ARCHIVIO SPETTACOLI
La ferita della bellezza, G. Guerrieri (2017)
Titolo: La ferita della bellezza
un testo di Luca Scarlini
da un’idea di Massimo Grigò
regia Giovanni Guerrieri
con Massimo Grigò, Annibale Pavone, Maurizio Rippa
musiche dal vivo eseguite da Manuel Gelli, clavicembalo
luci Emiliano Pona
allestimento Associazione Teatrale Pistoiese
Atto Melani (1626-1714) fu uno dei protagonisti del Barocco europeo, specialmente nelle vesti di Orfeo, nell’opera di Luigi Rossi, rappresentata con clamore nel marzo del 1647 al Palais Royal di Parigi. Poi lo fu anche come diplomatico, spia, confidente di Luigi XIV, poi caduto in disgrazia, sempre in bilico tra mille complotti e intrighi, come raccontano i popolari romanzi storico-thriller di Monaldi & Sorti. All’alba del nuovo secolo, che molto avrebbe cambiato, mettendo in discussione il ruolo degli evirati cantori, un castrato, che proviene da una famiglia di Pistoia, in cui il padre, Domenico, ha voluto sfidare ogni record, ed evirare buona parte della prole, incontra Jacinto, colui che è stato incaricato di continuare la discendenza. Se di Atto sappiamo molto, di lui sappiamo poco e niente, solo che i fratelli, celebri presso varie corti, e in specie con Atto, Jacopo e Alessandro, oggi riscoperti come compositori, con lui sempre ebbero contatto per gli affari: in una fattoria nelle campagne, in riva all’Ombrone, giungevano notizie preziose e sostanziose lettere di credito. Un incontro/scontro tra due mondi, quindi, che è occasione di una resa dei conti, la musica linguaggio apparentemente astratto dalle umane cure, si svela invece, con sorpresa, portatore di notizie, messaggi. Sullo sfondo, mentre lento scorre il tempo della campagna, in un’epoca di antico regime, fatta di certezze filosofiche, lavora costante il tarlo del futuro, un vento freddo scompagina tutte le attese, e inutile è infine l’affanno per scoprire la chiave del mondo, quando spesso i segreti sono ormai inutili, quando non privi di senso.