ARCHIVIO SPETTACOLI
Jannacceide, P.Rossi (2019)
Titolo: Jannacceide
di e con Paolo Rossi
Paolo Rossi alla guerra. La guerra dei grandi poemi epici – Iliade, Odissea, Eneide – , la guerra di Troia, madre di tutte le guerre, le Cinque Giornate di Milano, la Grande Guerra, la Guerra civile spagnola, la Seconda Guerra mondiale, la guerra che ognuno combatte il lunedì mattina, la prossima guerra. Per chi suona la campana? Per Paolo soldato e per Paolo comico, cantastorie e commediante: «Soprattutto c’entrano Omero e Jannacci. Ma non è per nessuno dei due commemorazione, ricordo, ode o celebrazione. Sono personaggi del poema, il primo e l’ultimo, loro e altri ce ne saranno ancora che ho incontrato nel mio fantasticare o realisticamente son riuscito a immaginare. Guerre per tutti i gusti come quelle che il sarto degli dei a ognuno di noi impone su misura. E qual è il ruolo, il grado del comico, cantastorie o commediante che dir si voglia affinché in un teatro uno spettatore – ne basta uno – entri in un modo ed esca diverso? E questa è una premessa. Volevo dire una promessa. Sul palco un affabulatore e un paio di musicanti: un poema comico epico, quasi stand-up. Roba minima. Come direbbe Enzo. Punto».
Il titolo è “La Jannacceide”.
So che ho ancora pochi giorni per decidere se questo sarà il titolo definitivo del poema epico comico che ho in mente.
I titoli che fanno ancora la giostra nei miei pensieri sono molti: “Gli Dei vanno, gli Arrabbiati restano” però era già il nome di un LP dei Area.
“Manuale per comici combattenti dalla guerra di Troia a quelle dei giorni nostri”, troppo lungo sembra tradotto dal titolo di un film giapponese.
“Stand Up Omero” ricorda subito i Commedians.
“Dalla guerra di Troia alle battaglie di oggi” sembra il sottotitolo di un libro scolastico.
“Quel fascino esilarante della guerra” oppure “Omero sia il tuo nome durante la battaglia” belli, ma il pubblico già perplesso di suo si chiederebbe “la guerra! Farà poi ridere?… la guerra farà poi ridere….” ecco forse questo sarebbe un buon titolo.
Ma per ora il titolo resta “La Jannacceide”.
Beninteso, c’entrano l’Iliade… un pizzico di Odissea… 50g di Eneide e voglio scordarmi le cinque giornate di Milano?… O la guerra civile spagnola e per chi suona la campana?
E come poi non raccontare il primo mattutino pensiero di molti di noi che spalancando gli occhi come un tormentone si domandano: “quali guerre devo combattere oggi? Chi, cosa mi aspetta? L’affitto l’ho pagato? Mi sono ricordato di montare le barricate?”
Ma soprattutto c’entrano Omero e Jannacci.
Ma non è per nessuno dei due commemorazione, ricordo, ode o celebrazione.
Sono proprio personaggi del poema, loro e altri ce ne saranno ancora che ho incontrato nel mio fantasticare o realisticamente son riuscito a immaginare.
E poi c’è la guerra.
Le guerre… dalla prima, la madre di tutte le guerre, quella di Troia, fino alla prossima, cioè quella di ieri sera.
Guerre per tutti i gusti come quelle che il sarto degli dei a ognuno di noi ci impone su misura.
E qual’è il ruolo, il grado, l’incarico del comico, cantastorie o commediante che dir si voglia affinché in un teatro uno spettatore, ne basta uno, entri in un modo e ne esca diverso?
E questa è una premessa.
Volevo dire una promessa.
Van bene tutte e due e pure insieme.
Sul palco un affabulatore e un paio di musicanti.
Roba minima.
Come direbbe Enzo.
Punto.