Ricordi e stelle per il buon Giacomo

Sguardazzo/recensione di "Piccolo come le stelle. La vita di Giacomo Puccini"

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Cosa: Piccolo come le stelle. La vita di Giacomo Puccini
Chi: Elisabetta Salvatori
Dove: Lucca, Teatro del Giglio
Quando: 16/12/2016
Per quanto: minuti

Una donna in abito bianco, semplice ed elegante, attraversa la platea del Giglio lungo il corridoio laterale, sorprendendoci alle spalle con la sua voce intensa e quasi familiare, amplificata, come vuole la prassi degli ultimi tempi, per gli ampi spazi di un teatro. Il fremente e numeroso pubblico tace e ha inizio il viaggio nel mondo rievocato dalla narrazione: un’introduzione informale spinge gli spettatori alla riflessione sul significato delle lettere, inviate e ricevute, come pezzi di vita privata che rivelano i più intimi sentimenti. Molto suggestiva la condivisione del ricordo della nonna dell’attrice, che decise di bruciare le proprie missive, privandole all’occhio curioso dei posteri (fossero questi un pubblico di sconosciuti o anche soltanto parenti ed eredi). Non è questo il caso di Giacomo Puccini, per la nostra gioia (forse un po’ indiscreta).

Il teatro di narrazione, di cui Elisabetta Salvatori è rappresentante di spicco, si veste della storia di un musicista famoso e di un uomo con le sue debolezze, appunto Giacomo, così caro, adesso, alla sua città natale, patria da cui dovette fuggire anche a causa delle peripezie amorose (Elvira, la moglie che gli resterà accanto sino alla morte, era in origine sposata con un amico lucchese del futuro compositore, e la cosa sollevò un certo scandalo nell’ambito cittadino). L’attrice rievoca eventi quotidiani e vicende che precedono la nascita del musicista, accadimenti che determineranno il corso della sua vita. Ancora, il racconto s’inerpica lungo la carriera dal difficile decollo, attraversa le storie d’amore fino agli ultimi momenti tortuosi, chiusi nel silenzio della gola lacerata. E, forse, il Giglio è spazio sin troppo grande per l’intimità che un simile racconto richiedere: talvolta il ritmo appare sensibilmente cadenzato, segnato da lunghe pause. I “vuoti” s’adattano bene alle note del violino di Matteo Ceramelli, che usa un espediente tecnico di contrappunto alla riproduzione virtuale del suo stesso suono: non mancano i temi (riprodotti da una registrazione) delle opere che contribuiscono ad alimentare un’atmosfera fortemente rievocativa.

La scena è ampia, con un fondale blu coperto di stelle proiettate: le figure dell’attrice e dello strumentista appaiono piccole sul proscenio. Spicca un cubo solido, come di pietra, su cui la narratrice siede nelle pause, e ascolta, con gli spettatori, le melodie delle arie più famose.  L’intensa biografia si dipana lungo un filo che già conosciamo e, immaginando le numerose lettere, quasi vorremmo leggerle coi nostri occhi, per scoprire i particolari, la vera natura di un uomo di cui prevale, come spesso accade, l’immagine pubblica. Una storia da manuale  con piccoli particolari piccanti, forse pure prevedibili, ma che sicuramente fa leva, onestamente, sull’ampio consenso che la storia del Maestro riscuote. Ci sembrerebbe di fargli un torto, se pensassimo di non applaudire la sua vita in un’occasione tanto peculiare e solenne, che è anche autocelebrazione dell’unica figura che interloquisce con la platea. Ed è gratificante il buon successo di pubblico dell’evento, legato indissolubilmente, per i suoi contenuti, alla città di Lucca e alla memoria storica di chi tanto le ha dato lustro.

 

VERDETTAZZO

Perché: Sì, oppure no
Se fosse... una canzone natalizia sarebbe... "White Christmas"

Locandina dello spettacolo



Titolo: Piccolo come le stelle. La vita di Giacomo Puccini

di e con Elisabetta Salvatori
violino Matteo Ceramelli
produzione Final Crew On StageErreTiTeatro30


La vita di Giacomo Puccini, raccontata da una delle più grandi narratrici del teatro italiano, accompagnata dal violino di Matteo Ceramelli.

Maria Feliciano
Docente di musica e discente in discipline dello spettacolo, ha un passato da pianista, moglie e madre di cui si sta, progressivamente, sbarazzando. Lo fa andando a teatro, scrivendone e, talvolta, cucinando per oltre dieci persone.