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Sani o malati? Per Dürrenmatt, solo vincitori e vinti

Sguardazzo/recensione di "I fisici"

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Cosa: I fisici
Chi: Simone Lippi, Lavinia Anselmi, Benedetta Rustici, Stefano Lionetto, Gianluca Passarelli, Alessio Stabile
Dove: Lucca, Teatro San Girolamo
Quando: 16(03/2016
Per quanto: 90 minuti

La cattiva compagnia presenta al Lucca Teatro Festival il suo secondo spettacolo per ragazzi: dopo Il berretto a sonagli (qui la nostra recensione), è la volta di I fisici su testo di Friedrich Dürrenmatt. Il sipario del Teatro San Girolamo è stranamente chiuso: in sala ci sono studenti delle scuole superiori lucchesi. Siamo subito proiettati nella casa di cura Les Cerisièrs: sul fondo, quattro figure di infermieri, illuminate da una luce blu; al centro, perpendicolare al proscenio, un uomo è disteso su un tavolo. Si siede, si presenta a noi che lo guardiamo: è Möbius, fisico nucleare di grande fama, internato da anni in un ospedale psichiatrico. Indossa un camice, parla con lentezza e gravità, finché non ha inizio una musica sintetizzata dal ritmo incalzante: con un’elaborata coreografia cambiano scene e personaggi. Un’infermiera veste Möbius mentre gli altri si lanciano le sedie e spostano il tavolo per ricomporre un altro ambiente dell’ospedale. Segmenti del genere, di grande impatto visivo e sonoro, saranno frequenti durante tutto lo spettacolo.

I fisici, La cattiva compagnia 2015 (ph. Lorenzo Breschi)Avverranno sempre così i cambi scena nella regia di Simone Lippi: piccoli dettagli (la posizione degli arredi, una tovaglia, una luce), in grado di rendere efficacemente i passaggi. Un meccanismo simile vale anche per i personaggi, che sono almeno il triplo dei cinque interpreti effettivi: ciascun attore è impegnato, come minimo, in due ruoli: a tale scopo, spesso, bastano pochi particolari, accurati, come un impermeabile e un cappello per trasformarsi da paziente a commissario di polizia. Proprio su questo aspetto s’innesta un crescente gioco di svelamenti, in cui rimane solo l’attore protagonista (Alessio Stabile) a dialogare con sé stesso, duplicato nella doppia veste di investigatore e investigato. Trovandoci in un ospedale psichiatrico, a questo punto sospettiamo che quanto abbiamo visto sia un’allucinazione di Möbius. Invece, il progressivo scollamento tra interprete e personaggio presto è destinato alla ricomposizione: era il preludio a un ulteriore svelamento, quello definitivo. I pazienti sono, in realtà, due agenti segreti (Stefano Lionetto e Gianluca Passarelli) che si erano fatti ricoverare per rubare i segreti di Möbius. La proprietaria della clinica, la dottoressa von Zahnd interpretata da Lavinia Anselmi, condivide lo stesso obiettivo, ma l’ha realizzato già da anni: lo rivela nel finale, passando dall’anonimo camice medico a un rosso vestito da sera.

I fisici, La cattiva compagnia 2015 (ph. Lorenzo Breschi)Chi è pazzo? Chi è normale? Nelle prime scene, in cui la separazione tra le due categorie sembra chiara, la recitazione è paradossale: gli internati sono calmi e pacati (anche se si sta investigando sugli omicidi che hanno compiuto); i “normali”, invece, hanno accenti grotteschi, in preda a tic e strane fisse. Con il progressivo sfumare del discrimine della malattia mentale è difficile fare distinzioni sensate. Dopo il finale, diventa impossibile: si possono distinguere solo i vinti dai vincitori.

I fisici, La cattiva compagnia 2015 (ph. Lorenzo Breschi)

VERDETTAZZO

Perché:
Se fosse... un barattolo in dispensa sarebbe... olive sott'olio

Locandina dello spettacolo



Titolo: I fisici

di Friedrich Dürrenmatt
produzione La Cattiva Compagnia Teatro
diretto da Simone Lippi
con Lavinia Anselmi, Benedetta Rustici, Stefano Lionetto, Gianluca Passarelli, Alessio Stabile
scene e costumi Simone Lippi
disegno luci Marco Alba


Una riflessione sulla scienza e sul mondo scientifico, il mondo in cui oggi viviamo. Ogni giorno accendiamo la luce, premiamo semplicemente un interruttore: ma come avviene questo “prodigio” ? In questo momento sto scrivendo usando una macchina, il computer, di cui a malapena intuisco il meccanismo che ne rende possibile il funzionamento, e tuttavia, privata di computer, smartphone, automobili, energia elettrica, la nostra vita, la nostra società, a cosa si ridurrebbe? I miei “Fisici” riflettono anche su questo, su quanto la tecnologia, e la scienza da cui essa nasce, stia diventando sempre più centrale nelle nostre vite, ed è quindi di scienza, e di scienziati, che dobbiamo parlare! Ed allora ecco la storia di Möbius, geniale fisico, il cui genio costituirà proprio il motivo primo della sua rovina: perché il dovere del genio, oggi, è restare incompreso! Perché se così non fosse da quel genio potrebbero sprigionarsi forze inimmaginabili... E Möbius ci prova a restare incompreso, ci prova con tutto se stesso. Ma non è poi tanto facile, perché: “Pensata una cosa, non la si può più ritrattare!” In scena 5 attori: Möbius e quattro custodi. Un “tutti contro uno” che che metterà il fisico di fronte al proprio destino, in uno spettacolo fatto di fisicità dirompente (e scusate il gioco di parole!), musiche elettroniche, omicidi, indagini poliziesche, storie d'amore e di scienza, gag ed interventi comici sul filo dell'assurdo! Un sovrapporsi di piani dove i 5 in scena continuamente muteranno personaggi (in tutto, nella pièce, in personaggi sono 18!) ma giocheranno anche tra di loro mai dimenticandosi il loro essere attori.

Andrea Balestri
Non è il Pinocchio di Comencini. Apparentemente giovane, studia teatro (non solo) musicale tra Pisa e Roma. Serie tv, pulizie e viaggi in treno occupano il resto della sua vita. Archivia i ricordi in congelatore e si lava i capelli tutti i giorni.