È arrivato dicembre, anche quest’anno intenso, troppo intenso, e non solo per gli Arlecchini, che ce la mettono tutta per star dietro alle proposte sceniche degli spazi presidiati, ma pure per gli stessi programmatori che, a volte, pare ce la vogliano mettere tutta per complicar la vita a sé e agli altri. Procediamo con ordine: setacciando il volitivo Calendazzo, vediamo cosa offrono i teatri, non solo in Lucchesia.
Provincia di Lucca – Risate, improvvisazioni e morte
Non vogliamo essere per forza macabri, anzi, e cercheremo di farci capire.
Innanzitutto, si tratta di una settimana peculiare per l’inizio prematuro rispetto alla consuetudine: lunedì 2 dicembre, infatti, andranno in scena non uno, bensì due allestimenti! A Barga (Teatro dei Differenti), dopo la prima stagionale affidata a un concerto, debutterà la prosa: nella fattispecie, si tratta di Anfitrione, con Filippo Dini alla direzione di un navigatissimo cast composto da Gigio Alberti, Barbora Bobulova, Antonio Catania, Giovanni Esposito e Valerio Santoro. L’allestimento, di cui presto leggerete qualcosa giacché è passato pure a Pontedera, replicherà la sera successiva (martedì) al Puccini di Altopascio. Non ci incuriosisce più di tanto, ma a qualcuno sicuramente piacerà.
Discorso non troppo dissimile, anche se a causa di ragioni differenti, per la proposta del Comunale di Pietrasanta: in scena, Il grigio, testo molto interessante del duo Gaber/Luporini, risalente al periodo successivo al teatro canzone. Protagonista Elio, sì, quello di Elio e le Storie Tese, artista senz’altro di razza, che non stentiamo a immaginare sufficientemente a proprio agio nei panni che furono del compianto Gaberscik. La diffidenza preventiva, lo confessiamo, è per la regia di Giorgio Gallione, affermatissima firma della scena italiana con una particolare consuetudine a lavorare su un certo tipo di repertorio de sinistra (il che, di per sé, non ci turba affatto), troppo spesso con esiti a nostro avviso eccepibili. Di sicuro, potrà piacere.
Squilli di trombe e rulli di tamburi: mercoledì 4, a Capannori (Spazio Artè), avrà inizio la rassegna Tempi di reazione 2019, con una serata di Paolo Rossi dal titolo Jannacceide; il riferimento a Enzo Jannacci è dichiaratissimo, benché si tratterà di una serata all’improvvisa, secondo una corda espressiva tipica del comico di Monfalcone cresciuto a Milano.
Il programma del festival è stato diramato mercoledì 27 novembre, il che ci pare un paradossale, ma coerente, allineamento, da parte degli organizzatori al tema dell’iniziativa, ossia l’improvvisazione, nelle sue sempre più varie e possibili piegature. Quest’anno, le serate saranno ben sei, proseguendo da giovedì 5 sino a lunedì 9, con incontri e performance ogni sera. L’anno passato, seguimmo tutto con un dossier completo, chissà se riusciremo a fare altrettanto. Di certo, vi consigliamo di fare almeno una capatina tra Capannori e Porcari, consultando via via il calendazzo.
Infine, segnaliamo che, sabato 7, in quel di Vorno, e per la precisione alla Tenuta dello Scompiglio, debutterà LILA – A Symphony about Life and Death, progetto di Stefano Questorio; conosciamo quest’ultimo come artista di ALDES, avendolo più volte visto all’opera. A proposito di questo nuovo lavoro, tra i vincitori del bando Della morte e del morire, preferiamo citarlo testualmente: «LILA è un progetto ibrido, un palazzo della mente, una visione in bilico tra la performance, la danza e l’installazione di corpi e suono. LILA affronta il tema della morte nutrendosi nella sua essenza profonda di una visione filosofica ben precisa, che proviene da Oriente. Secondo alcune scuole filosofiche indiane, nascita e morte non sono che “manifestazioni” che appaiono e scompaiono dalla tela di fondo da cui tutto emerge e in cui tutto si riassorbe. Nello shivaismo tantrico questa tela di fondo si chiama “Coscienza” e coincide con la divinità stessa, Shiva: la creazione e la distruzione non sono che il “gioco” (Lila, in sanscrito) del Dio che danzando crea e distrugge il mondo manifesto, e lo fa appunto per “gioco”. LILA, lungi dal riferirsi all’iconografia orientale e al suo esotismo, usa questa visione filosofica come scheletro, come ossatura che muove una sinfonia corale di corpi e azioni per creare una esperienza immersiva, un ambiente rarefatto e metafisico, in cui la presenza disarmata e disarmante dei performer restituisce la danza silenziosa del Dio che crea e distrugge il mondo per gioco». Siamo affascinati.
Pisano – Comicità diffusa, e anche qualcos’altro
Principiamo col dirvi che è principiata pochissimi giorni fa la stagione 2019/2020 del Cinema Teatro Nuovo di Pisa. Il cartellone si è aperto giovedì scorso (28 novembre) con Plauto. Alle radici del comico: non siamo riusciti a parlarvene, riportiamo semplicemente l’informazione.
In settimana al Teatro Nuovo abbiamo però altri due appuntamenti interessanti.
Venerdì 6 il gruppo La Ribalta Teatro propone Il settimo continente, «uno spettacolo sulla plastica che ci sommerge». Facendo leva sulla (auspicabilmente) crescente coscienza ambientale, Alberto Ierardi, Giorgio Vierda e Luca Oldan affrontano in uno spettacolo dalle tinte comiche il problema gravissimo della plastica dispersa in mare, unitasi in un’isola che forma un nuovo continente: «Il loro scopo è pubblicizzare l’isola come appetibile meta turistica. Così inanellano situazioni surreali colme di paradossi comici dove tutto sembra lontano dalla realtà, leggero, quasi frivolo». Il progetto ci sembra interessante, la compagnia peraltro si sta rivelando molto attiva e promettente (vi citiamo anche lo spettacolo In religioso silenzio).
Sabato 7 l’altro appuntamento del Teatro Nuovo è con Cattivi e cattivissimi nel teatro shakesperiano, di Luigi Lunari e Antonio Salines, importante attore e regista del teatro (ma non solo) italiano, premiato ultimamente con la Maschera d’Oro 2019 come miglior attore. I “cattivi” del teatro shakespereano tornano in vita attraverso la voce di Salines «non solo quelli classici, quali il deforme e sanguinario Riccardo III, il traditore Macbeth e la sua consorte o Enrico V ma anche i cattivi oltre ogni limite come il malvagio Aron del Tito Andronico, e quelli che si rivelano nefasti per parenti ed amici, quale ad esempio Amleto che con la sua onesta passione causa la morte di tutti coloro che lo attorniano». Non escludiamo un certo interesse.
Ma torniamo indietro di un paio di giorni: giovedì 5 al Teatro delle Sfide di Bientina la compagnia Guascone teatro porta in scena Angeli a terra: i tre “angeli” in questione sono Alberto Salvi, Francesco Cortoni e Andrea Kaemmerle, interpreti e ideatori dello spettacolo. «Dio prima di creare questo mondo (Dio per conseguenza logica esisteva già prima di aver creato il mondo) plasmava altri mondi, non era contento del risultato e li distruggeva. Voi che leggete adesso fate parte del 28° tentativo, quello che Lui ha battezzato con la frase “speriamo che tenga”». Probabilmente ci saremo, e probabilmente dovreste venire pure voi.
Nel weekend al Teatro Era di Pontedera, Isa Danieli e Giuliana De Sio sono Le signorine di Gianni Clementi, «due sorelle zitelle offese da una natura ingenerosa, che trascorrono la propria esistenza in un battibecco infinito. Qualsiasi circostanza o avvenimento diviene argomento di animata e inconciliabile discussione». Entrambe le attrici sono note per le loro apparizioni televisive/cinematografiche. Non ci sbilanciamo troppo, limitandoci a riportare parte delle note di regia: «uno spettacolo intimo e claustrofobico, nel quale le protagoniste diventano lo specchio della società attuale, sempre più portata a considerare “il mondo fuori” come il nemico».
Ancora sabato 7, ma a Pontasserchio (Teatro Rossini), troviamo invece Mario Pirovano alle prese con Mistero buffo, noto spettacolo degli amati Dario Fo e Franca Rame. La nostra Francesca Cecconi ve ne ha parlato entusiasticamente appena qualche giorno fa: se ancora non lo avete ancora letto, vi lasciamo qui lo sguardazzo. Non aggiungiamo altro, se non un caloroso invito ad andare.
Terminiamo dicendovi che nello stesso teatro, il giorno seguente (domenica 8), ci possiamo trovare I Sacchi di Sabbia con Sandokan “o la fine dell’avventura”. Abbiamo visto lo spettacolo diversi anni fa, e ve ne lasciamo qui la prova; ricordiamo di averne riso fino alle lacrime, non è improbabile quindi che replicheremo. Se poi (disgraziatamente) vi siete riprodotti e siete alla ricerca di un po’ di pace, vi assicuriamo che i vostri pargoli adoreranno lo spettacolo.
Oltreconfine − American Dream, tragedie e tempeste
Da martedì 3 e per tutta la settimana riprendono le repliche dell’Antigone di Massimiliano Civica al Fabbricone di Prato. Consigliato la settimana scorsa, ribadiamo anche questa: vi ricordiamo un super-cast formato, oltre allo stesso Civica, da Oscar De Summa, Monica Demuru, Monica Piseddu (fresca di Premio Duse), Francesco Rotelli e Marcello Sambati. Cercheremo di non perdercelo, voi fate altrettanto.
Fine settimana piacevole al Manzoni di Pistoia, dove andrà in scena Un tram che si chiama desiderio, commedia di Tennessee Williams con protagonisti Mariangela D’Abbraccio e Daniele Pecci. La regia è di Pier Luigi Pizzi, che firma anche le scene e i costumi. Niente di trascendentale che sconvolgerà le vostre vite, ma va bene anche così. Da venerdì a domenica.
Last but not least: è vero per davvero in questo caso, giacché la proposta del Funaro, sempre a Pistoia, ci sembra una delle più allettanti della settimana. Sabato 7 andrà in scena l’ultima creazione del Teatro del Carretto, ovvero La tempesta di William Shakespeare per la regia di Giacomo Vezzani. La storica regista della compagnia lucchese, Maria Grazia Cipriani, si occupa della supervisione artistica del progetto, accompagnando il passaggio generazionale. Sarà interessante osservare questa fase della compagnia: tutti gli altri nomi in locandina (a partire dagli attori protagonisti, Teodoro Giuliani, Elsa Bossi, Fabio Pappacena) hanno lavorato con il Carretto negli scorsi anni. Non possiamo che essere ottimisti nell’apprestarci a questo passaggio di testimone, avendone visto il primo frutto, qualche anno fa, con il progetto Blakeeternallife, anche quello firmato da Pappacena/Vezzani. Speriamo di raccontarvi presto, intanto andate!
Questo è il punto in cui vi alzate da divano e andate a teatro.
Ci becchiamo.