ARCHIVIO SPETTACOLI
Un eschimese in Amazzonia, L. Ferracchiati (2017)
Titolo: Un eschimese in Amazzonia
Ideazione e testo Liv Ferracchiati
Scrittura scenica Greta Cappelletti, Laura Dondi, Liv Ferracchiati, Giacomo Marettelli Priorelli, Alice Raffaelli
Costumi Laura Dondi
Luci Giacomo Marettelli Priorelli
Suono Giacomo Agnifili
Progetto Compagnia The Baby Walk
Produzione Teatro Stabile Dell’Umbria, Centro Teatrale Mamimò, Campo Teatrale, Compagnia The Baby Walk
in collaborazione con Residenza Multidisciplinare Presso Caos – Centro Opificio Siri Terni
Un eschimese in Amazzonia, citazione dell’attivista Porpora Marcasciano, fa riferimento al contesto socio-culturale avverso «che compromette, ostacola, falsifica un percorso che potrebbe essere dei più sicuri e dei più tranquilli», perché di fatto mette in crisi il modello binario sesso/genere, omosessuale/eterosessuale, maschio/femmina. Un modello binario che invade le nostre vite e le condiziona senza che ce ne accorgiamo. La presenza nella società degli “eschimesi” chiede a tutti di rimettere in discussione le regole della società stessa. Il centro del lavoro è il confronto tra l’eschimese, ovvero la persona transgender, e la società. La società segue le sue vie strutturate e l’eschimese si trova, letteralmente, a improvvisare, perché la sua presenza non è prevista. In questo caso però guardiamo dal suo punto di vista e la sfida è capire quanto e se la cosiddetta maggioranza gli sia distante. La logica con cui si struttura il lavoro è quella del “link web”: allora può succedere che, mentre si segue con crescente sgomento la vittoria di Trump, si presti vagamente orecchio a una puntata di MasterChef Italia. Che collegamento c’è? Nessuno, forse il nonsense è dietro l’angolo o forse il senso c’è, ma è un senso che si fa fatica ad accettare.