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    ARCHIVIO SPETTACOLI

    Il nome della rosa, Massini/Muscato (2015)

    Titolo: Il nome della rosa

    da un romanzo di Umberto Eco
    versione teatrale di Stefano Massini (© 2015)
    con (in ordine alfabetico) Eugenio Allegri, Giovanni Anzaldo, Giulio Baraldi, Renato Carpentieri, Luigi Diberti, Marco Gobetti, Luca Lazzareschi, Daniele Marmi, Mauro Parrinello, Alfonso Postiglione, Arianna Primavera, Franco Ravera, Marco Zannon
    scene Margherita Palli
    costumi Silvia Aymonino
    luci Alessandro Verazzi
    musiche Daniele D’Angelo
    video Fabio Massimo Iaquone, Luca Attilii
    assistente alla regia Alessandra De Angelis
    assistente scenografa Francesca Greco
    assistente costumista Virginia Gentili
    regia e adattamento Leo Muscato
    produzione Teatro Stabile di Torino, Teatro Stabile di Genova, Teatro Stabile del Veneto
    in accordo con Gianluca Ramazzotti per Artù
    e con Alessandro Longobardi per Viola Produzioni
    con il sostegno di FIDEURAM

    Il nome della rosa è un omaggio a Umberto Eco, nella prima versione teatrale di Stefano Massini, per la regia di Leo Muscato.
    Un cast di tredici attori danno vita a quaranta personaggi, con una recitazione molto empatica, colloquiale, quotidiana, per uno spettacolo che, nell’insieme, ha un taglio quasi cinematografico.
    Se è vero che al centro dell’opera di Eco vi è la feroce lotta fra chi si crede in possesso della verità e agisce con tutti i mezzi per difenderla, e chi al contrario concepisce la verità come la libera conquista dell’intelletto umano, è altrettanto vero che non è la fede a essere messa in discussione, ma due modi di viverla differenti.
    Una produzione Teatro Stabile di Torino, Teatro Stabile di Genova e Teatro Stabile del Veneto, in accordo con Gianluca Ramazzotti per Artù e con Alessandro Longobardi per Viola Produzioni, realizzata con il sostegno di Fideuram.

    Abbiamo immaginato uno spettacolo in cui la dimensione del ricordo del vecchio Adso potesse diventare la struttura portante dell’intero impianto scenico. Questo è concepito come una scatola magica in continua trasformazione che evoca i diversi luoghi dell’azione: una biblioteca, una cappella, una cella, una cucina, un ossario, una mensa”.

    SGUARDAZZI/RECENSIONI