Non è, tecnicamente, teatro, ma ci si avvicina: del resto, la festa e il carnevale, in qualità di manifestazioni del folclore popolare, sono tra i fondamenti profondi del teatro, inteso nella sua accezione più ampia. E così, quando a Lucca si riversano migliaia di persone vestite buffe, ci pare sensato pensare che sia Halloween sia i Comics possano dirsi appuntamenti di matrice carnevalesca e che, in ciò, non risieda assolutamente nulla di male. Peraltro, a sancire la relazione tra questa manifestazione e l’arte scenica, anche quest’anno, un autentico allestimento teatrale, ispirato a un celebre fumetto di un autore italiano. Ne parliamo poco sotto.
Poi, che c’entra, pur avendolo probabilmente già scritto, lo ribadiamo: siccome l’idea di tamponare la Bat-mobile e di dover costringere un Bruce Wayne in fogge pipistrellesche a compilare una constatazione amichevole non ci attrae per niente (chissà se la nostra assicurazione coprirebbe i danni, in tal caso: probabilmente no, trattandosi di un’auto non omologata…), noi ci teniamo ben distanti dall’arborato cerchio. Però, a ogni buon conto, sappiatelo: pure questo è, in qualche modo, teatro.
Mano al Calendazzo, dunque, e vediamo cosa ci riserva la settimana scenica.
Provincia di Lucca – Donne fantastiche e fumetti in scena a Lucca, Brecht ed emigrazione a Capannori
Teatro di lunedì, ogni tanto si può fare: a Lucca (San Girolamo), si apre davvero la rassegna Wonder Women (al plurale) promossa da Spam!. Nello spazio scenico retrostante il Giglio, la danzatrice e coreografa austriaca Elisabeth Schilling si esibisce nel solo dal titolo Sketches on Ligeti; al pianoforte, la accompagna Cathy Krier. Riportiamo fedelmente dalle note di presentazione: «Un vero e proprio concerto da camera in stile mitteleuropeo per danza e pianoforte in cui, mentre il pianoforte si confronta con il rigore degli Etudes di Ligeti, partiture per veri virtuosi, la danza costruisce in parallelo un continuum in perfetto equilibrio fra creazione estemporanea e nitidezza formale». Non ci spiacerebbe sbirciare e non escludiamo una spedizione arlecchina; chissà. Però ve lo consigliamo senz’altro.
Un anno fa, toccò a Zerocalcare e al suo Kobane Calling On Stage che, dopo il debutto del 2018 (non ne parlammo: colpa nostra), affronta ora una prima esperienza di tournée: lo farà da metà novembre, giacché, dopo un breve rodaggio toscano, lo spettacolo toccherà alcune grandi città italiane. Qualcuno inizia a parlare di Graphic Novel Theatre, avanzando l’idea di un nuovo genere. A occhio, storciamo la bocca: il teatro è teatro, così come il cinema è il cinema, a prescindere dalle fonti o dalle ispirazioni selezionate. È pur vero che, se si venissero fuori un po’ di titoli in cui i fumettari provassero la via della scena (in prima persona o meno), allora, la cosa dovrebbe comunque essere presa in analisi. A questo proposito, ricordiamo bene Essedice, quasi capolavoro nato nel 2010 dalla collaborazione tra Sacchi di Sabbia e Gipi, ispirato a una delle migliori storie del disegnatore pisano: se solo quest’ultimo avesse avuto una qualche umiltà rispetto a una forma per lui inconsueta come la scena − Gipi ha un carisma assai raro, pure sul palco −, ne sarebbe uscito un risultato incommensurabile, ma, purtroppo, l’incastro col dispositivo creato da Giovanni Guerrieri, incluse le meravigliose maschere alla greca di Ferdinando Falossi, avrebbe avuto bisogno di ancor più lavoro, e disponibilità, sotto il profilo performativo (peccato non averne scritto allora). Fu un’occasione mancata, ed è un peccato.
Insomma, tutto questo cianciare per salutare con estremo favore (e curiosità) la notizia di Io sono Cinzia (l’amore non si misura in centimetri), ispirato alla graphic novel di Leo Ortolani che affronta il tema della transessualità: “spalla scenica” dell’operazione, quest’anno come nel 2018, la compagnia Teatri d’Imbarco di Andrea Zavaglia e Beatrice Visibelli, benché pochi dettagli produttivi siano stati diramati. Il lavoro andrà in scena al Giglio la sera di mercoledì 30, con una particolare avvertenza: «Per partecipare allo spettacolo è necessario presentare il biglietto speciale gratuito da ritirare alla biglietteria del Teatro del Giglio dalle ore 9.00 del giorno dell’evento e fino a esaurimento, presentando biglietto e braccialetto della manifestazione validi per lo stesso giorno».
Ci sarebbe da dire ancora un’ultima cosa: vi rimandiamo a fondo articolo.
Mentre il capoluogo e gran parte della piana saranno impegnati a reggere l’urto delle migliaia di presenze per via dei già citati Comics, la sera di mercoledì 30, allo Spazio Artè di Capannori, andrà in scena Dialoghi di profughi, spettacolo della compagnia Chille de la balanza, per la scrittura scenica di Claudio Ascoli e Sissi Abbondanza. Il testo, in realtà, è di Bertolt Brecht, e si tratta di uno dei suoi lavori più divertenti, e disincantati, scritto dopo esser scappato dal nazismo, in Finlandia: si narra l’epopea della fuga all’estero del drammaturgo, accompagnato dalla moglie attrice, dalla collaboratrice innamorata, dall’altra attrice (e amante), salvo poi proporre una profonda riflessione sul senso del teatro nella società occidentale, su a cosa serva un’arte così inafferrabile e paradossale. Wonder Woman permettendo, saremo là.
Pisano – da Plauto a Goldoni
Martedì e mercoledì a Pontedera (Teatro Era) si rispolvera il teatro antico, con l’Anfitrione di Sergio Pierattini, che mette le mani sulla commedia plautina per creare una drammaturgia inedita. Filippo Dini cura la regia di una commedia che di classico non ha quasi niente: il protagonista (Antonio Catania) si trasforma in un aspirante politico populista, la moglie Alcmena (Barbara Bobulova) è un’insegnante di scuola media, il servo Sosia (Giovanni Esposito) un autista portaborse e «gli dèi, incuranti dell’incredulità e dello scetticismo che li circonda dalla fine del mondo classico, continuano ad agire e a sconvolgere con il loro intervento, allora come oggi, gli umili e i potenti». Giove (Gigio Alberti) diventa un uomo gentile e comprensivo, destreggiandosi in una serie di confusi equivoci. In definitiva, «l’altalenarsi tra verità e inganno, intesi e malintesi, genera situazioni comiche, bizzarre e spiazzanti che fanno da specchio alle sempre più grottesche e disorientanti vicende del nostro presente».
Riadattamento di un grande classico anche nella provincia: sabato e domenica al Teatro Verdi arriva La locandiera, di Francesco Niccolini e Paolo Valerio. Amanda Sandrelli è la Mirandolina goldoniana, «una donna feroce, orfana, abituata a comandare, a difendersi e a lottare. Lotta per portare avanti la locanda dopo la morte del padre, lotta contro quattro uomini in contemporanea, lotta per affermare la forza e la dignità di una donna amazzone, in un mondo in cui le donne sono solo oggetto di piacere o di disprezzo». Uno spettacolo senza dubbio interessante. Nel frattempo vi (ri)proponiamo il questionazzo fatto a Niccolini, regista di cui abbiamo visto e sguardazzato numerosi spettacoli (per esempio qui, qui e qui).
Oltreconfine − Shakespeare, Kaemmerle e ancora Čechov
Mercoledì 30 e giovedì 31 ultime due repliche, al Teatro Bolognini di Pistoia, per Padiglione 6, lo spettacolo che Roberto Valerio ha tratto da un racconto di Čechov. Ve lo abbiamo consigliato convintamente la settimana scorsa, non vediamo perché non farlo anche stavolta.
Nella vicina Prato, la Galassia del Metastasio ha inaugurato la nuova stagione la settimana scorsa e da subito riprende anche il progetto di focus su artisti e compagnie: in altri casi avremmo detto “giovani” o “emergenti”, ma in realtà quest’anno sono in programma artisti ben affermati e (non ce ne vorranno: noi non ce ne vorremmo) non esattamente ventenni. Più avanti troveremo il Teatro delle Ariette e Babilonia Teatri, ma questa settimana è il turno di Michele Sinisi, teatrante pugliese di cui ci siamo occupati più e più e più e più volte. Al Teatro Magnolfi, proporrà in pochi giorni Amleto (giovedì e venerdì), Riccardo III/Now (sabato) e Edipo. Il corpo tragico (domenica), per un’antologia siniscespiriana da non perdere.
Giungiamo addirittura fino a Firenze. Come ci siamo arrivati? Seguendo le tracce di Andrea Kaemmerle e del suo festival Utopia del Buongusto: anch’esso, questa settimana, trascende i consueti confini di un regno che si estende dalle zone tra Lucca e Pisa, fino ad arrivare a Casciana Terme (la cui localizzazione geografica ci pare ineffabile). Insomma, il festival e il suo stesso fondatore saranno nel capoluogo gigliato, sabato 2, per una replica di L’uomo tigre. Capire tutto in una notte alla Chiesa di Santa Monaca. Protagonisti due personaggi (Oreste e Il Babbo) che Kaemmerle ha interpretato per sette anni e che con questo spettacolo ha deciso «di lasciarli vivere e di ascoltarli. Il risultato è sorprendente ed apre una nuova via di scrittura drammaturgica. Un gioco molto allegro e sarcastico sulla provincia italiana e sull’essere padri con in cuore l’incertezza di un secolo imbarazzante e in pancia il sentimento di essere imbattibili come l’Uomo Tigre».
Breve appendice a proposito dello spettacolo di Leo Ortolani e Teatri d’Imbarco: affrontando, pure con ironia, la questione della transessualità, puntuali come certi sommovimenti corporei dopo una cena oltremodo pesante, ecco le puerili, insensate, ignoranti polemiche montate da alcuni tapinissimi esponenti del centro-destra lucchese, ovviamente impauriti dalle possibili derive gender (qualsiasi cosa esse possano essere: francamente non l’abbiamo ancora capito, eppure siamo abbastanza intelligentini).
Che dire? Avete rotto il cazzo.
È abbastanza chiara l’immagine, sotto il profilo della corretta individuazione di genere? Andatevi a leggere i miti greci, popo’ di zotici ignoranti, provate un po’ a confrontarvi con la storia del teatro (che è sempre, strettamente connessa all’indagine sull’identità, di qualsiasi tipo). Anzi no: andatevene proprio affanculo. Ecco.
Quanto a voi, opliti lettori, recatevi pure nelle sale teatrali, e del vostro genere fatene quel che ne ritenete più opportuno.