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Oscillazioni pucciniane

Sguardazzo/recensione di "Suor Angelica - Gianni Schicchi"

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Cosa: Suor Angelica - Gianni Schicchi
Chi: Giacomo Puccini, Marco Guidarini, Denis Krief, Alida Berti, Marcello Rosiello
Dove: Lucca, Teatro del Giglio
Quando: 21/10/2018
Per quanto: 150 minuti

Due opere per un doppio debutto al Giglio: il dittico Suor Angelica – Gianni Schicchi apre non solo la stagione lirica, ma anche I giorni di Puccini, rassegna ormai abituale che unisce idealmente le date estreme della vita del Maestro (29 novembre e 22 dicembre). Questa nuova produzione, in collaborazione con Maggio Musicale Fiorentino e Lirico di Cagliari, fa da avanguardia ai molti appuntamenti che prenderanno il via il 30 novembre.

La scelta di Il trittico (escluso Il tabarro) cade nel centenario del debutto newyorchese: s’inizia con Suor Angelica, il secondo “capitolo”, lavoro particolare, appassionato, in cui il compositore si sente vicino al dramma della protagonista. Nella recita domenicale il ruolo principale è di Alida Berti, debuttante, ma si avverte la sensibilità di un’interprete già a proprio agio col repertorio pucciniano. Il soprano versiliese regala un’Angelica intensa, emozionante, una giusta misura, tanto nella recitazione quanto nel canto. Voce ricca e potente, ma sempre delicatamente calibrata nei fiati: perfetta come giovane aristocratica chiusa in convento per una gravidanza sconveniente, cui la notizia della morte del figlio spinge alla morte. Pure Gianni Schicchi è opera peculiare, non foss’altro perché unico cimento pucciniano con un soggetto buffo. Anche in questo caso troviamo un protagonista che sa leggere (e rendere) lo spirito dell’atto unico: Marcello Rosiello è un mattatore, tiene bene il palco, catturando l’attenzione del pubblico. Talento istrionico, ma anche indubbia solidità vocale: baritono dalla voce piena e roboante, gestisce con eleganza i falsetti, richiesti quando Schicchi veste i panni del defunto Donati e falsifica il testamento in favore della famiglia. Francesca Longari (Lauretta) riscuote un generoso successo con l’emozionante O mio babbino caro.

L’allestimento, di cui Denis Krief firma regia, scene, costumi e luci, si muove in un’ambientazione comune: una costruzione in cui le tre pareti hanno un forte sviluppo verticale, sorta di scatola lignea piuttosto versatile, con aperture che lasciano intravedere frammenti di retropalco. Le idee sono chiare, pulito il disegno, specie nella prima parte, in cui la storia scorre inesorabile verso la tragica fine. Qualche macchinosa sbavatura, invece, nei movimenti secondari o, nel caso di Gianni Schicchi, dal tentativo di aggiungere ritmi e caratteri in sovrapposizione con quelli della partitura pucciniana. Laddove l’opera è già in sé divertente, Krief aggiunge siparietti o caratteri stereotipati che non solo rendono la situazione macchiettistica, ma impongono un diverso passo all’opera, disinnescandone gli elementi di comicità già presenti. Caso emblematico, quello di Isabel De Paoli, che compare in entrambe le opere: la figura slanciata e la voce scura, in Suor Angelica, danno un connotato quasi ridicolo alla severità della Zia Principessa, mentre, in Gianni Schicchi nei panni della matrona Zita, l’artista pare costretta a una caratterizzazione esasperata e sopra le righe che finisce per penalizzarla anche vocalmente.

È il problema principale del Trittico: tre opere (in questo caso due) con intonazioni assai diverse e moltissimi personaggi. Se il regista ha il suo daffare nel gestire tanti attori, neppure sul podio il lavoro è semplice: in questo caso, Marco Guidarini conduce l’Orchestra della Toscana con molta cura ed eleganza nelle pagine non semplici di Suor Angelica, ma in Gianni Schicchi perde spesso il contatto tra buca e scena, dissipando la brillantezza dei concertati in cui il ritmo, fondamentale per gli effetti comici, dovrebbe passare da un personaggio all’altro in modo serrato e rigoroso.

Una produzione comunque meritoria e coraggiosa, che senz’altro evolverà e avrà il suo necessario rodaggio nelle prossime repliche, per poi approdare, nel novembre 2019, al Maggio Musicale Fiorentino, questa volta completata anche da Il tabarro, e con la direzione di Valerio Galli. Intanto, nelle due repliche lucchesi, il teatro gremito ha tributato lunghe ed entusiaste ovazioni.

VERDETTAZZO

Perché: Sì, oppure no
Se fosse... una città sarebbe... Berlino

Locandina dello spettacolo



Titolo: Suor Angelica - Gianni Schicchi

SUOR ANGELICA
opera in un atto
libretto Giovacchino Forzano
musica Giacomo Puccini
edizione Casa Ricordi, Milano

Suor Angelica Svetla Vassileva (19 ott.), Alida Berti (21 ott.)
Zia Principessa Isabel De Paoli
Badessa Sandra Mellace
Suora zelatrice Marina Serpagli
Maestra delle novizie Lara Leonardi
Suor Genovieffa Antonella Biondo
Suor Osmina Consuelo Gilardoni
Suor Dolcina Janyce Condon
Suora infermiera Diana Oros
Prima cercatrice Youngseo Viola Lee
Seconda cercatrice Francesca Longari
Prima novizia Zoe Jackson
Seconda novizia Camilla Jeppeson
Prima conversa Maila Fulignati
Seconda conversa Dalila Privitera

 

GIANNI SCHICCHI
opera in un atto
libretto Giovacchino Forzano
musica Giacomo Puccini
edizione Casa Ricordi, Milano

Gianni Schicchi Marcello Rosiello
Lauretta Francesca Longari
Zita Isabel De Paoli
Rinuccio Giuseppe Infantino
Gherardo Santiago Induni
Nella Consuelo Gilardoni
Gherardino Giovanni Fontana (19 ott.), Pietro Baldi (21 ott.)
Betto di Signa Maximiliano Medero
Simone Davide Ruberti
Marco Ricardo Crampton
La Ciesca Antonella Biondo
Maestro Spinelloccio Marco Innamorati
Ser Amantio Michele Pierleoni
Guccio Nicola Farnesi
Pinellino Andrea Pardini

direttore Marco Guidarini
regia, scene, costumi Denis Krief

Orchestra della Toscana
Coro Ars Lyrica
Coro Voci Bianche Cappella Santa Cecilia di Lucca e Teatro del Giglio

nuovo allestimento Teatro del Giglio di Lucca
coproduzione Teatro del Giglio di Lucca, Teatro Alighieri di Ravenna
in collaborazione con Teatro Lirico di Cagliari, Maggio Musicale Fiorentino


Andrea Balestri
Non è il Pinocchio di Comencini. Apparentemente giovane, studia teatro (non solo) musicale tra Pisa e Roma. Serie tv, pulizie e viaggi in treno occupano il resto della sua vita. Archivia i ricordi in congelatore e si lava i capelli tutti i giorni.