ARCHIVIO SPETTACOLI
Il berretto a sonagli, V. Malosti (2016)
Titolo: Il berretto a sonagli
di Luigi Pirandello
adattamento e regia di VALTER MALOSTI
con Roberta Caronia, Valter Malosti, Paola Pace, Vito Di Bella, Paolo Giangrasso, Cristina Arnone
luci Francesco Dell’Elba
scene Carmelo Giammello
costumi Alessio Rosati
macchinista e direttore di scena Gennaro Cerlino
assistente alla regia Elena Serra
assistente ai costumi Michela Pagano
realizzazione costumi Laboratorio Nuvia Valestri
sarta di compagnia Aurora Damante
parrucche Mario Audello
si ringraziano Alessio Maria Romano, Alessio Foglia
produzione TEATRO DI DIONISO
con il sostegno del Sistema Teatro Torino
di Luigi Pirandello
adattamento e regia di VALTER MALOSTI
con Roberta Caronia, Valter Malosti, Paola Pace, Vito Di Bella, Paolo Giangrasso, Cristina Arnone
luci Francesco Dell’Elba
scene Carmelo Giammello
costumi Alessio Rosati
macchinista e direttore di scena Gennaro Cerlino
assistente alla regia Elena Serra
assistente ai costumi Michela Pagano
realizzazione costumi Laboratorio Nuvia Valestri
sarta di compagnia Aurora Damante
parrucche Mario Audello
si ringraziano Alessio Maria Romano, Alessio Foglia
produzione TEATRO DI DIONISO
con il sostegno del Sistema Teatro Torino
“Il carattere di Ciampa è pazzesco, questa è la sua nota fondamentale. Gesti, andatura modi di parlare, pazzeschi. Cosicchè dovrà nascere il sospetto e la paura che a un dato momento egli possa uccidere”.
Luigi Pirandello, lettera a Martoglio, 8 febbraio 1917
Malosti affronta per la prima volta Pirandello, confrontandosi con uno dei testi più popolari del grande drammaturgo siciliano, cercando di strapparlo allo stereotipo e tentando di restituire la forza eversiva originaria di quei “corpi in rivolta” posti al centro della scena che è anche labirinto: una feroce macchina/trappola. Un testo vivissimo grazie alla violenza beffarda della lingua, una sorta di musica espressionista e tragicomica, molto evidente nel testo scritto in dialetto siciliano che è alla base di un lavoro originale di drammaturgia. Una versione più schietta, dura, non ‘ripulita’ del testo pirandelliano, affidata sia al dialetto della prima stesura sia ad un italiano derivato da questa, che assume in sé elementi dialettali, per permettere di affidare agli attori una partitura più ritmica e musicale, tentando di recuperare anche una dimensione più autentica.
Come è ormai noto Il berretto a sonagli di Pirandello nasce come testo dialettale (‘A birritta ccu ‘i ciancianeddi) per Angelo Musco, attore comico di grande successo. Il testo in dialetto recitato da Musco non fu mai pubblicato da Pirandello, a differenza di quanto avvenne con Liolà. La prima redazione de Il berretto a sonagli, ritrovata nel 1965 e pubblicata solo nel 1988, può oggi diventare un mare linguistico in cui re-immergere il testo italiano, oltre che prezioso corto-circuito dal punto di vista dei contenuti.
Questa prima versione, infatti, offre materia a Malosti per un lavoro di riscoperta e rilettura non solo linguistica ma di ridefinizione di caratteri e ruoli affioranti dal recupero dei tagli capocomicali di Musco, mai ripristinati dall’autore nell’edizione italiana, anzitutto la perdita di una possibile co-protagonista della commedia, accanto a Ciampa, in Beatrice Fiorìca, la moglie tradita. Si tratta di un testo più duro, politicamente scorretto, a tratti ferocemente antimaschilista nelle battute, sia di Beatrice sia dell’equivoca Saracena e che presenta varianti significative che riguardano tutti i ruoli e in particolare una scena totalmente espunta nella versione italiana posta nel manoscritto all’inizio del secondo atto.