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Al Teatro Rossi Aperto si parla di maschere

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Giovedì 21 maggio, alle ore 17.30, il Teatro Rossi Aperto di Pisa ospiterà la presentazione del volume L’incanto della Maschera. Origini e forme di una testa vuota, Torino, Edizioni Prinp, 2014.
Saranno presenti gli autori Ferdinando Falossi e Fernando Mastropasqua.
Coordinerà l’incontro Giovanni Guerrieri, attore e regista della compagnia I Sacchi di Sabbia.

Maschera-SplashDovunque l’apparire della maschera desta inquietudine e contrastanti sensi di smarrimento, stupore, ammirazione. È l’incanto che i Greci chiamavano thauma, parola che caratterizzava l’inesprimibile, l’inaudito, parola che annunciava un luogo di meraviglie, fascinazione, malìa, e anche, per il Padre Gregorio di Nazianzo, il compiersi del miracolo cristiano. La maschera è il simbolo più antico e universale della coscienza della finitezza umanameglio non essere nati»), per questo essa ricopre di una corteccia ‘immortale’ il corpo deperibile dell’uomo, come le maschere funerarie d’oro celavano il volto in decomposizione del morto; ed è anche la prima perfetta realizzazione di ‘macchina del tempo’: infilarsi dentro una maschera trascende l’io, lo spazio e il tempo. Tra le infinite varietà di forme sono qui raccolti alcuni dei suoi molti incanti: dai culti arcaici e dai riti ancestrali fino ai miti della cultura classica, dalle epifanie nel folklore europeo fino ai fantasmi circensi. La perdita di aura nella società moderna costringe la maschera in spazi inusuali e a profonde degenerazioni. Tuttavia la sua presenza in molti carnevali risparmiati dalla mercificazione turistica e nella pratica scenica più attenta alla sperimentazione, sulle orme di Craig, Mejerchold, Brecht, non meno che nelle piazze ‘indignate’ o nelle foreste del Chiapas insorgente, rende ancora attuale l’invocazione del Mercuzio shakespeariano: «Datemi una custodia per metterci dentro la faccia! Una faccia su una faccia».

Ferdinando Falossi, laureato in storia del teatro e dello spettacolo con una tesi sulla morfologia della maschera greca, ha collaborato all’insegnamento di Storia del Teatro dell’Università di Pisa. Lavora oggi come operatore presso la Cooperativa CREA di Viareggio. Ha realizzato diversi “spettacoli” all’interno delle strutture per il disagio giovanile e le malattie mentali, e li ha documentati in video. Allievo di Donato Sartori, è stato costruttore di maschere, sia in cuoio che in altri materiali, fino alla individuazione di una propria tecnica costruttiva in lino, derivata dalla sua ricerca filologica sulla maschera del teatro greco classico. Ha condotto laboratori biennali sulla maschera antica presso la Bottega del Teatro di Vittorio Gassman e ha realizzato maschere per gli spettacoli teatrali di compagnie come Zingaro e Footsbarn Travelling Theatre. Recentemente ha costruito le maschere per lo spettacolo dei Sacchi di Sabbia Essedice, di e con Gipi.Tra le sue pubblicazioni: L’erma dal ventre rigonfio. Morfologia della maschera comica, Roma, ETL, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari, 1989 e Gorgòneion: la forma dell’oxymoron in AA.VV., Maschera Labirinto, Roma, ETL, 1991. Tra i suoi video Totem I, Viareggio, CREA, 2005, e Cartamusica, Viareggio, CREA, 2013.

Fernando Mastropasqua, già professore di Storia del Teatro presso le Università di Pisa, Trento e Torino, si è occupato di feste, di maschere antiche, di carnevali, di regia. Le sue più recenti pubblicazioni sono: Komos, il riso di Dioniso: Maschera e Sapienza, Roma, ETL, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari, 1989; Metamorfosi del teatro, Napoli, ESI, 1998; In cammino verso Amleto (Craig e Shakespeare), Pisa, BFS, 2000; Teatro provincia dell’uomo, Livorno, Frediani, 2004; La scena rituale, Roma, Carocci, 2007; collabora alla rivista “Critica d’Arte”.

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