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Cinque eventi per la seconda edizione della rassegna Teatri di Confine a Livorno

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Riceviamo e pubblichiamo:

TEATRI DI CONFINE_LIVORNO 2016

Giuseppe Battiston, Aniello Arena, compagnia Aldes, le realtà livornesi di Teatro dei Gordi e Pilar Ternera: cinque “voci” per la seconda edizione della rassegna Teatri di Confine a Livorno, in scena alla Goldonetta, al Nuovo Teatro delle Commedie, al centro artistico Il Grattacielo.

Nel panorama teatrale livornese, grazie al successo dello scorso anno, Teatri di Confine si attesta come una rassegna dal carattere programmaticamente contemporaneo, con una vocazione interculturale e intergenerazionale.
In questi caratteri è l’originalità e la forza del progetto che la Fondazione Toscana Spettacolo onlus propone da alcuni anni in città della Toscana come Pisa, Buti, Pistoia e Livorno.
L’edizione Teatri di Confine-Livorno 2016 è realizzata in stretta collaborazione con il Teatro Goldoni, l’associazione Pilar Ternera e il centro artistico Il Grattacielo. La novità è rappresentata dai luoghi di rappresentazione; infatti, a partire dall’11 marzo, saranno ben tre i palcoscenici su cui si alterneranno gli spettacoli in calendario: Goldonetta, Nuovo Teatro delle Commedie, Il Grattacielo.
Cinque appuntamenti, distribuiti tra marzo e aprile, per raccontare il presente attraverso il lavoro e lo sguardo di artisti contemporanei: privilegiando l’innovazione e il cambiamento (VolterraTeatro), leggendo la tradizione in modo originale e creativo (la livornese Pilar Ternera), indagando i limiti e i confini tra la vita e la morte (ancora da Livorno, Teatro dei Gordi), fotografando in bianco e nero una umanità dolente e ipnotica (compagnia Aldes di Roberto Castello), intrecciando l’autobiografia con la grande poesia di Pasolini (Giuseppe Battiston).

Cinque spettacoli a prezzi molto popolari: intero 10, ridotto 8 euro.

Il primo appuntamento è al Nuovo Teatro delle Commedie, venerdì 11 marzo (ore 21.15, come per tutti gli spettacoli), con l’attore simbolo della Compagnia della Fortezza, Aniello Arena, diretto dal suo “pigmalione” Armando Punzo. In A-SOLO. Studi di assenza in pubblico il pubblico in sala è chiamato a intervenire, a istituire con l’attore una relazione effettiva, secondo uno schema studiato da Punzo, per “stabilire insieme una qualità della presenza ‘altra’, rispetto a quella ordinaria, per fare teatro”.

Al centro artistico Il Grattacielo, giovedì 24 marzo, il Teatro dei Gordi, compagnia livornese indipendente (formata da un numero nutrito di attori, un regista e una drammaturga, tutti diplomati all’Accademia Paolo Grassi), con lo spettacolo SULLA MORTE, SENZA ESAGERARE, introduce nel mistero della morte, in maniera originale, tra ironia e partecipazione, senza rinunciare alle implicazioni poetiche ed emotive di chi la porta in scena e di chi la osserva.

Giovedì 31 marzo (in replica venerdì 1 aprile) si torna al Nuovo Teatro delle Commedie con la seconda compagnia di Livorno, l’associazione Pilar Ternera, che mette in scena HO UN VIZIO AL CUORE, tre atti unici di Cechov: L’orso, Proposta di matrimonio, L’anniversario. Opere comiche con elementi da vaudeville che segnano il passaggio di Cechov dalla narrativa al teatro, e contengono in nuce elementi dei suoi drammi più maturi. Storie caricaturali che lasciano emergere quel senso amaro e sconsolato della vita che si svilupperà pienamente nei drammi posteriori.

Presso Il Grattacielo, martedì 5 aprile è di scena la compagnia Aldes con IN GIRUM IMUS NOCTE (ET CONSUMIMUR IGNI), un titolo palindromico che racchiude il segno espressivo dell’ultimo lavoro di Roberto Castello: “una deriva di umanità alienata in un meccanismo che non ha risoluzione, se non nel suo perpetuo, irrisolvibile, girarsi intorno”.

L’ultimo spettacolo della rassegna, domenica 17 aprile alla Goldonetta, è un omaggio a Pier Paolo Pasolini. NON C’È ACQUA PIÙ FRESCA porta in scena emozioni e ricordi di un passato lontano grazie alla intensa interpretazione di Giuseppe Battiston accompagnato da Piero Sidoti, nella duplice veste di musicista/cantante e attore. I versi, ora in friulano ora in italiano, calano lo spettatore in un mondo che “non può più tornare, dove anche le feste non hanno lo stesso sapore dei momenti felici”. La drammaticità del testo di Renata Molinari è restituita con forza ed efficacia dalla regia di Alfonso Santagata con toni a tratti anche ironici.

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