Una settimana intensa questa, copiosa di occasioni, e che inizia subito: stasera, contravvenendo alle convenzioni che vogliono i teatri osservare il riposo del lunedì, al Goldoni di Livorno sarà la volta di La scena, testo e regia di Cristina Comenncini, con Anna Finocchiaro e Maria Amelia Monti [foto in alto a sinistra, ndr]. Visto e recensito a Lucca la scorsa stagione e non ne serbiamo un ricordo significativo, al di là della poco comprensibile soddisfazione degli spettatori circostanti, ma tant’è: commedia leggera, anzi leggerina, buona per passare una serata disimpegnata. Ciò che, di norma, non chiediamo al teatro, ma i gusti son gusti. Replica la sera successiva.
Per martedì 3 marzo, un’idea potrebbe essere quella delle Scuderie Granducali di Seravezza, nella piccola stagione curata da Elisabetta Salvatori: di scena Ticket & Tac, spettacolo comico di tema ospedaliero che vede Katia Beni e Anna Meacci [a destra, ndr] alle prese con sketch di autori toscani (oltre alle due protagoniste, Alessandro Bini, Bruno Magrini e Donatella Diamanti); non è esclusa qualche presenza arlecchina da quelle parti. Nel contempo, al Comunale di Pietrasanta, ecco Il visitatore, regia di Valerio Binasco, con Alessandro Haber e Alessio Boni, qui recensito (dal sottoscritto e da Andrea Balestri), qualche settimana addietro.
Interessante la serata di mercoledì 4: a Buti, due artisti che stimiamo molto, vale a dire Elena Bucci e Claudio Morganti, saranno in scena con Recita dell’attore Vecchiatto nel teatro di Rio Saliceto su testi di Gianni Celati; una paradossale rievocazione d’una recita, appunto, avvenuta (forse sì, forse no), tra riflessioni sul teatro e sulla natura del mestiere d’attore. Chi scrive, se lo perderà, e se ne duole assai, ma altri sguardi da qui giungeranno sulle colline butesi.
La stessa sera, in quel di Santa Croce sull’Arno, altro appuntamento molto interessante: Simone Cristicchi presenta Mio nonno è morto in guerra, ulteriore tappa per una personalissima (e non priva di contorni discutibili) ricognizione intorno ai temi della memoria e della narrazione di un passato più o meno condiviso. Proveremo a piazzare un inviato arlecchino, speriamo con successo.
Discorso analogo per Gioco di specchi, raffinata rilettura di Don Quijote da parte di Stefano Massini, di scena a Prato, presso Officina Giovani, in piazza Macelli: Ciro Masella e Marco Brinzi [a destra, ndr] saranno i meritevolissimi protagonisti d’uno spettacolo avvolgente e minuzioso; lo abbiamo visto la scorsa estate ma senza recensirlo, perché è trascorso troppo tempo ormai dalla visione (il che ci spiace). Anche stavolta lo perderemo, ma un’alternativa presenza arlecchina in loco non è affatto da escludere, anzi.
Via con Firenze: al Comunale è la volta (sino a domenica) di 7 minuti, testo di Stefano Massini, con Ottavia Piccolo e una nutrita compagnia d’attori per la direzione di Alessandro Gassman: teatro civile che si occupa di lavoro e diritti al femminile. Negli stessi giorni, la Pergola ospita i fratelli Servillo, con La parola canta, un peculiare recital dedicato a Napoli da parte di due interpreti d’eccezione. Poco distante, il Metastasio di Prato offre un peculiare Tartufo, con Eros Pagni e Tullio Solenghi, per la regia di Mario Sciaccaluga.
Per nulla ci perderemo, giovedì 5, l’approdo fiorentino di Roberto Latini [a sinistra, ndr] al Cantiere Florida: la sua versione del pirandelliano I giganti della montagna – atto primo ci pare, ancor prima d’avervi assistito, una delle occasioni irrinunciabili della stagione e non certo per la recente assegnazione del Premio Ubu come migliore interprete all’artista fondatore di Fortebraccio Teatro. Spettacolo sofferto: Latini ha deciso di affrontare il testo in solitaria, dopo una prima versione con Federica Fracassi. La stessa sera, uno Shakespeare approda a Camaiore (Re Lear o il passaggio delle generazioni, regia di Gianfranco Pedullà, chissà che un altro Arlecchino non si trovi a sguardazzare dalla platea), Doppio sogno di Schnitzler per la rilettura di Giancarlo Marinelli rievocherà la pellicola kubrickiana Eyes Wide Shut al Puccini di Altopascio, e al Fabbrichino pratese sarà di scena La classe per la regia di Nanni Garella.
La fine della settimana è intensissima e, nella gran copia di spettacoli, rimandandovi al Calendazzo per informazioni più dettagliate, vi segnaliamo Gioele Dix e Anna Della Rosa [in basso a sinistra, ndr]a Lucca (Teatro del Giglio, sino a domenica) con un classico di Molière, Il malato immaginario, per la regia di Andrée Ruth Shammah: sicuramente, lo andremo a vedere.
Negli stessi giorni, al Manzoni di Pistoia approda Morte di un commesso viaggiatore di Arthur Miller con la regia di Elio De Capitani (Teatro dell’Elfo), altro spettacolo di grande interesse per uno spazio di cui è giusto sottolineare l’ottima (e invidiabile) gestione: faremo di tutto per scriverne. E sempre da venerdì a domenica, il Guglielmi di Massa ospiterà il già recensito Danza macabra, una delle ultime regie firmate dal recentemente scomparso Luca Ronconi e un’occasione per confrontarsi con un suo lavoro.
Per sabato 7, segnaliamo Paolo Rossi [a destra, ndr] alla Città del Teatro di Cascina con L’importante è non cadere dal palco, ennesimo one man show del celebre fool meneghino (originario, però, di Monfalcone) che, questa volta, impartirà alcune paradossali lezioni di teatro; inoltre, a Pontedera va di scena (con replica domenicale) Perduto Pinocchio, escursione d’argomento collodiano a cura di Virginio Liberti, mentre, al Teatro Eduardo De Filippo di Cecina (LI), arriva Lella Costa con Ferite a morte, testo e regia di Serena Dandini. Sicuramente, un Arlecchino sarà di stanza a Viareggio, presso lo spazio Officina DadaBoom per Restiamo umani, una serata di teatro e videoarte dedicata ai temi del conflitto israeliano-palestinese. Da segnalare anche la ripresa di uno spettacolo già recensito: Alla luce di Michele Santeramo per la regia di Roberto Bacci, in scena al Nuovo Teatro delle Commedie di Livorno.
Chiudiamo con domenica: oltre alle repliche degli spettacoli già segnalati, un ultimo appuntamento che ci sentiamo davvero di consigliare, vale a dire Pasticceri. Io e mio fratello Roberto, deliziosissima commedia a due di Roberto Abbiati affiancato da Leonardo Capuano. I due [a sinistra, ndr] tornano a presentare, presso il Castello Pasquini di Castiglioncello (LI) questo spettacolo che abbiamo visto due volte (nel 2007 e l’anno successivo) e che ci sentiamo assolutamente di consigliare, non solo per i vostri occhi, ma anche per le papille; inutile dire che qualche arlecchino ci sarà.
Buone visioni!