La fabbrica del teatro: il 9 maggio a Prato è in programma una giornata dedicata a Luca Ronconi, a poca distanza dalla sua scomparsa, con il Fabbricone allestito per ricordare le tappe fondamentali del lavoro del Maestro a Prato.
Foto, proiezioni documentarie e di spettacoli, bozzetti e elementi scenografici, testimonianze dal vivo di attori e collaboratori.
Il lavoro condotto da Luca Ronconi a Prato resta fondamentale per il teatro italiano. Soprattutto grazie alla formula del Laboratorio stabile che nel 1976 ha richiamato a Prato attori di generazioni diverse (mostri sacri e neodiplomati dall’Accademia nazionale d’arte drammatica), tecnici dello spettacolo, scrittori e intellettuali – da Gae Aulenti a Franco Quadri, da Dacia Maraini a Umberto Eco – per lavorare e studiare insieme il teatro attraverso le parole, il corpo e il senso. Un’esperienza unica, che rese possibile la nascita di tre capolavori extra-ordinari come Calderón (nella foto in basso: una scena dello spettacolo), Le Baccanti (qui di fianco: una scena, con Marisa Fabbri) e La torre. Tutto questo nella sala del Metastasio, reinventata da Aulenti, ma anche negli spazi dell’ex orfanotrofio Magnolfi, e soprattutto al Fabbricone, una vera ‘invenzione’ di Luca Ronconi, che per primo usò per il teatro, in maniera stabile e organica, una struttura industriale in dismissione dandole una straordinaria possibilità scenica, che poi ha fatto scuola e ha avuto un seguito in tutto il mondo.
In quello spazio, battezzato appunto semplicemente Fabbricone – a esplicitare fin dal nome la necessità ‘artigianale’ del lavoro teatrale – Ronconi aveva già portato l’esperienza straordinaria della sua Utopia aristofanesca, che dai cantieri della Giudecca, dove era nata, qui trovò il suo alveo ‘naturale’.
Un decennio dopo il Laboratorio, che pure aveva suscitato il dibattito più avanzato in Italia sul rapporto tra politica e cultura, Ronconi tornò a Prato con altre opere che restano nella memoria. Spettacoli importanti al Metastasio come La commedia della seduzione (che fece praticamente debuttare in Italia Schnitzler commediografo) e una indimenticabile Fedra, proiettata nel pensiero oltre che nella carne.
Ma soprattutto condusse al Fabbricone un’esperienza divenuta ‘storica’: la maratona scientifica ed esistenziale scritta da Arno Holz ai primi del ‘900, Ignorabimus, affidata a cinque straordinarie attrici lungo quasi quindici ore di spettacolo.
Di seguito il programma degli eventi:
APERTURA DEL FABBRICONE dalle ore 10.00: esposizione documentaria fotografica dei più importanti allestimenti ronconiani a Prato e proiezione integrale di due spettacoli storici, La torre (1978) e Ignorabimus (1986).
ore 16.00 > PROIEZIONE: Luca Ronconi nel giorno del conferimento della cittadinanza onoraria a Prato (15 novembre 2014)
ore 17.00 > PROIEZIONE del documentario Laboratorio teatrale di Luca Ronconi, regia di Miklós Jancsó (1977)
ore 18.15 > CONVERSAZIONE con alcuni protagonisti e testimoni della stagione ronconiana a Prato: Adriana Asti, Antonello Fassari, Maria Grazia Gregori, Anna Maria Guarnieri, Franca Nuti, Aldo Vitali
a cura di Gianfranco Capitta. In collaborazione con Archivio Gae Aulenti
– INGRESSO LIBERO –