ARCHIVIO SPETTACOLI
Quello che non ho, G. Gallione (2015)
Titolo: Quello che non hoRegia: Giorgio Gallione
liberamente ispirato all’opera di Pier Paolo Pasolini
canzoni di Fabrizio De Andrè
con Neri Marcorè
voci e chitarre Giua, Pietro Guarracino e Vieri Sturlini
arrangiamenti musicali Paolo Silvestri
drammaturgia e regia Giorgio Gallione
collaborazione alla drammaturgia Giulio Costa
produzione Teatro dell’Archivolto
Neri Marcorè si dedica a tv, cinema, radio, doppiaggio, teatro, cabaret, imitazioni e canzoni, non è nuovo al dialogo con l’opera di Pier Poalo Pasolini, avendo già portato in teatro con Claudio Gioè, per la regia di Giorgio Gallione, Eretici e corsari, che incrociava il pensiero pasoliniano con quello di Giorgio Gaber.
Ora torna, sempre per la regia di Gallione, a un altro spettacolo di teatro-canzone che, ispirandosi di nuovo a Pasolini, e incrociando le canzoni di Fabrizio de Andrè, attraverso le parole di questi due giganti dell’ultimo ‘900, cerca di delineare una visione personale dell’oggi.
« […] Nel 1963 con “ La rabbia”, poema filmico che intreccia analisi politica a vibrante invettiva, Pasolini costruisce una personale visione del mondo di quegli anni insieme lucida e beffarda, affettuosa e spietata. Racconta un’epoca di grandi utopie, di boom economico ma pure l’inizio, almeno in embrione, di “una nuova orrenda preistoria”, figlia del consumismo più sregolato e della distruzione dell’etica e del paesaggio; un mondo che corre ciecamente verso la modernità e che fatica a coniugare sviluppo e progresso. Da questa libera ispirazione nasce il nostro “Quello che non ho”, che cerca di interrogarsi sulla nostra epoca, in equilibrio instabile tra ansia del presente e speranza nel futuro. Ci serviremo per questo di storie emblematiche, quasi parabole del presente, che raccontano (anche in forma satirica) nuove utopie, inciampi grotteschi e civile indignazione. A questo tessuto narrativo incroceremo le canzoni di Fabrizio De Andrè, poesie in musica che passano dalle ribellioni, le beffe, le ballate e i sarcasmi giovanili, alla provocazione politica e alla visionarietà dolente delle “anime salve” e dei perdenti contemporanei. »
Giorgio Gallione