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Da Dahl a Montaigne: rapporto con l’Altro nel teatro ragazzi

Sguardazzo/recensione di "Valentina e i giganti"

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Cosa: Valentina e i giganti
Chi: Sandro Mabellini, Riccardo Festa, Valentina Vandelli, Chiara Spoletini

Dove: Lucca, Teatro San Girolamo
Quando: 31/03/2017
Per quanto: 60 minuti

Sul piccolo palco del Teatro San Girolamo, Riccardo Festa, interprete del Buon Gigante Confuso (o BGC), presenta gli altri attori: Valentina Vandelli nel ruolo di, appunto, Valentina, e Chiara Spoletini, che sarà Tutti Gli Altri, parte difficile da definire e per questo foriera, con la sua assegnazione, di un moto di stizza che provoca la prima delle abbastanza frequenti risate dei tanti bambini in sala. A (non) caratterizzare Tutti Gli Altri contribuiscono una lunga veste nera il cui cappuccio copre parte della faccia e dei trampoli, sui quali Spoletini si muove per quasi tutto lo spettacolo.

La storia di Valentina e i giganti (regia di Sandro Mabellini) inizia con la protagonista che avvista il BGC e viene portata sull’Isola dei Giganti, dove lei e il suo nuovo amico decideranno di dover proteggere i bambini, quotidianamente strappati dalle loro famiglie dai giganti per essere mangiati. Tutto molto divertente e apprezzabile: alla fine, i voraci personaggi vengono catturati e presumibilmente intrappolati, forse in uno di quegli zoo nei quali il BGC temeva di finire. Ma la finalità dello spettacolo sembrerebbe assai più nobile del semplice intrattenimento: l’educazione. Infatti, il BGC — che durante la rappresentazione rompe spesso la “quarta parete” andando persino in platea per chiedere ai bambini qualcosa da mangiare — diventa una sorta di beniamino del giovane pubblico e dice a Valentina che, in sostanza, l’uomo è disumano in quanto potenziale nemico dei propri simili. Secondo il gigante è questa la caratteristica che lo contraddistingue dagli altri esseri viventi, siano essi coccodrilli, scimmie, giganti…

Le mamme, contente, potranno quindi dormire sonni tranquilli quando i bambini torneranno a casa e racconteranno la trama dello spettacolo: nessuno di loro, da grande, farà torti, vituperi di ogni genere, risse, guerre, perché quel personaggio tanto simpatico ha anche insegnato al loro pargolo. Applausi.

Purtroppo, così non è. Perché è proprio quel BGC che inneggiava alla pace che, alla fine, (in)castra i suoi simili facendoli catturare. Il protagonista si contraddice. Tutta quella bella morale crolla su sé stessa. Si potrebbe dire che è tipico delle fiabe per bambini e che neppure il GGG di Roald Dhal, dal quale è tratto il testo, non fa eccezione, che il male deve essere sconfitto dal bene et cetera. Ma è come se Pinocchio, sperimentate le bassezze del Paese dei Balocchi, tornasse dal suo babbino e prima si pentisse, poi trasformasse il suo laboratorio in un casinò, con bugigattolo annesso per far tagliare la coca a migranti cubani.

La grande differenza, forse, è che nelle fiabe i protagonisti sono umani o pseudo-umani (come Pinocchio) e non altri, come il Gigante nel GGG o di Valentina e i Giganti. Nonostante questa sostanziale differenza, il pensiero e il punto di vista adottati restano antropocentrici. È il problema che il filosofo francese Michel de Montaigne già evidenziava nel XVI secolo: «Sembra che noi non abbiamo altro punto di riferimento per la verità e la ragione che l’esempio e l’idea delle opinioni e degli usi del paese in cui siamo». Il BGC è un gigante che guarda le cose con gli occhi degli uomini, e ciò è moralmente deleterio. In questo senso, allora, l’amato BGC è assimilabile a Hernan Cortes o Francisco Pizarro, a quei conquistadores che, chiamando gli indioshomuncoli“, li annientarono, considerandoli Altri, pur essendo loro simili.

Leonardo Bandiera Marlia

VERDETTAZZO

Perché: No
Se fosse... un momento storico sarebbe... l'eccidio degli Indios

Locandina dello spettacolo



Titolo: Valentina e i giganti

Produzione: Accademia Perduta / Romagna Teatri
Realizzato in collaborazione con Lucca Teatro Festival – Che cosa sono le nuvole? e Santarcangelo Festival Internazionale del Teatro in Piazza
e con il sostegno di Espaceouvert Bruxelles
regia Sandro Mabellini
con Riccardo Festa, Chiara Spoletini, Valentina Vandelli
elementi scenici e costumi Chiara Amaltea Ciarelli
assistente alla regia e organizzazione Lisa Momente’

 


La piccola protagonista è Valentina, una bambina orfana, e per questo costretta a vivere in un istituto. Spesso di notte non riesce a prendere sonno e guarda fuori dalla finestra in cerca di qualcosa che possa tranquillizzarla. Una notte, però, scorge in lontananza un’ombra gigantesca che in men che non si dica la prende e trascina via con sé. A chi appartiene quell’ombra? E dove è finita Valentina? Dopo l’iniziale terrore, Valentina capirà di essere stata portata nella caverna del Buon Gigante Confuso, un gigante ghiotto di snocomeri e di lampogna, che conserva in bottigliette di vetro i sogni che soffia nelle orecchie dei bambini mentre dormono. Il Buon Gigante Confuso è costretto però a combattere contro altri temibili giganti divoratori di umani. A chi chiederanno aiuto Valentina e il Buon Gigante Confuso per salvare il mondo?