Con il nuovo anno, il Teatro Era, dopo il consueto festival autunnale e la speciale iniziativa Le possibilità del teatro legata alla pubblicazione del primo volume degli scritti di Jerzi Grotowski, lancia la stagione 2015, che coprirà il periodo da gennaio ad aprile.
Quattro mesi d’intensa attività il cui debutto sarà costituito da una prima assoluta, vale a dire La prossima stagione, monologo di e con Michele Santeramo (foto in alto), nei giorni 29, 30, 31 gennaio (ore 21) e domenica 1 febbraio (ore 18), per la produzione di Fondazione Pontedera Teatro. Santeramo, pluripremiato drammaturgo (Premio della Critica 2013 e Premio Hystrio 2014) con Il guaritore, sarà protagonista d’un allestimento composito, con le immagini e le scene realizzate da Cristina Gardumi a giocare un ruolo fondamentale, quasi un personaggio aggiunto, dell’intero lavoro. Si tratta della storia di una coppia illustrata in sei stazioni, a distanza di dieci anni l’una dall’altra, dal 2014 al 2064: una riflessione circa le modificazioni cui debbono sottostare le vite personali, nonostante la resistenza di pulsioni, desideri, passioni. L’irruzione della tecnologia, in un’allucinata proiezione distopica, incide profondamente sulla vita delle persone, con lo spettacolo che prova a raccontare i mutamenti del «rapporto tra questi due personaggi, come si modificano la loro voglia di tenerezza, il loro modo di scherzare, la loro innata leggerezza».
Non solo: sabato 31 gennaio (ore 19) sarà di in scena Al forestér, vita accidentale di un anarchico, testo di Matteo Bacchini, regia e intepretazione di Savino Paparella, produzione Teatro del Tempo.
Protagonista del racconto scenico, Antonio Cieri, soldato di leva, ferroviere, anarchico, antifascista, morto su una collina spagnola, a Huesca, nel 1937. Al forestér è costituito da un monologo a più voci, sorto dall’esigenza di esprimere «un’idea di libertà», illustrare e suggerire «la storia di un ragazzo che diventa uomo» e dello stesso uomo che sperimenta, sin sulla propria pelle, la dimensione e il prezzo della difesa di quella stessa idea.
Sullo sfondo, numerosi momenti storici del primo Novecento italiano ed europeo: i moti di Ancona, le barricate di Parma, l’esilio in Francia, la guerra di Spagna, eventi vissuti sempre dalla “parte sbagliata”, quella degli sconfitti. «Una vita accidentale e piena di immaginazione» costituisce il fulcro di uno spettacolo che immagina la storia personale di Cieri, uomo quasi sconosciuto, che «pensava poesie», in abruzzese, col destino di «essere forestiero in ogni luogo, a casa in ogni luogo».
Per maggiori informazioni: www.pontederateatro.it
Qui il comunicato stampa originale.