L’inverno prosegue e, con esso, le stagioni dei teatri “regolari”, tra piccoli spazi indipendenti in perenne sofferenza (quest’anno registriamo, al momento, l’assenza di cartellone al Colombo di Valdottavo, e ce ne addoloriamo non poco), spazi “istituzionali” che si trascinano con fare sonnolento e una proposta spettacolare complessiva che, pur non potendo definirsi insufficiente, ci pare manchi di qualcosa. Fanfaluche arlecchine, non serve che ce lo diciate: quindi, occhio al Calendazzo e vediamo cosa propone la settimana.
Lucca e provincia – Da Manzoni a Solfrizzi
Si parte subito, e con un lavoro che vorremo davvero vedere: la sera di lunedì 21, in quel di Altopascio (Teatro Puccini), arrivano i I promessi sposi nella lettura offerta da Michele Sinisi (in combutta con Francesco Asselta: dovreste ricordarli assieme, per il relativo e doppio questionazzo arlecchino). Spettacolo sicuramente degno di visione e ricco di motivi d’interesse: in primis, perché il romanzone manzoniano, lo si voglia o meno, è tra gli elementi fondanti della nostra cultura nazionale, ma, soprattutto, perché Sinisi è teatrante di razza, il cui lavoro sui testi che via via seleziona regala sempre spunti di riflessione stimolanti (il suo Riccardo III è stato recensito sia da Titomanlio sia da Balestri). Spesso s’è parlato di Ubi, pure per lui (non noi, che non ci crediamo, negli Ubi): a quanto pare, il suo turno ancora non è venuto, ma, sicuramente, toccherà pure a lui. [A questo punto, se ci tenesse davvero e stesse leggendo, si starà a sua volta apotropaicamente toccando]. Allestimento di compagnia, con un bel gruppo di interpreti che abbiamo visto più volte (con Sinisi, qui), come Stefano Braschi, Giuditta Mingucci e Ciro Masella. Ribadiamo: da vedere.
E da vedere è pure, martedì 22 a Seravezza (Scuderie Granducali), Ci vuole fegato, nuovo frutto della collaborazione tra l’attore livornese Fabrizio Brandi e Francesco Niccolini, drammaturgo e regista, pure lui amico di Arlecchino (leggete qui). Lavoro di narrazione, a leggere la sintetica scheda informativa: di Brandi, ricordiamo Blocco 3, visto a Livorno e, pure quello, recensito a suo tempo da Titomanlio. Interessante.
Giovedì 24, all’Alfieri di Castelnuovo Garfagnana, torna a calcare le scene uno spettacolo sul quale abbiamo in canna una recensione dallo scorso aprile (magari la pubblichiamo…). Si tratta di Lo stallo, ritorno alla scrittura scenica per Sandro Luporini, pittore viareggino reso celebre dalla storica collaborazione in qualità di paroliere del teatro canzone di Giorgio Gaber, in un nuovo testo con protagonista Chiara Riondino, accompagnata dal gruppo musicale (di evidente spirazione deandreiana) Khorakhanè. Il medesimo ticket artistico performativo, la sera di venerdì, sarà a Montecarlo (Teatro dei Rassicurati , in foto) per mettere in scena La buona novella, album tra i migliori mai realizzati dal già evocato Fabrizio De André, divenuto, negli anni successivi alla morte del genovese, quasi un must del nostro teatro. Siamo, personalmente, molto tiepidi rispetto a queste operazioni, per le quali, comunque, il successo è assicurato.
Sempre nella sera di giovedì 24, spettacolo pure a Capannori, presso lo spazio Artè: il titolo è Stanotte ho saputo che c’eri, le premesse (da Lettera a un bambino mai nato di Oriana Fallaci) destano in noi qualche brivido (il riutilizzo dei testi della giornalista e scrittrice fiorentina sulle scene italiane si è dimostrato assai ambiguo, e incline all’ultima parte, la peggiore, della sua carriera). Però nel cast c’è Franco Oppini e la militanza nei Gatti di Vicolo Miracoli rappresenta, per noi, un passepartout indiscutibile, pure per Umberto Smaila e Jerry Calà.
Ancora musica, inoltre, all’Accademico di Bagni di Lucca, la sera di venerdì: arriva Sandro Querci con il suo nuovo allestimento, La pulce nell’orecchio, un’altra commedia musicale da George Feydeau, con un cast nutrito e vivacissimo (oltre all’adattatore e regista, Silvia Querci, Fabrizio Checcacci, Andrea Bacci, Elena Talenti,
Rosario Campisi, Elena Mancuso, Claudia Cecchini). Il divertimento non mancherà.
Last but not least, il ritorno della prosa al Teatro del Giglio di Lucca, dopo oltre un mese (la scorsa settimana, però, c’è stata la lirica): sulle tavole del palco lucchese, Emilio Solfrizzi e Paola Minaccioni, impegnati in A testa in giù, testo a due di gran successo firmato dal francese Florian Zeller, drammaturgo relativamente giovane (40 anni a giugno) e da qualche tempo affermatosi a livello internazionale. La regia è curata da Gioele Dix, per un lavoro di cui davvero leggeremmo ben volentieri.
Pisa e provincia – musicisti, danzatori e altro ancora
Spostiamoci adesso a Pisa e provincia, dove la programmazione inizia da venerdì 25.
A Volterra (Teatro Persio Flacco) va in scena Tutto esaurito, spettacolo di Max Paiella che vede alla regia Stefano Messina. Si tratta di una riflessione sul concetto di esaurimento, con la promessa di strappare qualche amara risata. Non siamo particolarmente intrigati, e pertanto lo consigliamo senza troppa convinzione.
Se a interessarvi è l’opera, la stessa sera a San Miniato (Teatrino dei Fondi) potrete assistere a La cameriera di Puccini in cui Nicola Zavagli propone una distesa rappresentazione della vita del grande compositore. Sul palco due attori (Beatrice Visibelli e Giovanni Esposito) e una cantante, il soprano Bei Bei Li.
Vediamo ora le numerose proposte per sabato 26.
A Pontedera (Teatro Era) Tango glaciale reloaded: a distanza di trentasette anni dal primo debutto, Mario Martone riporta in scena il suo spettacolo “Tango glaciale” in una rivisitazione che ci pare poter essere molto interessante. I nuovi interpreti sono Jozef Gjura, Giulia Odetto e Filippo Porro. Ci affascina, e ci piacerebbe assistervi.
Alla Città del Teatro di Cascina troviamo invece Sei, riadattamento del classico pirandelliano “Sei personaggi in cerca di autore” a cura di Spiro Scimone e Francesco Sframeli. Ormai quasi tre anni fa assistemmo a uno spettacolo dei due, e un arlecchino (a nostro parere troppo magnanimo) scrisse uno sguardazzo forse poco lusinghiero, ve lo lasciamo qui. Non lasciamoci però influenzare da ricordi confusi: se riusciremo, ci farebbe piacere assistere a questa performance.
Cambiando genere troviamo, a Santa Croce sull’Arno (Teatro Verdi) lo spettacolo musicale Tempo di Chet, per la regia di Leo Muscato, del quale vi abbiamo già positivamente parlato un anno fa (qui). Si esibiranno i musicisti Paolo Fresu (nome di spicco della scena jazz italiana) Dino Rubino e Marco Bardoscia. Lo spettacolo promette di raccontare la storia di Chet Baker, “il grido più struggente del ventesimo secolo” (definizione pomposa che ci fa un po’ ridere, ma gliela concediamo). Le premesse sono ottime, sicuramente andremo ad assistervi, e nella migliore delle ipotesi vi regaleremo uno sguardazzo.
Una bella novità, inoltre, ci arriva da Molina di Quosa, alle pendici dei monti pisani. Marco Azzurrini, attore di cui abbiamo spesso segnalato le iniziative, è riuscito nella bella impresa di allestire una piccola stagione presso il singolare spazio denominato Il Magazzino di Antonio: la rassegna si chiama Il teatro nel magazzino, e verrà inaugurata sabato 26 proprio da uno spettacolo del medesimo Azzurrini.
Si tratta di Balera ’59, suo lavoro “storico” in tutti i sensi: da un lato, perché costituisce una sorta di viaggio nel passato, sul finire degli anni Cinquanta del secolo scorso, all’interno dell’umanità danzereccia che popolava le sale da ballo; dall’altro, perché titolo che l’attore pisano, “scortato” dalla bravissima Daniela Romano alla fisarmonica, porta in giro da parecchi anni. Ci sarà da ridere, da ascoltar musica e pure da avvertire un pizzico di nostalgia. Insomma: ve lo consigliamo vivamente.
Per finire, sia sabato che domenica 27, al Teatro Verdi di Pisa andrà in scena Van Gogh. L’odore assordante del bianco di Stefano Massini. Nel cast spicca il nome di Alessandro Preziosi, attore noto al grande pubblico per i suoi lavori al cinema e in televisione. Sappiamo poco, e forse non siamo troppo desiderosi di saperne molto di più, ma chissà che non facciamo un salto.
Oltreconfine & lirica – Ciclisti, drag queens, gobbi e pentiti
Il nostro Calendazzo, ve lo ricordiamo, si propone di dare conto della programmazione nelle province di Lucca e Pisa, ma non mancano anche appuntamenti oltreconfine. Per questa settimana vi segnaliamo, per cominciare, due lunghe teniture, entrambe da martedì a domenica.
La prima proposta, alla Pergola di Firenze, è Il penitente, grossa produzione della stagione scorsa con protagonisti Luca Barbareschi e Lunetta Savino. Di Barbareschi (qui anche regista) ricordiamo non solo delle uscite infelici, ma soprattutto le polemiche e le successive indagini per lo spropositato contributo statale al suo Teatro Eliseo. Come per il calcio, conta di più il teatro giocato ma, a differenza dello sport, l’estetica è etica (e viceversa). Andremmo solo per notare come un certo atteggiamento si traduca nella recitazione e nella messinscena, quindi evitiamo. Se andate, fateci sapere.
Ben più seducente la programmazione di Prato, con il Fabbricone, che presenta Queen Lear, reinterpretazione del dramma scespiriano da parte delle Nina’s Drag Queen. Non sappiamo molto di più di questo «dramma musicale en travesti», se non che la regia è firmata da Claire Dowie e le musiche originali sono di Enrico Melozzi, ma tanto ci basta per incuriosirci. Proveremo ad andare e raccontarvi: se ci seguite, occhio agli orari.
Abbiamo parlato più volte del rapporto tra teatro e sport, e ancora vorremmo approfondire questo filone che, con esiti alterni, sta prendendo sempre più piede. Per questo motivo ci piacerebbe parlarvi di Bartali: prima tappa, in scena al Teatro Moderno di Agliana (PT) sabato 26, ore 21. L’idea è di Paola Bigatto e Lisa Capaccioli, con quest’ultima che firma anche la regia di uno spettacolo che, attraverso la figura di Gino Bartali, vuole parlare dell’occupazione nazista in Italia. In scena Francesco Dendi, nei panni di un ragazzo appassionato di ciclismo che si inventa un personalissimo Giro d’Italia.
Terminiamo con una segnalazione lirica: al Teatro Verdi di Casciana Terme (PI), recita secca per Rigoletto, per la regia di Alberto Paloscia e la direzione di David Boldrini. Poc’altro sappiamo, possiamo rassicurarvi sulle due voci che conosciamo (Marco Mustaro e Laura Brioli): apprezziamo comunque questo tipo di produzione provinciale, vero fulcro del successo operistico fino a qualche decennio fa. Rigoletto, poi, è già una garanzia di per sé, perla tra i capolavori di Giuseppe Verdi: se siete in zona, non fatevelo sfuggire: domenica 27, ore 16.
Per adesso, è tutto.
E non mancate di seguirci: al limite, fermateci, si prende un caffè assieme.