Arriva maggio e, col mese mariano, ritorna la kermesse fiorentina di Fabbrica Europa 2017, che aprirà i battenti proprio giovedì. Calma piatta sui palchi delle province di Lucca e Massa Carrara; qualche segnale, invece, lo danno il Teatro Rossi Aperto a Pisa e Armunia, a Castiglioncello, oltre alla resistente attività di Pergola e Prato. Calendazzo alla mano, andiamo vedere.
Giovedì, sabato e domenica – Occasioni, tra Livorno, Lucca, e Pisa (province incluse)
Titolo che incuriosisce quello proposto dalla stagione sulla Costa degli Etruschi, in attesa del piatto forte estivo, ossia il festival InEquilibrio edizione 2017: Fattore K presenta, infatti, Emily: il buonumore è un dovere etico, un “percorso liberamente tratto dalla vita e dalle opere di Emily Dickinson” realizzato da Milena Costanzo, in scena al fianco di Alessandra De Santis, Rossana Gay e Alessandro Mor. “Tra ispirazioni di Bergman e meccanismi comici, ci muoviamo per cercare una tensione poetica che appartiene all’inesprimibile: le sensazioni dell’infanzia, il sentimento della passione platonica, la mancanza e tutto quello che fa parte dell’invisibile che ci tocca Questo lavoro fa parte di una trilogia: Sexton-Dickinson-Weil (Anne Sexton e Simon Weil, oltre a Dickinson, n.d.r.), che affronta tre donne eccezionali che hanno in comune vari punti, tra i quali una tensione al sacro assolutamente fuori da qualsiasi schema“. Tutto questo giovedì al Castello Pasquini di Castiglioncello: ci piacerebbe, ma difficilmente riusciremo a vedere.
Più facile, benché non garantito, presenziare a Lucca, Teatro del Giglio, là dove, in occasione delle celebrazioni per la Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro, sarà proposto lo spettacolo che la compagnia sarda Rossolevante porta in giro da qualche stagione, vale a dire Giorni rubati. Si tratta di un lavoro d’impianto drammaturgico che vede in scena Giammarco Mereu (autore dei testi), Antonio Sida, Silvia Cattoi e Juri Piroddi, con la regia di questi ultimi due. Assieme a loro, il musicista Simone Pistis. Teatro impegnato, che negli anni ha ricevuto molta attenzione da parte del mondo sindacale e istituzionale (una medaglia di rappresentanza da parte del Presidente della Repubblica), il che è senz’altro rilevante, ma non strettamente in termini estetici. Quel che ci ha colpito, però, dell’iniziativa è la partecipazione organizzativa delle associazioni “Ecol Studio”, “Obiettivo Zero” e “Italia Loves Sicurezza 2017”, in special modo quest’ultima: perché unire così ad minchiam italiano e inglese? Misteri ignoti alla nostra mente arlecchina, ancorché poliglotta.
È sempre un po’ complicato, pure per chi si dedica alla scena (intesa come fruizione, sedendosi in platea) con una certa consuetudine, intercettare l’attività di artisti pure molto validi, ma che mettono in campo una pratica dribblando le ampie dimensioni, alimentando un artigianato scenico prezioso proprio perché rivolto al teatro come spazio piccolo (ne dà una bella definizione, tra le tante, Claudio Morganti). Ed è così, in quasi ritardo, che veniamo a sapere delle tre repliche consecutive che Gaetano Ventriglia darà del suo Otello alzati e cammina, allestimento di cui abbiamo letto molto bene e che ci piacerebbe davvero poter vedere (ci proveremo). Da giovedì a sabato sera, sarà il livornese Teatro Florenskij, storica sede per la compagnia Garbuggino-Ventriglia, a ospitare il lavoro, che sappiamo essere una ricerca sulla strada del classico e dell’attore e che, a scatola chiusa, sentiamo assolutamente di consigliare.
Nella sera di sabato, al Verdi in quel di Casciana Terme, ultimi “colpi” per la stagione di Teatro Liquido offerta da Andrea Kaemmerle e Guascone Teatro: Antonio Damasco racconta, portandola in scena, L’immaginifica storia di Espérer, fiaba contemporanea ispirata dalla vicenda dei migranti sugli scogli di Ventimiglia. Di più non sappiamo, ma ci pare che sia sufficiente a suscitare interesse. Stessa sera e, nel capoluogo di provincia, il già citato TRA di Pisa riapre i battenti per confrontarsi con l’arte scenica: Telluris Associati propone L’illusionista, basato su un testo del drammaturgo franco-rumeno Matei Vișniec, per la regia di Letteria Giuffrè Pagano e l’interpretazione di Tazio Torrini. Atmosfere surreali, grande divertimento, per una storia ai limiti dell’assurdo: “L’uomo-pattumiera è l’emblema di una società che non identifica più l’umano nelle sue qualità naturali ma in quanto materiale di consumo, soggetto ideale per torture psicologiche e fisiche umilianti da parte di regimi di ieri e di oggi. Alla deriva in un mondo da ricomporre e senza una propria identità, l’uomo oscilla tra momenti di riflessività e l’allucinata esibizione di rituali svuotati di senso“. Potremmo raccontarvene.
Così come potremmo volentieri raccontarvi la fine di settimana all’insegna della sensibilizzazione sulle tematiche di genere che animerà la Tenuta dello Scompiglio a Vorno, ancora nell’ambito del progetto multidisciplinare Assemblaggi provvisori: nella giornata di sabato, alle 16, sarà proiettata la videoinchiesta di Alessandra Ghimenti intitolata Ma il cielo è sempre più blu, cui seguirà la conferenza-spettacolo Rosaceleste, a cura di Irene Biemmi e Daniela Morozzi. Il giorno dopo, alle 17, sarà la volta di uno spettacolo che abbiamo già avuto modo di apprezzare e non poco, ossia Il colore rosa, di e con Aline Nari (affiancata da Davide Frangioni e Giselda Ranieri): lo consigliamo oltre ogni dire, avvertendovi che… si tratta di un lavoro gender (qualsiasi cosa significhi tale espressione), e se solo i bigotti&affini lucchesi fossero persone serie, ci aspetteremo quelle contestazioni che, in occasione di Fa’afafine si son lasciate attendere invano. La campagna elettorale in fieri (figuriamoci se la cultura sarà, nel bene o nel male, fonte di dibattito…) ci induce a pensare che pure stavolta resteremo delusi.
Da giovedì a domenica – Chi ha paura… di Arturo Cirillo a Prato (e Bergonzoni a Pistoia)
E dopo la prima nazionale di Democracy in America (ne parleremo il prima possibile: promesso), è ancora tempo di spettacolo al Metastasio, con il graditissimo ritorno in zona di Arturo Cirillo, teatrante tra i più apprezzati da parte di chi scrive. Nella consueta tenitura che va da giovedì a domenica, l’artista di Castellammare di Stabia sarà impegnato in Chi ha paura di Virginia Wolf?, celebre testo dii Edward Albee proposto con l’interpretazione scenica di Milvia Marigliano, Valentina Picello, Edoardo Ribatto, oltreché del già menzionato regista. Per Cirillo si tratta di un ulteriore confronto con la drammaturgia anglosassone, dopo la bella prova offerta con Lo zoo di vetro, quasi due anni or sono. Ci piacerebbe parlarvene, ma, anche qui, non garantiamo.
Da una prima nazionale, tosto recensita su queste colonne, a un altro debutto assoluto, quello che coinvolge la compagnia Archivio Zeta (ne potete leggere e vedere a proposito dello spettacolo andato in scena estate passata) che, al Teatro Magnolfi chiuderà la lunga stagione pratese con Plutocrazia. Un contrasto economico, un collasso dialettico. Si tratta di un “progetto teatrale-economico che, partendo con leggerezza e quasi per gioco dalla commedia antica e in particolare dal Pluto di Aristofane, ci proietta nei nostri anni di crisi: la ferocia dei nostri territori, l’umiliazione del lavoro, la perdita dei diritti, l’integrazione fallita“. Allestimento ambizioso, Plutocrazia sarà ospite di una tenitura lunga, da venerdì 5 a domenica 21 maggio e, dunque, non mancherà certo occasione per vederlo e, ovviamente, per ripararne più diffusamente. Consigliandovelo, rammentiamo che ideazione e regia sono firmate da Gianluca Guidotti ed Enrica Sangiovanni, ma pure che in scena, oltre ai due citati, ci sarà anche l’onnipresente e attivissimo Ciro Masella.
Segnaliamo, inoltre, un evento diversamente teatrale al Funaro: la sera di sabato 6 maggio, si terrà la proiezione di Urge, film tratto dall’omonimo spettacolo di Alessandro Bergonzoni che, assieme a Riccardo Rodolfi, terrà una conferenza dal titolo Città e cultura, nell’ambito delle iniziative legate a Pistoia capitale italiana della cultura per il 2017. Ve l’abbiamo detto.
Da martedì a domenica – Firenze, tra Pergola e Fabbrica Europa
Chiudiamo, si fa per dire, con le proposte fiorentine: ancora regular season dalle parti della Pergola, dove, a partire da martedì e per tutta la settimana, sarà in cartellone Aspettando Godot, nella regia di Maurizio Scaparro (produzione milanese: Teatro Carcano). In scena, Antonio Salines, Luciano Virgilio, Edoardo Siravo, Enrico Bonavera
e Michele Degirolamo. Non siamo granché tentati, ma chissà.
Capitolo Fabbrica Europa: ha inizio la kermesse dalle parti della Stazione Leopolda e, come sempre, il programma appare piuttosto articolato. Si va da Squares do not (normally) appear in nature, progetto d’installazione ideato da Filippo Andreatta che attraverso una serie di panorami sonori mette a contatto lo spettatore con un “teatro senza attori” (da giovedì a domenica), al doppio appuntamento (giovedì e venerdì) con la danza di A Love Supreme, coreografia d’ispirazione coltrainiana a firma Salva Sanchis e Anne Teresa De Keersmaeker, per l’interpretazione di José Paulo dos Santos, Bilal El Had, Jason Respilieux, Thomas Vantuycom, dalle repliche secche di DAN+Z_Borders (Enrico Bettinello, venerdì) e A Set of Timings (Claudia Catarzi, sabato), sino ad the last conference, con gli Afasians, unione dei performer spagnoli Pablo Molinero e David Climent col duo di musica elettronica Za!, a offrire un paradossale percorso/riflessione su scena e scienza, sabato e domenica. Questo per quanto concerne il vagamente scenico, ma, per una panoramica completa della vasta proposta musicale, meglio risalire alla fonte diretta e consultare il sito del festival.
Non resta che augurarvi buone visioni. Alla prossima.