ARCHIVIO SPETTACOLI

    Schwanengesang D744, Socìetas Raffaello Sanzio (2015)

    Titolo: Schwanengesang D744

    concezione e regia Romeo Castellucci
    musiche Franz Schubert
    interferenze Scott Gibbons
    collaborazione artistica Silvia Costa
    drammaturgia Christian Longchamp
    realizzazione dei costumi Laura Dondoli e Sofia Vannini
    con Valérie Dréville, Kerstin Avemo (soprano) e Alain Franco (pianista)
    produzione Socìetas Raffaello Sanzio
    coproduzione Festival d’Avignon, La Monnaie/De Munt (Bruxelles)

    Personne qui comprenne la douleur de l’autre, et personne qui comprenne la joie de l’autre.
    On croit toujours aller vers l’autre et on ne va jamais qu’à côté de l’autre.
    O tourment pour celui qui sait cela.
    Mes créations sont le fruit de ma connaissance de la musique et de la connaissance de la douleur“.
    (Franz Schubert, Journal, 27 mars 1824)

    Il titolo – che significa Canto del cigno – viene da un Lied di Schubert che, cantato insieme ad altri, costituisce questa serata di canzoni. Siamo insieme, di nuovo, nella caverna inattuale del cavo di un teatro, ad ascoltare della musica schubertiana. Tutto scorre semplice, letterale, apparentemente senza conflitti. Ma mentre sono seduto nel buio ad ascoltare nasce una domanda: come fa questa donna che canta ad aver vissuto ciò che io stesso non ho mai vissuto? eppure – sì – sono certo di averlo fatto un tempo. Come fa a conoscere la mia intimità più a fondo di me stesso? Qual è l’origine della sua canzone che tocca così profondamente la mia origine? E che origine hanno queste mie lacrime, ora, prive di contenuto e diametralmente opposte al sentimentalismo -che odio-?
    (Romeo Castellucci)

    SGUARDAZZI/RECENSIONI