Ve stamo a marca’ stretti e, pur esulando dalla programmazione scenica di questa settimana cui è dedicato il presente articolo, vi ribadiamo che mercoledì 21 dicembre, all’Officina DadaBoom di Viareggio, si terrà l’imperdibile Natale in casa Arlecchino – No Birkenstock Party: un buon numero di amici, tra attori, addetti ai lavori, maschi, femmine e cantanti hanno già aderito. Fatelo pure voi, se non vorrete, poi, rimpiangere l’occasione perduta per quella che sarà la più mirabolante e parabolica festa natalizia.
A margine di tutto questo, ecco la consueta crestomazia ragionata per quanto concerne gli spettacoli della settimana, con un solo interrogativo, in linea col nostro chiodo fisso: ma i teatri che invitano a regalare bigliettiin occasione del Natale, non avvertono un sottile paradosso rispetto a “chiudere” le attività proprio nel medesimo periodo? Quesito destinato a restare irrisolto. Via di Calendazzo e vediamo cosa offre il convento.
Da lunedì a domenica − A tutta Pisa (e provincia)
Per la provincia che fa capo alla torre pendente, settimana di iperattività scenica: si parte già di lunedì, scelta inconsueta, a Santa Croce sll’Arno con Una giornata particolare, traduzione teatrale di un capolavoro filmico, protagonisti Giulio Scarpati e Valeria Solarino, per poi passare, due giorni dopo (giovedì), a Il Pisa, una passione da romanzo, spettacolo dichiaratamente ispirato a un’epopea sportiva e cittadina, a cura di Teatri della Resistenza; la curiosità potrebbe portarci, effettivamente, dalle parti del Cinema Teatro Nuovo, proprio a Pisa, non distante dalla stazione centrale.
Venerdì sera, l’imbarazzo della scelta: Il generale, testo di Emanuele Aldrovandi e regia di Ciro Masella (presente in scena con Ludovico Fededegni e Stefania Medri), sarà al Teatrino dei Fondi in quel di Corazzano/San Miniato, a Pontedera (Teatro Era) approda invece Made in China della compagnia Levidedelfool, drammaturgia e regia di Simone Perinelli con Claudia Marsicano e lo stesso Perinelli (ve ne abbiamo già parlato qui); lo spettacolo torna in scena sino a domenica. Tris di repliche anche per l’eduardiano Non ti pago!, nella regia del compianto Luca De Filippo, con Gianfelice Imparato nel ruolo principale: venerdì sarà al Persio Flacco Volterra a ospitare la commedia che, nei due giorni successivi, sarà invece al Verdi pisano. Segnaliamo anche le sei repliche (due al giorno) di Senza di te, testo e regia di Gabriele Paoli, in quel di Cascina, dalle parti di quella Città del Teatro che continua a destare perplessità: limitandoci al pratico, diffondere, in data 9 dicembre, un comunicato stampa a proposito dei grandi eventi del mese, annunciando quello del giorno dopo (sì. sabato 10, già trascorso) è quantomeno singolare. Il sospetto è che si voglia “bruciare” un po’ di titoli per giustificare una futura gestione a mano libera dello spazio.
Si torna in scena, e finalmente, anche a Buti, nelle serate di venerdì e sabato: una doppietta di monologhi, con il pirandelliano L’uomo dal fiore in bocca, interpretazione di Dario Marconcini diretto da Roberto Bacci, e Dondolo, di Samuel Beckett, affidato alla recitazione di Giovanna Daddi. Se ci chiedete di esprimerci, il consiglio è Masella (con piacere intravisto a Collinarea, qualche mese fa), Perinelli, Daddi-Marconcini, ecco.
A giorni alterni − Occasioni lucchesi
Dopo la sosta pontederese, la Bisbetica di Nancy Brilli (regia di Cristina Pezzoli) arriva, nella serata di mercoledì, a Barga (Teatro dei Differenti) quale titolo tra i più attrattivi del cartellone stagionale: ve ne diremo qualcosa e non escludiamo uno sguardazzo pure per la replica in Mediavalle.
Due giorni dopo, venerdì sera, attesissima prima nazionale per «Piccolo come le stelle». La vita di Giacomo Puccini, monologo che Elisabetta Salvatori dedica al grande musicista lucchese: l’iniziativa, per quanto riguarda il debutto al Teatro del Giglio, rientra nell’ambito dei Puccini Days, serie di appuntamenti che il maggior spazio della città ha pensato di consacrare al più celebre tra i tanti musicisti nati da queste parti. Rovesciando un vecchio refrain dei Nomadi: noi ci saremo, perché un arlecchino andrà e ce ne racconterà. Consigliatissimo. Così come, volentieri, andremmo a Valdottavo, per il terzo appuntamento del Teatro Colombo: in scena la danza con Dell’arrendersi, coreografia di Sara Nesti (Compagnia rAn-network).
Infine, a Camaiore, domenica sera, arriva Giulio Casale, attore cantante che riprende Polli d’allevamento, indimenticato spettacolo (disco incluso) di Giorgio Gaber: anni fa vedemmo questo allestimento e, da laicissimi gaberiani, lo stroncammo senza il minimo ripensamento (leggete pure). A buon intenditor…
Ogni santo giorno − Sparse ed eventuali, Firenze e non solo
Ancora Eduardo, ma stavolta con Filumena Marturano: l’allestimento di Geppy Gleijeses (nel cast Mariangela D’Abbraccio e, tra gli altri, il bravo Fabio Pappacena, più volte visto lavorare col Teatro Del Carretto) resterà alla Pergola di Firenze da martedì a domenica. Meglio, a nostro avviso, la proposta del Teatro Cantiere Florida, dove arrivano i danzatori di ALDES e il bellissimo In girum imus nocte (et consumimur igni) di Roberto Castello, performance che, dato il successo di critica (anche su questi schermi) e pubblico riscontrato in circa due anni di repliche, potrebbe ambire davvero a una qualche premio: da mercoledì a venerdì, assolutamente da vedere.
Particolare l’occasione offerta dal Teatro di Rifredi, mercoledì: ecco Reality Portraits, testo di Fabio Galati e Laura Montanari, drammaturgia, regia e interpretazione di Ciro Masella che si presenterà con alcuni ospiti a sorpresa (tra cui il collega critico Gabriele Rizza) per un lavoro che si annuncia come un cortocircuito tra cronaca giornalistica e racconto teatrale. Ci tenta.
Segnaliamo, infine, il ritorno in scena di Sotterraneo (ex Teatro Sotterraneo), compagnia fiorentina che, al Bolognini di Pistoia porterà, sabato sera, BE NORMAL!, seconda tappa di Daimon Project, volta all’indagine delle “tecniche di resistenza giornaliera che stanno fuori dalla normalità. Si tratta di uno lavoro fisico e ritmato, dove corpo e parola convivono nel tentativo di raffigurare la corsa ininterrotta e la continua lotta di una generazione che procede per tentativi“.
Questo è quanto: per il resto, c’è il Calendazzo.