ARCHIVIO SPETTACOLI
Testa di rame, Orto degli Ananassi (2012)
Titolo: Testa di rame
scritto da Gabriele Benucci e Andrea Gambuzza
con Ilaria Di Luca e Andrea Gambuzza
regia Omar Elerian
elementi scenografici Stafano Pilato
ambienti sonori Giorgio De Santis
disegno luci Maria Cristina Fresia
costumi Adelia apostolico
maschere Emidio Bosco
produzione Orto degli Ananassi
Tra la terra e il mare sta il palombaro. Nuota, galleggia sospeso in un mondo privo di rumori, muto come un pesce, senza parole. Siamo nel Dopoguerra. Sullo sfondo, appena si mette piede sul molo del porto, ecco Livorno, acre, sanguigna, verace, sarcastica. Gli autori Gabriele Benucci e Andrea Gambuzza hanno raccolto testimonianze, documenti e interviste sul mondo dei palombari. E’ un racconto tra quello che accade sopra il mare e tutto il fantastico mondo che si spande sotto. Il Palombaro Scintilla è il testimone di entrambe le visioni: l’amore per il mare, per la vita e per la sua donna, Rosa. In Testa di rame, che indica anche la cocciutaggine e la testardaggine del protagonista, si parla in livornese. E Livorno è Piero Ciampi, è Amedeo Modigliani, è Bobo Rondelli, è Paolo Virzì. Scintilla, nome letterario, ma che si rifà al realmente esistito “Testina”, si muove negli abissi facendo lo slalom tra il tragico e l’ironico, tra le truppe americane in superficie e le navi tedesche affondate e da “bonificare” da questi “angeli del mare”. Comicissimo il momento delle varie declinazioni e definizioni del classico intercalare livornese “deh”. La guerra è finita, la città distrutta, anche il mare, vicino alla costa, è deturpato dal ferro e dall’acciaio nazista. Un affresco popolare e sfrontato, un inno alla vita.