprio finto morbo.
Più divertente e di respiro risulta essere, nella rappresentazione, il primo atto, scandito da un ritmo più vivacemente caustico e incattivito rispetto al secondo che, avviato verso l’ epilogo, sembra procedere un poco appesantito, sintomo probabile della mancanza di un’impronta registica definita. La Shammah non sembra voler osare, lasciando che sia il testo a dominare, ma la polvere in qualche angolo si deposita.

Sorretto da una buona interpretazione, e capace comunque di sopperire alla mancanza di uno stile più deciso, lo spettacolo si lascia godere divertendo con disinvoltura.

IL MALATO IMMAGINARIO 5 (A.R. Shammah), Gioele Dix , Anna Della Rosa (ph teatrofrancoparenti.it)

VERDETTAZZO

Perché:
Se fosse... una proprietà del Monopoli sarebbe... Viale dei Giardini

Locandina dello spettacolo



Titolo: Il malato immaginario

di Molière
traduzione Cesare Garboli
regia Andrée Ruth Shammah
con Gioele Dix e Anna Della Rosa
e con Marco Balbi, Valentina Bartolo, Francesco Brandi, Piero Domenicaccio, Linda Gennari, Pietro Micci, Alessandro Quattro, Francesco Sferrazza Papa
scene e costumi di Gianmaurizio Fercioni
luci di Gigi Saccomandi
musiche di Michele Tadini e Paolo Ciarchi
produzione Teatro Franco Parenti


di Molière traduzione Cesare Garboli regia Andrée Ruth Shammah con Gioele Dix e Anna Della Rosa e con Marco Balbi, Valentina Bartolo, Francesco Brandi, Piero Domenicaccio, Linda Gennari, Pietro Micci, Alessandro Quattro, Francesco Sferrazza Papa scene e costumi di Gianmaurizio Fercioni luci di Gigi Saccomandi musiche di Michele Tadini e Paolo Ciarchi produzione Teatro Franco Parenti Andrée Ruth Shammah torna al suo Malato “senza tempo e di tutti i tempi”, costruito su un gioco teatrale che intreccia angoscia esistenziale, divertimento e satira delle nevrosi del nostro tempo. Oggi, nel ruolo di Argan, un attore al culmine della sua maturità artistica: Gioele Dix, che con la sua intelligente ironia affronterà la sfida di un confronto con l’indimenticato Franco Parenti. Accanto a lui, Anna Della Rosa e un cast di vera eccellenza.

Gemma Salvadori
Nata a Volterra nell'inverno del 1992, vive lì, studia a Pisa. Sogna di vivere in un attico con un cane e quattro gatti: tutto molto bello ma davvero poco interessante. Fuma e scrive su un' agenda bancaria più vecchia di lei rivestita con la carta da parati della nonna del suo vicino di casa.