ARCHIVIO SPETTACOLI
Memory Plays, D. Marconcini (2015)
Titolo: Memory Plays
Dario Marconcini si pone un’altra sfida nel terreno della conoscenza e si confronta con le inquietudini dell’essere umano dando corpo e voce ai drammi pinteriani, recuperando i più piccoli elementi drammaturgici.
SILENZIO
Genet è solo rimandato a tempi migliori. La scelta di Pinter non è certo un ripiego. Silence si può considerare una rarità visto che è inedito e mai rappresentato in Italia. È un testo breve che però, a detta dell’autore, è stato il lavoro per il quale ha impiegato più tempo per la scrittura a causa della “sua struttura piuttosto difficile”. È un testo che ha a che fare con la memoria e con il passato o meglio con l’ossessione della memoria che genera oscillazioni di pensiero per i tre personaggi del dramma. L’appuntamento con Pinter è poi necessario e inevitabile per chi si vuole confrontare con quegli autori che hanno segnato e innovato con il loro linguaggio e il loro mondo la scena del secolo scorso. È questa un’altra sfida legata alla nostra voglia di conoscenza.
Dario Marconcini
NOTTE (1969)
Questo testo è un esempio classico di memory play, quasi mai rappresentato. Qui due persone, a un tavolo davanti a un pasto consumato così come è la loro vita, tentano di ricostruire e di riportare alla luce il loro primo incontro. La memoria di quel breve momento fra silenzi e pause faticosamente si ricompone e ci restituisce con pudore e ironia il legame forte fra un uomo e una donna fatto anche di amore. Qui la visione del passato non è un abisso da nascondere e questo è abbastanza insolito per Pinter che solitamente è un analista spietato dei rapporti di famiglia e testimone impietoso della loro dissoluzione. È un testo breve, quasi un intermezzo, e come tale sarà tra Silenzio e Voci di famiglia.
Dario Marconcini
VOCI DI FAMIGLIA
Ed ora sta a noi, che dobbiamo dar voce e corpo a questo dramma, restituire o rispondere con le nostre inquietudini a tali domande e cercare di nuovo a pensare all’uomo come esperienza, al teatro come strumento per vedere e all’attore come esploratore del mistero. Con Voci di famiglia continua il nostro viaggio nel mondo di Pinter. Dai territori della memoria che si va a perdere dove si alternavano squarci di buio e momenti di tenerezza (Silenzio), si passa a un rapporto familiare tra un figlio e una madre, lontani, in abitazioni diverse, dove il ricordo del padre morto e immanente scatena nostalgia e rancori e dove l’andar via dalla famiglia vuol dire essere in balia di una umanità che nel rapporto di conoscenza nasconde tentativi di sopraffazione e corruzione e dove la solitudine è la compagna che alimenta improvvisi slanci di odio e di amore insieme a momenti di abbandono.
Dario Marconcini
SGUARDAZZI/RECENSIONI
- Nel Silenzio della Notte si ricordano le Voci di Famiglia di MarconciniFrancesca Cecconi ▲