Sette giorni intensi, in gran parte dedicati al teatro ragazzi, grazie al Lucca Teatro Festival giunto alla seconda edizione. Anche quest’anno, Arlecchino tiene un laboratoriazzo con un gruppo intrepido di giovani: ne leggerete. Oltre a ciò, la selezione per la settimana: consultate il Calendazzo per un quadro più completo.
Da lunedì a domenica − Tra Lucca, Carrara e provincia, ragazzi (ma non solo)
Si parte di lunedì sera, a Barga, dove arriva Rocco Papaleo, uno tra i più vivaci ed eclettici artisti che si dividono tra scene e schermi nazionali. In un primo momento, lo spettacolo scritto dal lucano di Lauria assieme a Valter Lupo si sarebbe dovuto intitolare Onda su onda, come il film uscito lo scorso 18 febbraio; s’ignora, dunque, il motivo per cui l’allestimento abbia assunto la titolazione alternativa di Buena onda (in castellano, lo spagnolo parlato in Sudamerica, significa “buon umore”, “bella sensazione”). Nondimeno, qualche arlecchino vedrà e vi dirà, magari facendosi pure due chiacchiere con il cantattore in questione.
La settimana lucchese prosegue all’insegna, come anticipato, della gioventù: sino a sabato saranno ben otto gli allestimenti in programma, con varie repliche. Ne parleremo più diffusamente altrove, e in questa sede ricordiamo solo L’albero della felicità, lunedì al Teatro San Girolamo, del nostro Giacomo Verde (abbiamo già intravisto l’allestimento in prova aperta grazie a SPAM!), ma pure I Quattro Moschettieri in America dei Sacchi di Sabbia (giovedì, due repliche sempre a San Girolamo) ed Ernest e Celestine allestito da La Cattiva Compagnia, non foss’altro perché lo abbiamo recensito circa un anno fa.
Intensa è pure la programmazione nella provincia lucchese: venerdì si torna in scena a Castelnuovo Garfagnana, con un “classicone” (per titolo e tipologia scenica) come Il bugiardo di Goldoni, ma ve ne parliamo diffusamente più in basso. La stessa sera, all’Accademico di Bagni di Lucca, torna in scena Renato Raimo con il suo Silenzi di guerra, drammaturgia di Federico Guerri, da un’idea dello stesso attore, diretto per l’occasione da Marco Grigoletto. La storia del dolore di un padre che, in piena Grande Guerra, si muove alla ricerca del figlio partito per il fronte.
Teatro di narrazione, memoria storica ed evocazione anche ad Altopascio, sempre venerdì, giacché Elisabetta Salvatori porterà sulle tavole del Teatro Puccini il suo intenso Scalpiccii sotto i platani, accompagnata dal violino di Matteo Ceramelli. “Raccontare è quel sapere povero che tutti conoscono…” afferma l’artista e salutiamo con favore il suo arrivo nella “città del pane” col suo lavoro dedicato alla strage nazista di Stazzema: la speranza è che, incoraggiato dalla gratuità dell’ingresso, possa recarsi a teatro anche l’assessore comunale afferente a Forza Nuova, anche se non è bene alimentare eccessive speranze.
Sabato sera, appuntamento interessante a Valdottavo: il teatro Colombo ospita Il Bombarolo_appunti per un corpo tra macerie, testo di Barbara Pizzo, regia Nicolas Ceruti, in scena Luca Marchiori. Citiamo: “Un work in progress nato da un testo intessuto di un pastiche linguistico che si nutre di Cinquecento, inflessioni dialettali ed erranze (…) Tutto scorre in una sospensione quasi onirica: le azioni di quell’uomo che appare intento a costruire una strana macchina, le parole che gli sgorgano dalla bocca tra cascate e sputi, il tempo“. Curiosità.
La stessa sera, a Carrara, presso il Circolo dei Baccanali (bel nome, ma non fatevi illusioni orgiastiche: è affiliato all’ARCI), si potrà assistere a un bel lavorino di cui vi abbiamo detto qualche mese addietro: Vero su bianco, sottotitolo disegni sussurrati per parole su tela, con Riccardo Goretti in veste di declamattore affiancato da Edoardo Nardin quale degno compagno e disegnattore. Consigliato.
Chiudiamo, facendo un passo indietro, nello spazio e nel tempo: a Lucca (Teatro del Giglio, da venerdì sera a domenica pomeriggio) è in arrivo quello che, non solo sulla carta, ci pare l’unico spettacolo “indiscutibile” del cartellone cittadino, vale a dire Il prezzo, testo di Arthur Miller sapientemente scelto da Umberto Orsini, per l’occasione diretto da Massimo Popolizio, compagno in scena e regista al debutto. L’allestimento, che merita d’esser visto, ha debuttato lo scorso ottobre a Pistoia (ecco il relativo sguardazzo arlecchino) e, dopo un lungo girovagare, riattraversa la Toscana. Infatti, lo potrete trovare anche a Cecina (Teatro De Filippo) martedì sera, a Pontedera (Teatro Era) il giorno successivo, e a Santa Croce sull’Arno (Teatro Verdi) quello dopo ancora.
Da mercoledì a domenica − Livorno, Pisa e relative province
Appena accennato a Il prezzo, segnaliamo la sosta a Livorno dello spettacolo diretto e interpretato da Alessio Boni, I duellanti da Joseph Conrad. Ne abbiamo parlato recentemente, ci torneremo sopra: può bastare.
Giovedì sera, due appuntamenti niente male, tra Buti e Castiglioncello: in provincia di Pisa, ecco La beatitudine, ambizioso spettacolo di riflessione teatrale proposto dal gruppo Fibre Parallele; che tra le ispirazioni è riporta una frase di Aldo Nove sul sesso quale “ultima religione occidentale”; drammaturgia di Riccardo Spagnulo, regia Licia Lanera, entrambi interpreti assieme a Mino Decataldo, Danilo Giuliva e Lucia Zotti. Al Castello Pasquini, invece, arriva La famiglia campione, ficcante allestimento realizzato da Gli Omini e già replicato più volte nel tempo: il teatro, però, non è il cinema né la tv, non può arrivare a un numero eccessivo di persone “in una botta sola” e, quindi, salutiamo le repliche e la capacità di fare repertorio. Chissà, magari un arlecchino arriverà sin dalle parti di Armunia.
La fine di settimana, in provincia di Pisa, è a dir poco “affollata” e tutta a suon di musica: partiamo da Corazzano/San Miniato, giacché al Teatrino dei Fondi, venerdì sera, approda il cunto musicale di Peppe Fonzo, ossia Fosco – Storia de nu mattu; una storia “che puzza di miseria“, protagonista personaggio marginale, solitario, che sembra fuoriuscito da una novella verista e che un giorno impazzisce per diventare lo scemo del paese.
Contemporaneamente, al Teatro delle Sfide (Bientina) ha inizio la due giorni (sabato al Verdi di Casciana Terme) in zona da parte di Simone Cristicchi: il cantattore presenta Storia di un fabbricante di canzoni, sorta di recital-concerto con Riccardo Corso alla chitarra, Giuseppe Tortora al violoncello, Riccardo Ciaramellari al pianoforte e alla fisarmonica. Nutriamo mixed emotions per il vincitore di Sanremo 2007: una certa stima per l’esecutore e l’autore, non poca diffidenza per l’artista tout court che con il discusso spettacolo Magazzino 18 realizzato (2013, regia di Antonio Calenda) dedicato alla storia dell’esodo giuliano-dalmata verso l’allora Jugoslavia all’indomani della fine del secondo conflitto mondiale fu al centro di un interessante dibattito con il collettivo letterario Wu Ming.
E, sempre venerdì con opportuna replica domenicale, il Teatro Verdi di Pisa torna ad abbracciare il melodramma, nella fattispecie Mefistofele, “opera in un prologo, quattro atti e un epilogo” di Arrigo Boito. Si tratta di un lavoro peculiare, non foss’altro perché, in ambito lirico, non è troppo frequente trovare autori che scrivono al contempo musica e libretto (il caso più celebre è senz’altro quello di Wagner): debuttato nel 1868, la presente versione è il frutto di uno sforzo produttivo congiunto tra Verdi, Giglio di Lucca e Teatro Sociale di Rovigo; sul podio, Francesco Pasqualetti a dirigere l’Orchestra della Toscana, la regia è di Enrico Stinchelli. Tentazione arlecchina.
Sabato sera, musica pure a Cascina, con La Città del Teatro che ospita uno spettacolo, in qualche modo, di teatro canzone: Isabella Ragonese e Cristina Donà, rispettivamente attrice e cantautrice, danno vita a Italia numbers, su testi di Stefano Massini e Paolo Cognetti; si tratta di “un viaggio in Italia con la radio accesa“, ispirato alla drammaturgia L’Italia s’è desta (di Massini) e al libro Manuale per ragazze di successo (di Cognetti); storie e frammenti per “tornare a respirare“.
Infine, opera lirica anche a Casciana Terme, domenica pomeriggio: in scena una “selezione in forma scenica” da Il flauto magico di Mozart (libretto di Emanuel Schikaneder), per l’elaborazione strumentale di Arduino Gottardo e le voci di Alessandro Ceccarini, Matteo Michi, Benedetta Corti, Roberta Ceccotti, Marco Mazzinghi, Maria Triggiano (narratrice).
Ancora allestimenti a confronto − Il bugiardo tra Gleijeses e Binasco
Ci pare curioso, certo non in negativo, che per la seconda settimana di seguito si registri la compresenza di due differenti spettacoli tratti dal medesimo testo: dopo l’ibseniano Casa di bambola delle coppie Timi/Ruth Shammah e Sperlì/Valerio, identica sorte spetta a Il bugiardo di Carlo Goldoni.
Da giovedì a domenica, infatti, la versione riadattata e diretta da Valerio Binasco sarà ospite del Metastasio a Prato; sarà senza dubbio interessante rivedere all’opera la Popular Shakespeare Kompany (protagonisti, per l’occasione i bravi Maurizio Lastrico e Michele di Mauro) fondata dallo stesso regista e ammirata, un paio di stagioni or sono, in un’interessantissima messinscena di La tempesta. Salutiamo, quindi, il ritorno alla regia “vera” di Binasco, dopo qualche firma apparsaci un po’… ballerina.
Stessa storia, stesso testo (al netto dell’adattamento) per Geppy Gleijeses, Andrea Giordana e Marianella Bargilli, anch’essi attorniati da una discreta compagnia di attori, diretti da Alfredo Arias per quella che immaginiamo essere una lettura meno “ambiziosa”, ma non per questo inerte, della commedia goldoniana. La si può vedere, come detto, venerdì a Castelnuovo Garfagnana con replica la sera successiva a Pontremoli, Teatro della Rosa. Per questa volta, però, il match diretto con cronaca arlecchina è quasi escluso, peccato.
Altri lidi − Le buone proposte fiorentine, Daniel Pennac a Pistoia
Si ride alla Pergola, da martedì 15 sino, addirittura, a giovedì 24: ormai orfana (e da tempo) dei due “compari” del mitico Trio, ecco la brava Anna Marchesini alle prese con Cirino e Marilda non si può fare, testo dell’attrice medesima, con musiche live a cura dell’ensemble Aire de Mar. Vi si narrano le storie del professore Cirino Pascarella, il suo universo “sognato più che vissuto“, per lui che è una specie di testimone solitario slacciato da quello che gli accade; incontrerà la signora Olimpia, tenutaria di una pensione, e la di lei figlia, Marilda, appunto, per una storia che non mancherà di strappare sorrisi e sospiri. Per chi vuole divertirsi.
Altra cosa (non ne facciamo una questione di valore, non siamo i tipi) la proposta, sempre a Firenze, del Teatro Cantiere Florida: Slot machine, del Teatro delle Albe, di Marco Martinelli, su un’idea del regista assieme ad Ermanna Montanari e con l’interpretazione di Alessandro Argnani, rappresenta un lavoro sul gioco d’azzardo, tematica che, recentemente, è stata affrontata anche dall’attautrice Marina Romondia nel suo Rien ne va plus. Poiché il tema tocca da vicino la redazione arlecchina (non rischiamo, tranquilli) e, soprattutto, vanta un’antica consuetudine scenica (nei teatri all’italiana d’una volta si giocava d’azzardo), vorremmo davvero andare a vedere. Peccato che lo spettacolo cada la stessa sera di San Patrizio (giovedì 17); magari qualche redattore astemio andrà.
Sempre al Florida, due proposte di danza contemporanea, sabato 19 e domenica 20: rispettivamente, Yin Yang e No Labels di Liron Ozeri e Nir Even Shoam (da Israele in prima europea), e Godos, performance in due atti da parte di Aura Dance Theatre e Panta Rei Dance Theatre (Lituania/Norvegia, in prima nazionale) per quello che rappresenta un focus internazionale da non perdere, per chi ama il genere o, semplicemente, vuole conoscere qualcosa di nuovo.
Infine, segnaliamo il passaggio di Daniel Pennac, celeberrimo romanziere francese (sua la saga di Benjamin Malaussène), a Pistoia, lato Funaro: venerdì e sabato), andrà in scena il frutto di una residenza artistica iniziata lo scorso 7 marzo, con l’evento dal titolo Un amore esemplare, gioco teatrale tra racconto e fumetto per la regia dell’argentina Clara Bauer e la presenza in scena di Florence Cestac, lo stesso Pennac, Ludovica Tinghi e Massimiliano Barbini. Uno scrittore e una fumettista (Pennac e Cestac, appunto) in scena per un progetto che nasce da un’amicizia, allo scopo di raccontare l’amore tra Jean e Germaine, “storia così vera da sembrare inventata e così bella da dover essere condivisa“. Magari un arlecchino darà un’occhiata.
Andate a teatro, se vi va.