Non dite che siete ancora attaccati alla tv, calamitati dalla diretta elettorale. Occupandoci di teatro, di farse qualcosa sappiamo, o iniziamo a saperne: concentriamoci, quindi, su quelle che tali sono e tali si dichiarano. Sarà forse effetto delle elezioni, ma la settimana che viene è tra le più ricche in materia di spettacoli a teatro, al punto da costringerci a concentrare l’attenzione sulle sole due province di stretta competenza. Certo, c’è anche il Calendazzo, in attesa (ma ci proveremo) di allestirne uno veramente completo. Speriamo.
Pisa e provincia – Lettere, canzoni e (anche qui) risate
Passato dal Giglio qualche settimana fa senza che nessuno di noi potesse andare a vedere, Vetri rotti, testo di Arthur Miller per la regia di Armando Pugliese effettuerà una singola(re) replica a Pontedera (Teatro Era) nella sera di lunedì. Poi, da martedì a domenica, via, alla Pergola di Firenze. Tre interpreti piuttosto conosciuti (Elena Sofia Ricci, GianMarco Tognazzi, Maurizio Donadoni; curioso che quello, probabilmente, più bravo sia anche il meno noto perché non troppo televisivo) per un allestimento che potrebbe rivelarsi interessante.
Giovedì ricorre la Giornata internazionale della donna (che erroneamente viene indicata come festa), e il teatro non lo ignora: è così che, a Cascina (La Città del Teatro) va in scena Livia Castellana, protagonista del monologo Poco più, poco meno, di Aldo Nicolaj. Riportiamo: «Una donna ha perso la memoria e non ricorda più nulla di sé. Cerca di ricostruire la propria vita, ma la fantasia è più forte. Nel tentativo di sbrogliare i fili intrecciati della sua mente le emozioni si alternano in maniera travolgente. Una donna forte e fragile, ironica e vulnerabile».
Risate nel fine settimana, almeno in provincia: venerdì e domenica, rispettivamente a Bientina (Teatro delle Sfide) e Casciana Terme (Verdi), torna in scena Andrea Kaemmerle con il particolare Romeo e Giulietta stanno bene. Sottotitolo Amore contro tempo: visto la scorsa estate a Utopia del Buongusto, ne conserviamo la memoria di un lavoro, come sempre quando parliamo del “capo” di Guascone Teatro, che unisce molto bene poesia e comicità, benché, nell’occasione, il livello di “cottura” non fosse ancora ottimale. Dando seguito alla metafora cuciniera: metteremmo comunque la mano sul fornello che possa valer la pena di vederlo.
Prosegue a Lari la caparbia stagione del Teatro Comunale: venerdì sera tocca a un “assolo” di Stefano Filippi, dedicato nientepopòdimenoché a un certo messer Durante Alighieri: Vita di Dante. In viaggio col sommo poeta. Lo vedremmo più che volentieri, perché amiamo il ghibellin fuggiasco, ma anche perché siamo ideologicamente favorevoli a un teatro che sia «popolare e colto, semplice e coinvolgente, ideato per poter parlare a grandi e piccini». Lo suggeriamo, nella speranza di beccarlo da qualche altra parte.
E, infine, domenica pomeriggio a Pontedera (Teatro Era), ecco approdare Uno zio Vanja, un Čechov riadattato da Letizia Russo, ma, soprattutto, diretto e interpretato da Vinicio Marchioni. Ne abbiamo già parlato da queste parti, giacché due solerti arlecchine sono accorse a vedere lo spettacolo di passaggio alla Pergola: dopo aver resistito strenuamente alla tentazione di irrompere in scena e chiedere al protagonista di sposarle (chi scrive, ignorando quasi del tutto la serialità televisiva italiana, era del tutto all’oscuro del torbido retroscena), hanno però vergato due sguardazzini niente male quanto a puntuta obiettività. Volete le prove? Eccovi serviti: uno e due.
Visto che ci siamo, però, segnaliamo che l’allestimento, nei giorni di martedì e mercoledì, sarà di scena a Carrara (Nuova Sala Garibaldi).
Lucca e provincia – Novelle, crimini e storie urbane
Abbiamo già menzionata la ricorrenza dell’8 marzo: in quella sera, ad Altopascio (Teatro Puccini) torna in scena la magnetica Serra Yilmaz con La bastarda di Istanbul; vedemmo lo spettacolo (diretto da Angelo Savelli) un paio di anni or sono, a Carrara, scrivendone.
In contemporanea, il gagliardissimo festival TeatrOff, nella sua declinazione al femminile Pink is the new black, approda a Lucca, nell’interessante spazio di Fuoricentro: Valentina Bischi sarà la protagonista di Quin, testo e regia Laura Fatini. Riflessione sulla bellezza, le sue insidie, le sue trappole: «la storia delle tante bellezze che sperimenta una donna, e del modo di sopravvivere a tutte». Andateci, e di corsa: noi non ci saremo, purtroppo, e pare un destino, quando si tratta dei lavori di Bischi. Prima o poi riusciremo a rimediare.
Stesso posto, stesso festival, ma due giorni dopo: sabato e domenica, sempre a Fuoricentro, ecco Marina Romondia con il suo Rien ne va plus, stavolta in doppia replica. Intenso e spiazzante monologo a tema ludopatia (l’attrice ha in precedenza lavorato in un call-center, ma per campare, non per assecondar Stanislavskij), lo abbiamo visto tempo addietro, e su questi schermi se ne è scritto.
Sempre in ottica “di genere” pure la proposta di venerdì a Camaiore (Teatro dell’Olivo): Viktor e Viktoria, commedia musicale esplicitamente ispirata al celebre film di Reinhold Schunzel. Protagonista, Veronica Pivetti, attrice brillante, talentuosa e che, dopo anni di carriera, ha probabilmente superato, in celebrità, la sorella. Regia di Emanuele Gamba, per uno spettacolo senz’altro divertente e, magari, non banale.
Congestione di proposte per sabato sera, peraltro nel giro di non troppi chilometri: a Valdottavo (Teatro Colombo), La conquista della felicità, lavoro scritto e diretto da Maura Pettorruso, ispirato alla vita e alle opere del filosofo (ma pure matematico, scrittore, attivista) Bertrand Russell. Nei panni del gallese, Stefano Detassis, a tradurre in scena l’ansia di giustizia e felicità da parte di un intellettuale affascinante, indomito. Qualche arlecchino andrà per forza, ma non il sottoscritto, purtroppo. Vogliamo però condividere l’invito rivoltoci dalla stessa Pettorruso, che è amica di Arlecchino (qui il questionazzo doppio proprio con Detassis): per il debutto dello spettacolo, a Trento, sono stati girati video in cui le persone erano sollecitate a completare la frase «Felicità è…». I brevi filmati sono stati messi su una pagina Facebook. Non escludiamo che gli arlecchini partecipino al gioco, e vi invitiamo a farlo pure voi, inviando il materiale qui.
Stessa sera (mannaggia), altra bella occasione a Montecarlo (Teatro dei Rassicurati): ecco Gli Omini con Petì glassé, sottotitolo Un piccolo varietà sulla grande varietà umana con Francesca Sarteanesi, Francesco Rotelli e Luca Zacchini. Si tratta di una specie di summa degli incontri e scontri occorsi a questa formazione in oltre dieci anni di lavoro sul campo, nel contatto diretto (quando comicissimo, quando drammatico), di strada, con centinaia di persone. Ci sarà senz’altro da ridere, ma non solo. Del resto, che ci piace assai questo gruppo è noto (leggete qui, qui e qui, e anche qui).
Ed è ancora nella stessa sera che il Lucca Teatro Festival – Che cosa sono le nuvole? presenta l’unico titolo serale per l’edizione 2018: tornano i Flexus, con il prosieguo dello spettacolo di un anno fa: La storia del rock vol. 2. Di loro scrivemmo qui, per quanto concerne la prima squadra arlecchina, ma anche qui e qui, con la nostra cantera.
Infine, domenica sera, spettacolo a Barga: al Teatro dei Differenti, arriva La vedova scaltra, commedia goldoniana nella rilettura di Gianluca Guidi. Non ne sappiamo molto di più, se non che la protagonista sarà la brava Francesca Inaudi, affiancata da Giuseppe Zeno. Ve lo segnaliamo.
Lirica – Rossini a Pisa
È sufficiente sentir nominare il titolo e pensiamo a uno dei tormentoni di Carmelo Bene: «Sono io, L’italiana in Algeri!». Non poteva certo intendere, il genio salentino, quella diretta da Francesco Pasqualetti per la regia di Stefano Vizioli che sarà in scena a Pisa (Teatro Verdi) sabato 10 sera e domenica 11 in pomeridiana, ma sempre di Rossini si tratta, in uno dei suoi divertentissimi capolavori. Il cast: Alessandro Abis (Mustafa), Diego Godoy (Lindoro), Nicola Ziccardi (Taddeo), Giulia Dalla Peruta (Elvira), Antonella Colaianni (Isabella), Caterina Poggini (Zulma) e Alex Martini (Haly). In buca, l’Orchestra Arché, costumi di Ugo Nespolo, per un coproduzione tra due teatri Verdi, quello di Pisa, appunto, e quello di Trieste.
Questo e tutto.
Passo e chiudo.
Fate per bene.