ARCHIVIO SPETTACOLI
Questi Fantasmi!, M. T. Giordana (2016)
Titolo: Questi Fantasmi!
di Eduardo De Filippo
con Gianfelice Imparato, Carolina Rosi, Massimo De Matteo, Paola Fulciniti, Andrea Cioffi, Nicola Di Pinto, Viola Forestiero, Giovanni Allocca, Gianni Cannavacciuolo
regia Marco Tullio Giordana
scene e luci Gianni Carluccio
costumi Francesca Livia Sartori
musiche Andrea Farri
aiuto regia Norma Martelli
aiuto scene Sebastiana Di Gesu
aiuto costumi Pina Sorrentino
produzione Elledieffe – La Compagnia di Teatro di Luca De Filippo
Personaggi e interpreti
Pasquale Lojacono (anima in pena) Gianfelice Imparato
Maria, sua moglie (anima perduta) Carolina Rosi
Alfredo Marigliano (anima irrequieta) Massimo De Matteo
Armida, sua moglie (anima triste) Paola Fulciniti (o Silvia Federica Altamura)
loro figli (anime innocenti)
Arturo Andrea Cioffi
Raffaele, portiere (anima nera) Nicola Di Pinto
Carmela, sua sorella (anima dannata) Viola Forestiero
Gastone Califano, (anima libera) Giovanni Allocca
Saverio Califano, maestro di musica (anima inutile) Gianni Cannavacciuolo
Due Facchini (anime condannate) Gianni Cannavacciuolo, Andrea Cioffi
Il professor Santanna (anima utile, ma non compare mai)
Un altro dei grandi capolavori di Eduardo per la Elledieffe “che continua, nel rigoroso segno di Luca, a rappresentare e proteggere l’immenso patrimonio culturale di una delle più antiche famiglie della tradizione teatrale italiana”, come ricorda Carlina Rosi.
Questi fantasmi!, che debuttò il 7 gennaio 1946 al Teatro Eliseo e fu fra le prime commedie di De Filippo a essere rappresentata anche all’estero, ha sempre registrato un successo assoluto, ascrivibile allo straordinario meccanismo di un testo che, nel perfetto equilibrio tra comicità e tragedia, propone uno dei temi centrali della drammaturgia eduardiana: quello della vita messa fra parentesi, sostituita da un’immagine, da un travestimento, da una maschera imposta agli uomini dalle circostanze. L’attualità di un testo come Questi fantasmi!, sottolinea Marco Tullio Giordana, “è per me addirittura sconcertante. […] Il tipo incarnato da Pasquale Lojacono […] con la sua inconcludenza, l’arte di arrangiarsi, la disinvoltura morale, l’opportunismo, i sogni ingenui e le meschinità, non è molto diverso dai connazionali d’oggi. La grandezza di Eduardo sta nel non ergersi a giudice, nel non sentirsi migliore di lui, di loro. Non condanna né assolve, semplicemente rappresenta quel mondo senza sconti e senza stizza. Il suo sguardo non teme la compassione, rifiuta la rigidità del moralista”.